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La Rai secondo Grillo: tutto quello che c'è da sapere

Due reti di Stato sul mercato, una senza pubblicità. Ecco cosa significa e cosa c'è dietro al proclama dell'ideologo del M5S

Le parole sono importanti. Quando, il 29 giugno, il garante del M5S Beppe Grillo si è affacciato con il megafono dalla sua finestra dell’hotel Forum di Roma urlando: "Rai Tre, Rai Due, Rai Uno: due saranno messe sul mercato e una senza pubblicità. Questo dice  'L’Elevato' (così si autodefinisce il comico) e accontentatevi di questo, grazie", tutti hanno capito e pensato che Grillo fosse intenzionato a privatizzate due reti Rai.

"Non è detto che sia così" chiarisce a panorama.itFrancesco Siliato, analista televisivo e partner dello studio Frasi, istituto di ricerca specializzato in scenari mediatici. Con lui abbiamo analizzato i vari punti del proclama di Grillo, smentito da Luigi Di Maio (ha sottolineato che il contratto di governo punta ad eliminare la lottizzazione dalla Rai e ha quindi rilanciato con la proposta di creare una piattaforma italiana di contenuti in streaming che equipari la Rai e Mediaset a Netflix) e arrivato in un momento cruciale per la Rai.

Martedì 3 luglio, i partiti dovranno indicare i propri nomi per la Commissione parlamentare di Vigilanza, l’11 luglio Camera e Senato dovranno nominare quattro membri del Cda e poi il governo indicherà altri due nomi. Ma al centro delle attenzioni di Lega e M5s c’è la figura dell’amministratore delegato: ciascuno dei due partiti lo vorrebbero indicare e forse Grillo ha sparato alto sulla Rai per puntare invece al numero uno della tv pubblica.

Vediamo intanto, con Siliato, cosa significa (e cosa comporterebbe) la proposta di Grillo.

Due reti Rai sul mercato

"Grillo non ha pronunciato la parola 'privatizzazione' ma ha parlato di 'mettere sul mercato due reti Rai'. Nel primo caso si tratterrebbe di vendita ai privati, nel secondo dell’abolizione del tetto pubblicitario. Le due reti Rai non avrebbero più l’obbligo di osservare il tetto del 4 per cento di pubblicità settimanale. Conseguenze? “Pessime  per i concorrenti, perché le tariffe  pubblicitarie si abbasserebbero".

Privatizzazione

E se invece Grillo avesse in mente proprio di cedere due reti Rai ai privati, rilanciando la sua proposta del 2013, quando voleva vendere due reti Rai con un'asta pubblica? Ci pensava tra l'altro anche Matteo Renzi ai tempi della Leopolda. "Non sarebbe così semplice" avverte Siliato "perché servirebbe una legge che annulli la concessione, il contratto di servizio e tutte le norme che riguardano il servizio pubblico. Ci vorrebbero almeno un paio d’anni, il tempo necessario al Parlamento. 

Conseguenze della vendita

"Bisogna vedere cosa si vende" chiarisce Siliato. "Non si vende una rete con tutto quello che c’è dentro. Ad esempio una serie di punta come Il commissario Montalbano non rientrerebbe nella vendita perché ha una produzione esterna. In ogni caso ci sarebbero due concorrenti in più sul mercato perché ritengo improbabile che le due reti sarebbero cedute alla stessa emittente. E la concorrenza, penso a Discovery ad esempio, potrebbere essere anche temibilmente internazionale.

Canone

Secondo Siliato l’odiato canone in bolletta non scomparirebbe. La vendita di due reti Rai, semmai, analizza Siliato "porterebbe a una sua piccola riduzione", perché la Rai ha 13 reti.

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Antonella Piperno