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Maltempo, le opere di prevenzione sui fiumi possono essere dannose

Secondo il Presidente dell'Ordine dei Geologi liguri non è possibile mettere in sicurezza i corsi d'acqua. Anzi, si richia di peggiorare la situazione

"La storia del Piemonte dimostra che le opere fatte hanno mitigato gli effetti dell'emergenza maltempo". Sono le parole del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, pronunciate dopo aver terminato la visita a Torino alla centrale della protezione civile piemontese.

La Protezione Civile del Piemonte, indubbiamente, sta facendo un ottimo lavoro in ore davvero difficilissime per il territorio piemontese e ligure, dove in soli 4 giorni è caduta la pioggia di 6 mesi, con picchi di 720 litri al metro quadrato.

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Ma veramente le opere attuate dall’uomo lungo i corsi dei fiumi hanno “arginato”, come sostiene il premier Renzi, i danni dell’esondazioni?

Lo abbiamo chiesto al Presidente dell’Ordine dei Geologi della Liguria, Carlo Malgarotto.

Dottor Malgarotto, torrenti e fiumi esondano nonostante siano stati messi in sicurezza. Quanto sono utili le opere ingegneristiche che sono state realizzate sugli argini dei fiumi?
Bisogna partire dal concetto che la “messa in sicurezza” non è possibile, sono realisticamente possibili solo interventi di mitigazione del rischio. Ogni opera idraulica realizzata ha delle inevitabili conseguenze, nel corso di questi ultimi anni abbiamo visto ad esempio aree allagate perché gli argini facevano da diga alle acque provenienti dal colline. Non bisogna dimenticare che ogni argine alza il livello della piena a valle. Auspichiamoci che gli “Indirizzi per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico” di #italiasicura, diventino uno standard di progettazione, proprio per la visione completa di ogni intervento, con la valutazione degli effetti dell’opera in progetto e la loro ammissibilità.

È vero che in passato, le piene dei torrenti e dei fiumi raggiungevano le valli molto più lentamente. In che modo si può "rallentare" la discesa dell'acqua?
“Ingabbiare” i corsi d’acqua con argini e cemento, da un lato evita allagamenti, dall’altro concentra le acque che confluiscono sempre più velocemente verso il corso d’acqua principale. Quindi la maggior parte delle acque che cade in un bacino, prima aveva il tempo di infiltrarsi, di ruscellare diffusa sul terreno, dando la possibilità ai corsi d’acqua di smaltirla senza troppi danni, adesso, invece, arriva tutta concentrata. E questo genera l’innalzamento del livello dei corsi d’acqua principali. In sostanza è quello che è successo in questi giorni, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Bisogna dare nuovamente all’acqua la possibilità di infiltrarsi, al limite anche trattenendola con piccole vasche di accumulo per ogni abitazione.

Per evitare allagamenti, frane e smottamenti si parla sempre dell'importanza di coltivare i terreni per renderli permeabili.

Ad esempio, premesso la straordinarietà dell’evento, quanto può incidere in questo periodo autunnale la presenza sul terreno anche di un enorme quantitativo di foglie secche?
Incide proprio come tutti gli altri fattori che rendono meno permeabile la superficie del suolo. Le foglie secche aumentano il ruscellamento, che a volte si concentra, soprattutto lungo la viabilità, con evidenti fenomeni di erosione che poi si evolvono in frane.

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ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
Allagamento a Tetti Piani, frazione di Moncalieri (Torino)- 25 novembre 2016

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Nadia Francalacci