Afghanistan: lince più sicuri con le torrette a controllo remoto
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Afghanistan: lince più sicuri con le torrette a controllo remoto

La botola aperta nella "ralla" del mitragliere è il punto debole dei Lince. I talebani lo sanno.

Alla fine è stato catturato, o almeno così pare, dopo aver cercato di fare il bis, di infilare ancora una bomba a mano nella botola di un blindato italiano Lince . Il ventenne afghano arrestato dalla polizia è tornato sul luogo del delitto nel centro di Farah cercando di colpire, ieri mattina alle 11,45,per la seconda volta i militari italiani a 300 metri da dove sabato scorso aveva ucciso con la stessa tecnica il capitano Giuseppe La Rosa.

"Il tentativo di inserire bombe a mano all'interno dei Lince è una strategia a cui nel giro di 24 ore le forze armate hanno saputo mostrare di trovare rimedio" ha detto a Radio Anch'io il ministro della Difesa Mario Mauro. L'attentato di sabato scorso "è stato il frutto di un'azione pianificata al punto che è stata riproposta secondo una logica di attentato che cerca di superare la stabilità dell'automezzo Lince".
Il giovane ha lanciato una granata cercando di “fare canestro” con la botola di un Lince nella quale era appostato il mitragliere da una distanza di circa 10 metri. Lancio fallito perché l’ordigno è rimbalzato sul blindato esplodendo a terra dove ha ferito leggermente alcuni civili. L’uomo è stato arrestato dalla polizia afghana e riconosciuto dai militari italiani come la stessa persona che ha ucciso il capitano La Rosa.

L'attacco al convoglio italiano, in fase di rientro alla base - ha spiegato il ministro della Difesa - è "iniziato con il rallentamento in prossimità di un incrocio, all'interno del centro abitato, provocato, oltre che dalla conformazione stradale, da due Toyota e da un'autocisterna che procedeva in senso inverso. All'arrivo dei mezzi italiani, l'autocisterna si allontanava, mentre una delle due Toyota si portava in mezzo alla carreggiata fermandosi e provocando l'arresto del convoglio (immediatamente il conduttore scendeva e si allontanava) mentre la seconda agiva da blocco in coda al convoglio stesso".

A questo punto l'attentatore "che stava parlando con un poliziotto al lato della strada, nei pressi di un assembramento di persone, è salito velocemente sul mezzo in testa al convoglio e ha lanciato attraverso la botola superiore un ordigno, dandosi poi alla fuga e confondendosi nella folla. La granata - ha proseguito Mauro - cadeva nella parte posteriore del veicolo occupato dal capitano La Rosa. L'ufficiale gridava tre volte “granata” e, valutata l'inutilità di evacuare il mezzo, si interponeva tra l'ordigno e i commilitoni per ridurre gli effetti dell'esplosione"

Il ministro ha poi aggiunto in Parlamento (in un'Aula semi vuota) che Il poliziotto che era stato visto nell'incrocio all'inizio del fatto, si è dileguato, nonostante fosse stato sollecitato a fornire supporto".  Da quanto emerso sembra di capire che si sia trattato di un attentato che ha coinvolto parecchi insorti oltre all’attentatore, aspetto che potrebbe preludere ad altre azioni mirate a colpire dall’interno il Lince, mezzo che in decine di occasioni ha protetto i militari al suo interno da mine e ordigni improvvisati.

Eppure il modo per evitare la vulnerabilità rappresentata dalla botola esiste ed è già diffuso sui mezzi di questo tipo utilizzati da alcuni dei dieci eserciti che l’hanno acquisito.  Per non esporre il mitragliere al fuoco nemico e al rischio di rovesciamento del veicolo e impedire il lancio di ordigni all’interno del mezzo sarebbe sufficiente adottare torrette dotate di mitragliatrice e gestibili dall’interno del mezzo con un joystick.  Il RAF Regiment britannico con i suoi Lince (ribattezzati Panther) dotati di queste torrette (nella foto)  proteggono il perimetro delle basi di Camp Bastion e Kandahar senza esporre i militari all’esterno del veicolo. Negli anni scorsi, quando apparve chiaro che i mitraglieri dei Lince erano i militari più esposti al fuoco nemico, vennero acquisire torrette blindate troppo pesanti, che non offrivano una protezione completa  aumentavano il rischio di rovesciamento del mezzo.

Altre torrette, le Hitrole a controllo remoto sono state ordinate a Oto Melara in 81 esemplari con un contratto da 20 milioni di euro. Quaranta di questi mezzi sono stati consegnati e dieci sono operativi in Afghanistan ma l’esercito non ha i fondi per dotare di torretta Hitrole tutti i circa mille Lince di cui dispone.

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Gianandrea Gaiani