Allarme in Europa. La democrazia perde i pezzi
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Allarme in Europa. La democrazia perde i pezzi

Secondo il rapporto del think-tank britannico Demos il deterioramento dei valori democratici nella Ue è drammatico. A rischio tutti i paesi, da Grecia e Ungheria a Francia e Italia

Dalla Francia alla Grecia, passando per Ungheria e Croazia, la situazione dell'Europa è ad alto rischio. E questa volta non c'entra la crisi economica, che pur continua a vessare i Paesi dell'Ue, ma invece vacillano i valori tradizionali del Vecchio Continente, quelli basati sul principio inviolabile della democrazia. A dirlo non è qualche catastrofista dell'ultima ora, bensì i risultati del rapporto di Demos , un think-tank britannico che si occupa di temi politici europei. 

Violenza, movimenti neonazisti, organizzazioni criminali, corruzione delle istituzioni. E poi rabbia e sconforto dei cittadini europei. Il titolo del rapporto Demos non lascia spazio alle ambiguità: "Democracy in Europe can no longer be taken for granted - La democrazia in Europa non può più essere considerata come garantita...". Questo il cocktail di ingredienti fatali, che stanno avvelenando le democrazie della maggior parte dei Paesi dell'Unione. Non ne restano fuori nemmeno i più grandi, o meglio quelli più "avvezzi" alle pratiche democratiche, come la Francia.

A Parigi soffiano venti gelidi per quanto riguarda l'integrazione. Ultimamente Oltralpe il dibattito si è fatto feroce nei confronti della minoranza rom. Spuntano come funghi sondaggi che dicono che la maggior parte dei francesi vorrebbe spedire i rom nelle loro terre di origine, verso i Balcani. E poi c'è la questione del velo, vietato per legge nei luoghi pubblici. Un omaggio al principio di laicità sul quale si regge lo Stato francese. Un esempio di discriminazione secondo i ricercatori di Demos, che hanno creato per primi un indice per misurare la democrazia negli Stati europei.

Il panorama che salta fuori dal rapporto commissionato dal PSE (Partito Socialista Europeo) è angosciante e rivela che molti Paesi europei al momento vivono un lento deterioramento della democrazia entro i propri confini. La fotografia è impietosa. La sfida è grande. L'Europa si troverà presto a dover riconquistare pezzi di democrazia perduta.

I Paesi più a rischio sono Ungheria e Grecia. Ad Atene, in particolare, i neonazisti di Alba Dorata non solo sono entrati in parlamento con le ultime elezioni, ma hanno anche cominciato a uccidere. Al momento centinaia di migliaia di greci manifestano in piazza per chiedere al governo una legge contro la violenza, che argini gli adepti dell'ultradestra. Ma la risposta da parte dei piani alti della politica tarda ad arrivare. Troppo concentrati sul budget e poco sulla società civile, che annaspa sotto i colpi della crisi e di gruppi xenofobi facinorosi.

Per quanto riguarda invece i Paesi del nord Europa, la palma della democrazia va a Danimarca, Lussemburgo e Svezia, che - secondo Demos - mostrano i segni di una profonda fiducia da parte dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni. Ma il rapporto britannico mostra anche che i Paesi dell'Est, come la Slovenia, la Polonia, l'Estonia e la Repubblica Ceca, sono riusciti a rafforzare le loro democrazie in modo esemplare, nonostante il passato "sovietico" e gli inevitabili strascichi della dittatura.

Maglia nera della democrazia a Ungheria, Bulgaria e Romania, ma anche i Paesi dalla tradizione democratica più antica non possono dormire sonni tranquilli. Oltre alla Francia, secondo Demos è a rischio democrazia anche l'Italia, a causa della corruzione - si legge nella ricerca - del crimine organizzato e della concentrazione della proprietà dei media.

Negli ultimi 15 anni, insomma, l'Europa è diventata molto meno tollerante nei confronti delle minoranze, con un aggravarsi delle forme di razzismo nei confronti dei cittadini di religione islamica, più o meno dalle Torri Gemelle in poi. Il resto l'ha fatto l'impoverimento della classe media dovuto alla crisi economica globale.

La Grecia viene descritta come "un paese travolto dal collasso finanziario, con un tasso di disoccupazione altissimo seguito da rivolte sociali e corruzione endemica", il tutto condito da un pesante sentimento di sfiducia da parte dei greci nei confronti della loro classe politica.

Ma anche la Gran Bretagna non è senza macchia. Londra rientra nella lista dei 10 Paesi più democratici d'Europa solo per quanto riguarda il tasso di tolleranza delle minoranze. E d'altronde il Regno Unito è pur sempre la patria del multiculturalismo, ma poi scivola sul fondo (tra il 21esimo e il 26esimo posto) quando si parla di soddisfazione della società civile nei confronti del tasso di democrazia del Paese. In altre parole, i cittadini britannici vorrebbero una democrazia più "compiuta" e una qualità di vita migliore, soprattutto per quanto riguarda welfare, scuola e sanità.

L'immagine delle democrazie europee è sempre più disastrata e le elezioni per il Parlamento di Strasburgo che si terranno a giugno del 2014 non mancheranno di evidenziare quanto già descritto dai numeri della ricerca britannica. Riconoscere l'importanza dei propri valori democratici, fondamento dell'Unione europea, e ritrovare la coesione sociale perduta sarà la grande sfida dei Ventotto del Vecchio Continente. Ma non è una sfida che si percepisce lontana all'orizzonte. E' già cominciata. E' qui e adesso.

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Anna Mazzone