Elsa e le lacrime del "caimano"
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Elsa e le lacrime del "caimano"

Dopo il pianto per i pensionati la Fornero ha mostrato i denti agli esodati

Ricordate le lacrime del ministro Elsa Fornero nella sua prima uscita pubblica in conferenza stampa? Il ministro del lavoro donna, mentre annunciava le prime dure misure del governo, scoppiò in lacrime pensando ai pensionati.

Molti osservatori si sperticarono in lodi alla qualità umana della Fornero, alla sua capacità (inconsapevole, ovviamente) di comunicazione. In pochi parlarono di “lacrime di coccodrillo”. Altri incensarono la “Lady di ferro che piange”. Elsa si era commossa alla prima “s” della parola “sacrifici”, quelli che il governo stava chiedendo ai pensionati, e non fu in grado di completarla. Bene, la vicenda degli “esodati”, i lavoratori che a seguito dei provvedimenti del governo Monti si ritroveranno d'un tratto senza lavoro e senza pensione, ci illumina oggi sulla vera natura di quelle lacrime. Che nella migliore delle ipotesi (la peggiore ci riporta ai caimani) sono lacrime da scolaro davanti a un compito che non è capace di svolgere.

Questa storia grida vendetta e merita lacrime di vergogna. Il 22 maggio, tre settimane fa, l’Inps aveva già comunicato al governo che gli esodati erano 390.200, cifra per difetto. Gli addetti ai lavori sapevano bene che in realtà erano molti di più dei 65.000 calcolati dal ministro e “salvati” dal decreto Economia-Lavoro.

Il dettaglio che dovrebbe far piangere di rabbia è che la firma sul decreto è successiva all’informativa, quindi il governo sapeva. E decretava sulla pelle di oltre 300mila lavoratori che si sarebbero trovati di colpo, e non per causa loro, senza ciambella di salvataggio.

Non ci furono lacrime del ministro o del premier, allora, e non ci sono state ieri. Anzi, la “Lady di ferro che non piange più” è stata colta da un attacco di bile per la scoperta e divulgazione della verità attraverso l’agenzia di stampa Ansa. E ha convocato presidente e direttore generale dell’Inps per bacchettarli e poi diramare un comunicato che invece di fare chiarezza sui numeri e chiedere scusa, “deplora la parziale e non ufficiale diffusione di informazioni, che ha provocato disagio sociale”.Diffusione che è stata fatta, aggiunge oggi la Fornero, “per danneggiare il governo”. Insomma, un sabotaggio. Tanto che i vertici dell’Inps sarebbero da “rivedere”.

La colpa non sarebbe del ministro che ha nascosto i numeri e condannato scientemente a un futuro incerto oltre 300mila famiglie, ma di chi ha detto la verità, e dei giornalisti che solo ieri l’hanno riportata. I sindacati, che per molto meno sarebbero saltati al collo del ministro Sacconi e del premier Berlusconi, hanno però ragione a dire che prima della Fornero dovrebbero arrabbiarsi le centinaia di migliaia di esodati per quello che ora si vuole far passare come “errore tecnico” (ed è invece uno schiaffo all’intelligenza e al cuore degli italiani). Altro che lacrime. I coccodrilli, al confronto, sono dei teneroni.

Il ministro dei Rapporti col Parlamento, Piero Giarda, invece di piangere si mette le dita a croce sulla bocca per dire “non fatemi parlare” ai giornalisti che gli chiedono chiarimenti. E, dimentico delle angosce di quei 300mila, dopo ulteriori insistenze ironizza: “Potrei rispondervi con un versetto della Norma”. Meglio farebbe a citare, sempre di Bellini, “La Sonnambula”.

Ricordiamoci pure di quei giornalisti che si sono costruiti un’immagine da moralisti facendo per anni la predica ai precedenti governi, ma che davanti alle lacrime della Fornero si sono avventurati in operazioni da regime.

Basti un nome: Barbara Spinelli, su “Repubblica”. Testuale: “Se il cuore di una persona trema, se quello del buon Samaritano addirittura si spacca alla vista del dolore altrui, vuol dire che alla radice delle emozioni forti, vere, c’è un sapere tecnico del mondo. Per questo il pianto del ministro Fornero, quando domenica Monti ha presentato alla stampa la manovra, ha qualcosa che scuote nel profondo. Perché dietro le lacrime e il non riuscire più a sillabare, c’è una persona che sa quello di cui parla: in pochi attimi, abbiamo visto come il tecnico abbia più cuore (sempre in senso biblico) di tanti politici che oggi faticano a rinnovarsi. Pascal avrebbe detto probabilmente: il ministro non ha solo lo spirito geometrico, che analizza scientificamente, ma anche lo spirito di finezza, che valuta le conseguenze esistenziali dei calcoli razionalmente esatti. Balbettavano anche i profeti, per esprit de finesse...”.

Ma senza scomodare Pascal, che ragionava di Dio e non della Fornero, e almeno sapeva fare i conti, una spia fisiognomica ci avrebbe dovuto allarmare guardando il video delle lacrime di Elsa salutate subito dallo stesso Monti come “comunicazione efficace”, perché per dirla col pittore e poeta Fausto Melotti, fine osservatore della mimica facciale, “si può ridere a mezza bocca, ma non si può piangere da un occhio solo”.    

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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