Le prime risposte alla lettera di Renzi
Berlusconi disponibile a trattare, Grillo no - Le proposte - Il sondaggio
Legge elettorale, fine del bicameralismo perfetto e modifica del titoloV della Costituzione: Matteo Renzi mette all'angolo il premier Enrico Letta e scrive direttamente ai leader degli altri partiti.
Dopo essersi attribuito 3 milioni di voti alle scorse primarie dell'8 dicembre - oltre un milione di voti in più rispetto a quelli effettivamente ottenuti – il segretario del Pd ha messo nero su bianco le sue proposte di riforma e le risposte non si sono fatte attendere.
Nella missiva il segretario democratico si dice disponibile a recepire suggerimenti, stimoli, critiche – al punto da non mettere sul tavolo una sua proposta secca in particolare sulla legge elettorale bensì tre alternative - ma vuole fare presto. “La politica non può più fare passi falsi” scrive annunciando che dalla prossima settimana chiederà appuntamenti bilaterali “a chi sarà disponibile a incontrarsi”.
Trai primi a rispondere il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che in una nota, oltre a lanciare la richiesta di un election day in cui gli italiani votino sia per le europee che per le politiche, ha espresso apprezzamento per il metodo proposto dal segretario Pd “sia rispetto alla possibilità di incontri e consultazioni bilaterali, sia rispetto al fatto che abbia messo sul tavolo diverse ipotesi, tra le quali c’è certamente una soluzione ragionevole, utile a garantire governabilità piena, un limpido bipolarismo e chiarezza di scelta per gli elettori”.
Tre le ipotesi avanzate da Renzi per la nuova legge elettorale:
1) Il modello spagnolo con divisione del territorio in 118 piccole circoscrizioni e attribuzione alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15% (92 seggi). Ciascuna circoscrizione elegge un minimo di quattro e un massimo di cinque deputati. Soglia di sbarramento al 5%.
2) Il Mattarellum rivisitato: 475 collegi uninominali e assegnazione del 25% dei collegi restanti attraverso l'attribuzione di un premio di maggioranza del 15% e di un diritto di tribuna pari al 10% del totale dei collegi.
3) Il doppio turno di coalizione dei sindaci: chi vince prende il 60% dei seggi e i restanti sono divisi proporzionalmente tra i perdenti. Possibile sia un sistema con liste corte bloccate, con preferenze, o con collegi. Soglia di sbarramento al 5%.
Probabile che parlando di “soluzione ragionevole” Berlusconi – benché da sempre sostenitore del premierato forte - si riferisse alla soluzione spagnola mentre esplicita è la preferenza espressa dal leader di Ncd, nonché vicepremier e ministro dell'Interno Angelino Alfano, per il modello dei sindaci. “L'impianto di quella legge e' chiaro e ha funzionato – ha scritto Alfano in una nota - Non c'e' bisogno di molte altre parole. Se si vuole si puo'. Noi la legge elettorale la vogliamo cambiare e subito”.
“Pronta a discutere” si è detta Scelta civica. Il partito di Mario Monti è sempre stato tra i più freddi nei confronti di un maggioritario puro che metterebbe seriamente a rischio il suo ingresso in Parlamento, ma l’accelerazione di Renzi non dispiace al senatore e portavoce politico Benedetto Della Vedova “disponibile da subito a discutere, con le nostre proposte, i temi impostati dal segretario Pd”.
Su quale modello dovrà sostituire il Porcellum, praticamente indifferente è la Lega che per bocca del suo nuovo segretario, Matteo Salvini, ha più volte ribadito di voler andare al vota il prima possibile “indipendentemente dalla legge elettorale”, mentre per Sel il ritorno al Mattarellum, anche modificato, ha sempre rappresentato l'unica proposta immediatamente cantierabile.
Renzi ha parlato anche di “riforma del bicameralismo con la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie Locali e la cancellazione di ogni indennità per i senatori che non vengono più eletti ma diventano tali sulla base dei loro ruoli nei Comuni e nelle Regioni”.
Una proposta lanciata direttamente a Beppe Grillo anche nell'intervista odierna al Fatto Quotidiano e rispedita subito al mittente sia da alcuni senatori secondo i quali quella di Renzi “è solo propaganda che da Paolo Becchi, docente di filosofia del diritto considerato da molti ideologo di riferimento dei 5 Stelle, che su Twitter ha scritto: “Renzi si metta il cuore in pace non ci sarà alcuna riforma del bicameralismo perfetto con l’aiuto del M5S. Cominci a restituire il maltolto”.
Infine c'è la richiesta di riforma del titolo V “che semplifichi il quadro costituzionale e istituzionale, che restituisca allo Stato alcune competenze oggi in mano alle Regioni (per esempio l'energia) e che riduca il numero e le indennità dei consiglieri regionali al livello di quello che guadagna il sindaco della città capoluogo”.
Un mantra, quello del taglio dei costi della politica a partire dagli stipendi dei politici, che tutte le forze politiche hanno fatto proprio da tempo ma che non sempre si è tradotto in interventi sostanziosi come quelli richiesti da Grillo che, da parte sua, ha già restituito 42 milioni di rimborsi elettorali e dimezzato le indennità dei suoi deputati e senatori mentre gli altri partiti ancora discutono sull'abolizione definitiva del finanziamento pubblico.
Ma Renzi lo ha scritto nero su bianco che a questo punto “non servono molti giri di parole: volendo, in qualche ora si chiude tutto”.