La cantonata di Renzi su Cantone
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La cantonata di Renzi su Cantone

L'Authority Anticorruzione presieduta dal magistrato? L'ennesimo organismo che si aggiunge agli altri organi di vigilanza, magistratura compresa. E che renderà la vita ancora più difficile alle imprese

Sarebbe facile, alla luce del solo dato impietoso sulla mancata crescita del Prodotto interno lordo, che condanna l’Italia al segno meno nel primo trimestre 2014, scrivere: l’avevamo detto. E aggiungere che da mesi avevamo avvertito i lettori di Panorama che, numeri e fatti alla mano, il magnifico mondo raccontato da MatteoRenzi era una favola e niente più. Esattamente come oggi, ancora una volta con la forza dei numeri e dei fatti, vi dimostriamo da pagina 58 che è in arrivo una mazzata degna del peggior governo Monti, composta da tasse e balzelli contro famiglie, commercianti e artigiani. Per questo gli 80 euro, stanziati per una cerchia ristretta di italiani, sono un bluff.

E, in materia di inganni, siamo arrivati al punto centrale che voglio condividere e che riguarda l’Expo. Dopo gli arresti delle settimane scorse, il presidente del Consiglio ne ha sparata una delle sue: non ci saranno più scandali e ruberie, ha proclamato, grazie ai superpoteri che saranno conferiti a Raffaele Cantone, magistrato e neopresidente dell’Authority anticorruzione. In questo annuncio c’è tutto il limite della politica renziana. Che è banale ed è così riassumibile: non ci si occupa quasi mai delle conseguenze dell’enunciazione; ciò che conta è l’effetto immediato legato alla popolarità. In questo caso è bastato consegnare al popolo l’immagine del politico decisionista che risolve il problema dell’Expo grazie all’opera straordinaria di un paladino senza macchia e senza paura.

Non è così, ovviamente. Le conseguenze dell’enunciazione, nel caso di Cantone, porterebbero alla creazione di un organismo sovraordinato rispetto a tutti gli altri organi di vigilanza, magistratura compresa. Significherebbe creare, tanto per cambiare, un nuovo livello di controllo da aggiungere alla pletora già esistente. Con l’unica conseguenza di paralizzare il lavoro delle imprese e rendere difficilissimo se non impossibile portare a termine le opere dell’Expo. Nel caso dell’Authority anticorruzione, inoltre, la grande fuffa renziana fa ancora una volta i conti con la realtà e con la propaganda elettorale. Perché pochi sanno che Cantone ha dovuto emanare una delibera (è la numero 75 del 13 maggio) «per assicurare il funzionamento dell’organo e impedire la sua completa paralisi».

Il motivo è presto detto: mancano ancora i 4 componenti che devono affiancare il presidente dell’Authority. E il loro insediamento, ha scritto Cantone, «non si potrà concludere in tempi particolarmente brevi». Chi deve nominare i 4 componenti da mettere accanto al supercommissario immaginato da Renzi? Il governo di Matteo Renzi. Ditelo al presidente del Consiglio. Magari tra un tweet e l’altro scende tra noi umani ed evita di raccontare frottole in libertà.  

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Giorgio Mulè