Claudio Scajola, la storia politica
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Claudio Scajola, la storia politica

Dall'ottobre 1982 quando divenne Sindaco d'Imperia a 34 anni all'assoluzione del 27 gennaio 2014 per la questione della casa al Colosseo. TgCom 24: arresto di Scajola

L' ex ministro Claudio Scajola e' stato arrestato dagli investigatori della Dia dei Reggio Calabria  a Roma mentre stava dormendo in un albergo della Capitale. Il suo arresto è uno degli otto provvedimenti eseguiti stamani dalla Dia del capoluogo calabrese. Tra gli arrestati, figurano persone ritenute legate al noto imprenditore reggino ed ex parlamentare Amedeo Matacena, anch'egli colpito da provvedimento restrittivo insieme alla moglie Chiara Rizzo ed alla madre Raffaella De Carolis. Matacena e' latitante, dopo una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.

Le vicende politiche e giudiziarie dell’ex ministro

Nell'ottobre 1982 divenne Sindaco d'Imperia a 34 anni, il più giovane Sindaco d'Italia in una città capoluogo di provincia, dovette dimettersi dopo solo un anno di mandato con  l'accusa di concussione. Nella vicenda, relativa all'appalto per la gestione del Casinò di Sanremo, Scajola venne inizialmente coinvolto nelle indagini per essere stato presente a un incontro segreto a Martigny (Svizzera) insieme all'allora sindaco di Sanremo Osvaldo Vento e ad una delle parti in gara con l’accusa di tentata concussione aggravata. Venne perciò arrestato il 12 dicembre 1983 ma alla fine fu prosciolto da ogni accusa di richiesta di tangenti nel 1988 perché considerato estraneo ai fatti.

Nel 2001 diventa Ministro dell’Interno. Dopo meno di un mese dal suo insediamento al Viminale, avvengono i Fatti del G8 di Genova del luglio 2001 dove l'Italia viene messa sotto accusa per le violenze delle forze dell'ordine da Amnesty International, e su cui si è in seguito espressa anche la Corte europea dei diritti dell'uomo. Nel febbraio 2002, il ministro Scajola dichiarò in relazione all'organizzazione del G8 di avere autorizzato ad aprire il fuoco in caso di ingresso dei manifestanti nella zona rossa. Disse: ”Fui costretto a dare ordine di sparare se avessero sfondato la zona rossa". Tali dichiarazioni suscitarono sconcerto e vivaci polemiche.

Nel 2002 venne assassinato il professore universitario Marco Biagi, consulente del governo. Scajola finì al centro di polemiche poiché il ministero da lui diretto aveva tolto la scorta a Marco Biagi nonostante questi avesse manifestato preoccupazione per la propria vita.

Nel 2010 il Caso Anemone. La Guardia di Finanza trova traccia di assegni circolari per circa 900.000 euro, tratti da un conto corrente bancario intestato ad un professionista vicino al gruppo presieduto dall'imprenditore romano Diego Anemone. Durante le indagini i finanzieri scoprono che quegli assegni sono legati alla vendita a Scajola di un appartamento a Roma, in Via del Fagutale, davanti al Colosseo.

Scajola ha sempre negato queste circostanze ribadendo in più occasioni di aver pagato l'immobile con i 600.000 euro attestati nell'atto notarile e di tasca propria, per i quali ha contratto regolare mutuo. Per questa vicenda il 4 maggio Scajola si è dimesso da Ministro motivando la sua decisione con la volontà di difendersi dalle accuse. Nelle spiegazioni della propria estraneità ai fatti Scajola ha dichiarato che, se gli assegni esistono e sono stati riscossi per il pagamento della casa, evidentemente la casa gli è stata pagata "a sua insaputa".

Il 29 agosto 2011 la procura di Roma ha aperto un'indagine sull'ex ministro per la vicenda della casa.

Il 16 dicembre 2011 si viene a conoscenza che la Procura di Roma ha citato direttamente a giudizio, davanti al tribunale monocratico, l'ex ministro e Diego Anemone. Scajola sarà processato per finanziamento illecito ad un singolo parlamentare.

Il 7 gennaio 2013 il GIP archivia le accuse mosse a Scajola per la vicenda del Porto di Imperia decretandone l'estraneità da ogni reato. Alle elezioni politiche del 2013 davanti a evidenti difficoltà, annuncia la sua volontà a non ripresentare la sua candidatura in Parlamento. Il 27 gennaio 2014 viene assolto perché il fatto non costituisce reato per la questione della casa in zona Colosseo.

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Nadia Francalacci