Barbara Matera (Fi): "Così cambieremo l'Ue"
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Barbara Matera (Fi): "Così cambieremo l'Ue"

Bce, politica estera, rapporti con la Germania. I progetti per l'Europa della giovane politica foggiana, candidata al parlamento di Strasburgo

 

“Quest’Unione europea così com’è non ci piace, e va cambiata”: è combattiva Barbara Matera, europarlamentare di Forza Italia uscente e nuovamente candidata al parlamento di Strasburgo, impegnata in una campagna elettorale a tutto campo attorno all’idea della riforma dell’Unione. “Il cancelliere tedesco non può più essere l’unico vero leader”, sottolinea la trentatreenne politica foggiana, “ma soltanto uno dei 28 capi di governo dei Paesi che costituiscono l’Unione europea. Non ci sono solo i tedeschi ma tanti altri paesi che meritano di essere ascoltati all’interno del parlamento europeo per contare di più all’interno dell’Ue”.

L’ideale di Unione che la Matera disegna è quello del gruppo Ppe di Strasburgo, che abbia un’unica politica estera e per la sicurezza, un’unica politica fiscale ed economica, una Bce che possa sostenere anche il debito pubblico degli Stati dell’Unione, se serve – come fa la Fed negli Stati uniti – anche stampando moneta. E Barbara Matera – che i bookmakers considerano ben posizionata per le elezioni, anche in considerazione delle norme sulle “quote rosa” -  spiega alla gente che va ad ascoltare i suoi comizi, nel “tour” elettorale di questi giorni, di voler restare a Strasburgo “per continuare il lavoro fatto anche in ottima collaborazione con tanti colleghi stranieri per tutelare l’Italia e gli altri Paesi meno forti in un’Europa che deve cambiare”.

“In questi cinque anni sono stata nelle commissioni  bilancio, pari-opportunità e pesca, tre materie completamente diverse ma tutte soddisfacenti, sia come esperienza che come risultati”, racconta: “In particolare – inutile dirlo, visto che sono della provincia di Foggia – quella sulla pesca”.

Insomma, la linea di Forza Italia per l’Europa, che la Matera declina, sostiene che l’Italia debba assolutamente restare in Europa, ma cambiandola dal suo interno. Qualche risultato parziale, del resto, è stato già ottenuto in questa direzione: “Sì, noi parlamentari italiani, senza distinzioni partitiche, ci siamo spesi, con successo, affinchè le risorse destinate alle politica agricola comunitaria restassero sui livelli degli ultimi anni”, ricorda la Matera: “E a chi sostiene che Strasburgo si occupa di sciocchezze vorrei solo ricordare che l’80 per cento della legislazione nazionale dei cui si occupano i parlamentari e senatori europei nasce dalle direttive europee che vanno adottate e regolamentate paese per paese”.

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