Marò, quelle foto che scagionerebbero Latorre e Girone
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Marò, quelle foto che scagionerebbero Latorre e Girone

Alcune immagini potrebbero provare l'innocenza dei fucilieri di Marina. Ma dove sono? E perché non sarebbero usate?

Foto, immagini, forse un filmato che mostrerebbero quanto accaduto il 15 febbraio del 2012 al largo delle coste indiane del Kerala. Ci sarebbero e proverebbero l'innocenza di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ma non sarebbero mai stati usati dall'inizio della vicenda, neppure ora che mancano poche ore all'udienza forse più attesa: quella nella quale la Suprema Corte indiana dovrebbe finalmente formalizzare i capi d'accusa nei confronti dei marò e stabilire dove e chi dovrà processarli. L'appuntamento è per domani, 7 marzo, a New Delhi, a due setttimane dall'ultima udienza nella quale i supremi giudici hanno fatto sapere che il ministero della Giustizia indiano sarebbe orientato alla inapplicabilità della Sua Act, la legge antiterrorismo sulla pirateria, ma vorrebbe comunque che il caso restasse affidato alla Nia, il nucleo antiterrorismo che ha condotto le indagini sulla vicenda.

In attesa di conoscere la decisione di New Delhi, che comunque escluderebbe la pena di morte al caso, a tenere banco è proprio il giallo sulle foto e i filmati che documenterebbero l'accaduto. A parlarne è stato nelle scorse ore il giornalista Toni Capuozzo, secondo cui esiste del materiale, ma resta "dentro un cassetto". Perché? Da un lato forse perché le immagini in questione sarebbero state girate con telefonini e una macchina fotografica non in dotazione al Nucleo militare di protezione antipirateria (NMP) a bordo del mercantile Enrica Lexie, di cui facevano parte Latorre e Girone. E questo perché i militari del San Marco non erano stati dotati dell'attrezzatura, invece prevista per questo genere di operazioni.

La seconda ipotesi sarebbe che il materiale registrato e, secondo Capuozzo, condiviso via internet con il Centro Operativo Interforze a Roma, non rivelerebbe nulla di rilevante. Difficile invece pensare che possa aggravare la posizione di Latorre e Girone, dal momento che le autorità indiane, quando salirono a bordo della Enrica Lexie e prelevarono i marò italiani, sequestrarono non solo le armi in dotazione ai militari, ma anche una macchina fotografica e una o due telecamere. Se vi fossero state contenute immagini a carico di Latorre e Girone, non si spiega come mai le autorità dello stato del Kerala prima e di New Delhi poi abbiano deciso di non usarle per provare la colpevolezza dei fucilieri.  

Resta dunque il dubbio che si tratti di foto e filmati che potrebbero scagionare i militari, ma che non sono state utilizzate, né fornite alla Procura di Roma. In questo caso, a spiegare il motivo dell'omissione sarebbe la volontà di coprire la responsabilità di aver inviato un Nucleo militare di protezione senza le dovute strumentazioni, previste anche dall'Imo, l'International Maritime Organization . La convenzione Onu indica infatti che, in caso di incidente, il team leader degli NMP (in questo caso Latorre) debba redigere un rapporto sull'accaduto, corredato possibilmente da materiale audio e video. 

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Redazione