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L’Italia vieta la cannabis e la mafia ringrazia

“Preferiscono che i malati si procurino la cannabis terapeutica attraverso il mercato illegale piuttosto che consentire l’autocoltivazione”, spiega la deputata radicale Rita Bernardini nel corso della manifestazione “Cannabis: Italia chiama Usa” che si è tenuta ieri in piazza Montecitorio (qui …Leggi tutto

“Preferiscono che i malati si procurino la cannabis terapeutica attraverso il mercato illegale piuttosto che consentire l’autocoltivazione”, spiega la deputata radicale Rita Bernardini nel corso della manifestazione “Cannabis: Italia chiama Usa” che si è tenuta ieri in piazza Montecitorio (qui audiovideo completo a cura di RadioRadicale)

La deputata Radicale, che da mesi conduce un’azione di disobbedienza civile coltivando la piantina proibita sul suo terrazzo, ha distribuito cime di pianta di marijuana ad alcuni malati di sla in carrozzella. A ben vedere, la famigerata legge Fini – Giovanardi, quella in forza della quale si trovano dietro le sbarre oltre il 30 percento dei detenuti nei penitenziari italiani, consente l’uso terapeutico della cannabis; nella realtà però l’accesso e la commercializzazione dei farmaci cannabinoidi sono a dir poco complicati. Una casualità o una precisa scelta politica?

Nonostante la richiesta a gran voce dell’intervento delle forze dell’ordine da parte della Bernardini, si sono attese alcune ore prima che i carabinieri intervenissero per sequestrare circa 600 grammi di marijuana. Per un tale quantitativo, a norma di legge, avrebbero dovuto provvedere persino all’arresto in flagranza della parlamentare (che per un tale delitto non gode di alcuna immunità), cosa che invece non hanno fatto. La legge, come di consueto, si piega ad esigenze superiori: meglio evitare il baccano mediatico.

In Italia di certe cose meno si parla e meglio è. Negli Stati Uniti invece l’uso della cannabis, non solo a scopo terapeutico, è stato legalizzato per via referendaria in alcuni Stati in concomitanza con le ultime elezioni presidenziali.
Nel Belpaese  poco importa se a migliaia di malati viene praticamente impedito di esercitare un diritto, che pure la legge loro riconosce; poco importa se l’unico effetto delle proibizioni e degli impedimenti burocratici è l’arricchimento delle narcomafie; poco importa se la mozione di Rita Bernardini l’hanno sottoscritta parlamentari di tutti gli schieramenti (esclusi, neanche a dirlo, Idv e Lega). Ah, per quel che vale, la mozione l’ha sottoscritta pure Umberto Scapagnini, il medico di Silvio Berlusconi.

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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