La rinascita di Perugia
ANSA/PIETRO CROCCHIONI
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La rinascita di Perugia

A poche settimane dalla sua elezione sembra funzionare il progetto del sindaco Romizi: sicurezza, spendindg review e collaborazione

L'operazione riscatto è iniziata. Perugia sta risalendo la china, vuole dimostrare a tutti che non è “la città della droga”, che gli spacciatori non sono i signori e padroni delle vie del Centro. Che piazza del “Bacio”, firmata da un archistar come Aldo Rossi, non è il ricettacolo di piccola e grande criminalità ma un luogo di nuovo vivibile. Il neo sindaco di centrodestra, Andrea Romizi vuole “cambiare il verso”  e sin dai primi giorni di governo ha studiato un nuovo “modello Perugia” con al centro tre punti programmatici fondamentali: sicurezza, spending review, apertura e volontà di collaborazione con tutti, compresa l'opposizione. 

Il primo problema della città è – come è noto – quello dell'ordine pubblico e dello spaccio. Romizi lo ha affrontato incontrandosi in primis con il ministro Alfano che ha assicurato un' “attenzione particolare” verso il capoluogo umbro. Così come il sottosegretario   Gianpiero Bocci.  Analoghi impegni sono stati presi dai diversi responsabili dell'ordine pubblico che hanno già raddoppiato gli sforzi, mentre il giovane sindaco “batte” quartiere per quartiere. Raccoglie opinioni e consigli dei cittadini, cerca di rassicurarli con la sua presenza. Vicinanza, orecchie attente, dialogo continuo con tutti. La gente ha capito il messaggio e risponde con entusiasmo. L'iniziativa più coinvolgente è stata proposta da un'associazione cittadina e dal suo responsabile, Tommaso Morettini, ricevendo l'immediata adesione dell'amministrazione comunale. Ci sarà una grande cena sul sagrato del Duomo e intorno alla fontana dei fratelli Pisano, là dove gli spacciatori si sono mossi minacciosi e incontrollati per troppo tempo. Un modo per dire a quei loschi figuri che i perugini hanno deciso di “riappropriarsi” della loro città. Si sta lavorando perchè in tanti partecipino all'evento, a partire dal “padrone di casa”: il vescovo Gualtiero Bassetti. A giorni verrà decisa la data. 

L'operazione “di nuova socializzazione” avrà  come primo appuntamento quello del 10 agosto. San Lorenzo è il patrono di Perugia ed era tradizione festeggiarlo con un “concertone” rock. Quest'anno l'assessore alla Cultura Teresa Severini, brillante imprenditrice e scrittrice, ha messo orchestrine in ben otto piazze e piazzette del centro storico e anche nella più decentrata piazza del Bacio, a tre passi dalla stazione. Si farà “musica da vivere”, si converserà, si ballerà. Ci sarà un clima di festa “diffuso”, una sorta di Parigi style per “rivalorizzare” anche luoghi difficili, evitando un sovraccarico di rumore sotto il Duomo e sotto Palazzo dei Priori: i troppi decibel infatti non  fanno bene alle architetture medievali. Lo splendido scenario continuerà ad essere usato anche per fare concerti (del resto in luglio ha ospitalo uno dei palchi  di Umbria jazz), ma con maggiore discernimento.

Le novità per la festa di San Lorenzo inoltre hanno consentito una salutare diminuzione dei costi economici. Il bilancio comunale è infatti  in grande sofferenza: mancano ben nove milioni e mezzo di euro. Un vero e proprio “buco nero”. Proprio qualche giorno fa si è venuto a sapere poi che Perugia è fra le amministrazioni più “spendaccione” d'Italia: i servizi ai cittadini costano  il 44 per cento in più della media nazionale. Troppo, decisamente troppo. E in pieno clima di spending review non si può fare a meno di dare qualche seria sforbiciata. 

All'operazione “riscatto”  stava già lavorando da qualche mese il nuovo Rettore dell'ateneo: un impegno il suo teso a rilanciare ricerca, didattica, qualità dei servizi, ma anche la presenza nel Centro storico degli studenti. Un modo per allontanare definitivamente il terribile fantasma dell'omicidio Meredith, lugubre metafora del degrado di una città.

Dopo la sicurezza e le compatibilità di bilancio il terzo elemento del nuovo “modello Perugia”è la trasparenza e la collaborazione. Romizi ha voluto creare un “tavolo” a cui possono partecipare associazioni e cittadini. E non perde occasione per prestare orecchio alle sollecitazioni dell'opposizione. In fondo è proprio questa strategia della presenza, dell'ascolto, del sorriso che lo ha reso tanto popolare fra i perugini. E che lo ha portato a trionfare in una delle città più rosse d'Italia. Stile politico che vince... non si cambia.

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Matteo Spina