Lo stop di Bergoglio alla legalizzazione delle droghe
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Lo stop di Bergoglio alla legalizzazione delle droghe

Un potefice proiettato sui temi sociali che incontra poveri e tossicodipendenti: "Non è con la liberalizzazione che si potrà ridurre l’influenza della dipendenza chimica"

Dopo l’appello a un’economia che favorisca «l’inclusione» sociale e offra un futuro alle nuove generazioni vittime della disoccupazione e delle disuguaglianze, lanciato il primo giorno del suo viaggio in Brasile, papa Francesco il 24 luglio ha espresso un secondo potente richiamo su un tema che sta facendo molto discutere in America Latina e non solo: la legalizzazione della droga. È una richiesta che attraversa anche i movimenti che protestano contro il governo brasiliano e che stanno manifestando con forza anche durante la visita del Papa.

In occasione della visita all’ospedale San Francesco di Assisi di Rio, dove ha inaugurato un nuovo padiglione dedicato al recupero di tossicodipendenti e alcolisti (realizzato anche con il contributo dell’otto per mille della Cei), Bergoglio ha usato parole durissime contro «i mercanti di morte» e le proposte di liberalizzazione della droga. Per il Papa dunque, le proposte «libertarie» di legalizzazione delle droghe leggere e per il consumo personale si saldano con gli interessi dei narcotrafficanti: «Quanti “mercanti di morte” che seguono la logica del potere e del denaro ad ogni costo! La piaga del narcotraffico, che favorisce la violenza e semina dolore e morte, richiede un atto di coraggio di tutta la società. Non è con la liberalizzazione dell'uso delle droghe, come si sta discutendo in varie parti dell’America Latina, che si potrà ridurre la diffusione e l’influenza della dipendenza chimica. È necessario affrontare i problemi che sono alla base del loro uso, promuovendo una maggiore giustizia, educando i giovani ai valori che costruiscono la vita comune, accompagnando chi è in difficoltà e donando speranza nel futuro».

Nel suo primo viaggio  internazionale Bergoglio si presenta dunque molto proiettato sui temi sociali (come era prevedibile). Questa attenzione si traduce in una proposta precisa anche sul fronte del «credere»: per papa Francesco una delle dimensioni essenziali della fede deve essere quella dell’«abbraccio»: «Abbracciare. Abbiamo tutti bisogno di imparare ad abbracciare chi è nel bisogno, come san Francesco. Ci sono tante situazioni in Brasile, nel mondo, che chiedono attenzione, cura, amore». Il pontefice sta mettendo in pratica fin dal primo momento in cui ha messo piede in terra carioca questa dimensione dell’abbraccio: pioggia e maltempo che stanno mettendo a dura prova la resistenza del milione e mezzo di giovani giunti in Brasile non frenano infatti l’incontro con il Papa. Anzi la folla lo aspetta per ore ed egli non si risparmia per stringere le mani, accarezzare gli ammalati, benedire i bambini, fermarsi tra i giovani anche sotto la pioggia battente.

Così è stato nella visita all’ospedale ma anche nella mattinata del 24 luglio, quando il pontefice si è recato al santuario di Aparecida. Acqua, vento e freddo ancora una volta hanno accolto papa Francesco in quel santuario, luogo della prima grande cerimonia del viaggio in Brasile per la Giornata mondiale della Gioventù. Un maltempo che tuttavia non ha fermato gli oltre 200 mila fedeli (in maggioranza brasiliani) che erano accorsi per incontrarlo. Il Papa ha affidato l’America latina e il suo pontificato alla protezione della Vergine Maria e ha dato appuntamento ai brasiliani per la sua prossima visita al santuario nel 2017, a 300 anni dal ritrovamento della statua della Madonna nel fiume Paraìba. Nell’omelia il pontefice ha definito i giovani, «motore della società» e ha chiesto al mondo di incoraggiare «la generosità che caratterizza i giovani, accompagniamoli nel diventare protagonisti della costruzione di un mondo migliore: sono un motore potente per la Chiesa e per la società. Non hanno bisogno solo di cose, hanno bisogno soprattutto che siano loro proposti quei valori immateriali che sono il cuore spirituale di un popolo, la memoria di un popolo». «Lasciarsi sorprendere da Dio» e «vivere nella gioia» sono gli altri due atteggiamenti che papa Francesco ha raccomandato non solo ai giovani ma a tutti, sia credenti, sia uomini alla ricerca della fede.

Nonostante tutti i timori legati alla sicurezza (inclusa la scoperta di un ordigno esplosivo proprio nel santuario di Aparecida pochi giorni fa) il pontefice ha continuato a girare a lungo tra la folla con la papamobile. Tuttavia il dispositivo della sicurezza si è fatto ancora più massiccio. Anche per tenere lontani dal contatto con il Papa e dalla stampa mondiale i manifestanti che protestano contro il governo brasiliano. Le polemiche riguardano anche i costi della Giornata. Ha dovuto rispondere il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, affermando, in un’intervista alla Radio Vaticana, che i costi della Giornata sono coperti in parte dalla Chiesa e in parte dagli introiti (guadagni) che arrivano con i numerosi pellegrini.

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Ignazio Ingrao

Giornalista e vaticanista di Panorama, sono stato caporedattore dell’agenzia stampa Sir e diretto il bimestrale Coscienza. Sono conduttore e autore della trasmissione A Sua Immagine su RaiUno

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