Pedofilia legalizzata? In Iran si può
News

Pedofilia legalizzata? In Iran si può

L'attivista Maryam Namazie lancia una campagna contro la nuova legge della Repubblica islamica che permette ai patrigni di sposare le bambine adottate

Il 22 settembre, un giorno prima dell'apertura delle scuole, il Parlamento di Teheran ha adottato una legge agghiacciante, che permette ai patrigni di sposare le figlie adottive. Per entrare in vigore adesso manca solo la firma del Consiglio dei guardiani della Costituzione. E' una lotta contro il tempo per salvare migliaia di bambine, che potrebbero diventare presto vittime di orchi fatti in casa.

I media internazionali hanno snobbato la questione, ma, in occasione della Giornata internazionale dell'Onu dedicata alle bambine , un'attivista iraniana che da anni si batte per i diritti umani nella Repubblica islamica e che per avere salva la vita è espatriata a Londra, ha lanciato una campagna globale, affinché il governo degli ayatollah avverta la pressione del mondo e la legge che di fatto legalizza la pedofilia nella Repubblica islamica venga cancellata.

Maryam Namazie è una blogger  anti-islam. Conosce molto bene i meccanismi perversi che regolano la vita quotidiana scandita dalle regole dettate dalla sharia e contro queste regole combatte da una vita. A capo del movimento Fitnah (in persiano afflizione) per la liberazione delle donne, ha recentemente pubblicato un durissimo intervento su una nuova rivista dal nome emblematico: Unveiled - Senza velo. Panorama.it l'ha intervistata.

Lei ha appena lanciato una campagna contro la pedofilia legalizzata in Iran. Ci spiega di cosa si tratta?

C'è una legge votata da poco in Iran e originariamente pensata per tutelare e proteggere le bambine, che - in realtà - contiene un aspetto agghiacciante, perché di fatto legalizza i matrimoni tra patrigni e figlie adottive. Questa legge è stata votata a maggioranza dall'Assemblea della Repubblica islamica, e il motivo con il quale hanno giustificato il voto è che quando una bambina raggiunge l'età della pubertà (12-13 anni ndr) secondo la legge islamica deve obbligatoriamente indossare il velo anche in casa, se ha di fronte non suo padre ma un patrigno. Per evitarlo, secondo i legislatori l'unica opzione è che il patrigno possa sposare la bimba adottata, in modo tale che la ragazza possa stare in casa senza velo. Ovviamente, questa è solo una scusa per incoraggiare i matrimoni con le bambine e chiaramente va a minare il diritto di ogni singola donna di essere al sicuro in casa propria. Ci troviamo di fronte a una legge che non fa altro che legalizzare la pedofilia e gli stupri ai danni delle minorenni. 

Alla luce di quanto ci sta raccontando, qual è oggi la condizione delle donne in Iran?

La legge è stata votata in Assemblea, ma deve ancora essere approvata dal Consiglio dei guardiani prima di entrare in vigore. L'ironia, se di ironia possiamo parlare, sta nel fatto che una prima versione della legge era stata respinta dai Guardiani proprio perché non includeva la norma sui matrimoni patrigni-bambine. Adesso che la norma è stata inserita dal Parlamento, non esiste alcun ostacolo alla firma del Consiglio. La legge che legalizza la pedofilia rivela chiaramente qual è la situazione delle bambine e delle donne in Iran. Regna una profonda diseguaglianza in ogni aspetto della vita quotidiana. Si va dai matrimoni con le minorenni all'obbligo del velo appena raggiunta la pubertà, e poi le donne sono segregate e non possono accedere a molti luoghi pubblici. Esistono severe limitazioni nei confronti delle donne solo perché sono donne. Per esempio, non possono lavorare senza il permesso di un uomo-guardiano e così via. Anche se guardiamo alle procedure legali, nei tribunali le testimonianze delle donne per i giudici valgono la metà di quelle rese dagli uomini. Il sistema iraniano è completamente discriminatorio e profondamente ingiusto nei confronti delle donne e delle bambine. E credo che questo sia il riflesso delle leggi religiose e dei fondamenti stessi della religione islamica.

