L'ipocrisia della Boldrini sulla Bossi-Fini
ANSA / FRANCO LANNINO
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L'ipocrisia della Boldrini sulla Bossi-Fini

Lettera aperta al presidente della Camera che ha attaccato la legge (responsabile a suo dire della strage di Lampedusa) senza però firmare il referendum per la sua abrogazione - Le foto

Gentilissima Signora Laura Boldrini, presidente della Camera,

Affermare che senza la legge Bossi-Fini la tragedia di Lampedusa non sarebbe avvenuta non ha senso alcuno. E' un salto logico, c'e' poco da fare.

Poniamo che la legislazione italiana non avesse criminalizzato lo status dell'immigrato clandestino, come invece ha fatto: non per questo potremmo escludere che alcune centinaia di disperati nordafricani non avrebbero comunque tentato la traversata nel Mediterraneo e che quell'incendio non avrebbe in ogni caso risucchiato per sempre le vite di molti di loro.

Reagire al drammatico accadimento sbraitando contro una legge, che chi scrive non condivide affatto, significa strumentalizzare una tragedia.

Manco a dirlo, presidente, Lei non ha perso tempo per far sentire stentorea la Sua pedagogica voce.

Lei in questi mesi non ha perso occasione per ricordarci come dovremmo noi donne acconciarci per non trasmettere 'stereotipi' femminili a Lei sgraditi; non ha perso occasione per enucleare il Boldrini pensiero su ogni amenità, per discettare lezioni di buona morale a destra e a manca (salvo poi essere platealmente smascherata da Striscia che ha scovato, persino nel Suo nobile armadio, lo scheletruccio di un lavoretto affatto in linea con i Suoi stessi dettami: Cocco, s'intitolava così la gara tra Spogliarelle e Babba'). Ma noi non La giudichiamo per questo. Non le facciamo la morale, noi.

Non le facciamo pesare neanche la sua oggettiva inadeguatezza al ruolo che L'hanno chiamata a ricoprire. Quando pero' Lei lancia strali contro la vituperata Bossi Fini, a noi viene un po' da sorridere dinanzi a cotanta umana ipocrisia.

Qual e' il contributo che Lei e Sel, il partito di cui e' esime esponente, avete apportato alla raccolta di firme, purtroppo fallita, per il referendum radicale contro la Bossi Fini? Zero. Zero firme, zero interventi, zero dichiarazioni alla stampa.

Lei, che pure e' stata portavoce dell'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite - solo a pronunciarlo, vengono i brividi -, si e' tenuta ben distante da quella che sarebbe dovuta essere la Sua naturale battaglia. In questi mesi Lei ci ha riempito le orecchie con le sue intemerate pseudofemministe contro le tette e i culi al vento alternate a lezioncine ortopediche per i giornalisti e per i blogger, tutti sull'attenti contro il web insulto che L'aveva, ahinoi, sfiorata.

Lei ci ha riempito le orecchie con queste stucchevoli questioni.

Se solo si fosse recata ad un tavolo, se solo lo avesse fatto, forse i cittadini italiani avrebbero potuto esprimersi anche su quel referendum, contro quella legge a Lei così ferocemente invisa. Invece niente, ai tavoli si e' presentato quel mattacchione di Silvio Berlusconi, a cui piace sempre sorprendere. Il Pdl peraltro ha raccolto un po' di firme anche su quel quesito. Ma Berlusconi, si sa, e' un discolo, e non si prende sul serio come Lei.

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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