Come si può sostenere questa campagna?

In realtà in Iran esiste una forte opposizione, composta da gruppi e attivisti che lottano per i diritti civili e umani nonostante la dura repressione del regime. Nella Repubblica islamica c'è un movimento secolarizzato molto ampio, che è fortemente critico nei confronti del clero. E anche nel caso di questa legge agghiacciante il governo di Teheran è sottoposto all'interno del Paese a molte pressioni. Ma credo che sia fondamentale il sostegno della comunità internazionale e che le persone di tutto il mondo dovrebbero mostrare la loro solidarietà al popolo iraniano, schierandosi al suo fianco per difendere i diritti dei bambini e delle donne. L'uguaglianza e la secolarizzazione sono valori universali. Al momento la nostra campagna si basa sull'informazione riguardo a questa nuova legge. Chiediamo alle persone di firmare una petizione (chi vuole firmare può cliccare qui ) e l'11 ottobre 2013, in occasione della Giornata internazionale delle bambine, chiediamo a tutto il mondo di concentrare l'attenzione sulla legge iraniana che legalizza gli stupri e la pedofilia e di fare pressioni sul governo di Teheran, via twitter (#Iran #No2LegalPaedophilia ) o email. Più informazione c'è, maggiori saranno le possibilità di cancellare questa legge oscena.

Il giorno delle bambine quest'anno coincide con l'assegnazione del Nobel per la Pace. Qual è il suo candidato?

Non so quali siano gli altri candidati in corsa, ma io darei il Nobel a Malala Yousafzai. Credo che Malala rappresenti la resistenza di donne, bambine, uomini ed esseri umani di tutto il mondo e, in particolar modo, di quelli che vivono sotto la sharia e le leggi islamiche. Molti di loro sono musulmani, tanti sono liberi pensatori e pensatrici. Ecco, credo che Malala rappresenti tutti questi gruppi diversi e la loro resistenza. Quindi, non ho alcun dubbio. Sicuramente il Nobel lo assegnerei a lei.

In un suo recente intervento su Unveiled lei parla del "finto sorriso di Rouhani". Non nutre proprio nessuna speranza nei confronti del nuovo presidente iraniano?

Non credo che Rouhani sia un moderato nel vero senso della parola. Da sempre fa parte dell'establishment della Repubblica islamica e quando Khomeini è tornato in Iran, Rouhani è diventato un alto funzionario di Stato. Per sedici anni è stato a capo della sicurezza nazionale e anche ora, poco prima della sua elezione, è stato consigliere particolare di Khamenei, che è la Guida spirituale dell'Iran. Le stesse elezioni presidenziali a Teheran non sono state vere elezioni. Potevano correre solo candidati che avessero dimostrato la loro fedeltà alla Repubblica islamica e alla sua teocrazia. E Rouhani finora è stato tra questi, dimostrando una fedeltà incondizionata. Insomma, non credo proprio che all'improvviso sia diventato un moderato e che cambierà la vita degli iraniani. Un dato su tutti: dalla sua elezione sono già state giustiziate 200 persone e molte erano donne. In Iran ci sono tre esecuzioni al giorno ed è stata votata una legge contro le donne e le bambine. Credere che Rouhani sia un democratico moderato è un controsenso. Quello che bisogna credere, invece, è che una larga parte del popolo iraniano lotta per combattere il regime. 

E' in favore di un eventuale intervento militare in Iran?

No, francamente non credo che un intervento militare sia l'opzione giusta. Credo invece che sia necessario che il popolo italiano sostenga la lotta degli iraniani contro il regime. L'Italia in questo è un esempio per tutti gli altri Paesi del mondo. Voi italiani avete fatto molte manifestazioni e tanti sit-in in favore di Sakineh e contro la sua lapidazione. Se oggi Sakineh è ancora in vita è anche grazie all'impegno dell'Italia e degli italiani Ecco, io credo che sia necessario continuare su questa strada.

I più letti

avatar-icon

Anna Mazzone