Jeb Bush annuncia quello che tutti sanno: correrà per la Casa Bianca
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Jeb Bush annuncia quello che tutti sanno: correrà per la Casa Bianca

Il fratello di George W. guarda al 2016 e al duello con Hillary Clinton

Il tweet non se lo aspettava nessuno, ma non è stata una sorpresa per alcuno. "Ho il piacere di dirvi che sono intenzionato a lavorare per una mia possibile candidatura alla Casa Bianca". Chi l'avrebbe mai detto che Jeb Bush vorrebbe diventare presidente degli Stati Uniti! Le sue intenzioni erano chiare da mesi, ma come tutti quelli che puntano veramente a vincere la corsa anche lui ha iniziato con una tattica attendista, fatta di sommessi annunci e chiare intenzioni non dichiarate. 

Jeb scende in campo. Figlio e fratello di presidente (George H. W., numero 41, ora 90 anni e George W., numero 43, 68 anni), l'ex governatore della Florida si è chiesto (e gli è stato chiesto):  perché non continuare con la tradizione di famiglia? Nella storia degli Usa era già successo che padre e figlio diventassero presidenti (John Adams e Johns Quincy Adams), ma se Jeb dovesse vincere ci troveremmo di fronte a un primato assoluto, una situazione quasi da dinastia reale.

Storia ancora più succulenta se pensiamo al fatto che Jeb potrebbe correre contro Hillary Clinton, moglie di quel Bill che nel 1992 sconfisse il padre di Jeb, George H.W., allora presidente uscente. Un sogno per chi ama la saga delle grandi famiglie americane: sembrerebbe la lotta senza fine tra due clan tra i più potenti degli States.

Ma Jeb ha qualche chance di vincere le primarie ed essere lui il candidato repubblicano? Difficile dirlo adesso. La concorrenza è forte. Dalla sua parte, l'ultimo rampollo Bush ha l'establishment del partito, ottimi rapporti con il mondo finanziario e industriale, un'esperienza amministrativa importante (è stato governatore della Florida) che gli ha procurato un rapporto particolare con l'elettorato latino, un profilo moderato che può essere plasmato verso destra o il centro a seconda dei temi politici e delle necessità.

Il suo cognome è una garanzia, ma allo stesso tempo rischia di essere un problema. Ricorda infatti due epoche che, in un caso (la fine degli anni'80, con il padre) è molto distante e nell'altro (il decennio dopo il 2001), molti americani vorrebbero definitivamente lasciarsi alle spalle. Vedremo se tra un anno quale effetto avrà il marchio Bush. Se verrà percepito come 'vecchio', Jeb potrebbe esserne danneggiato invece che beneficiarne.

In questo momento ci sono anche altri candidati repubblicani che possono avere chance. Ted Cruz e Rick Perry raccolgono i voti del Tea Party e dei conservatori radicali e religiosi. Ma la figura del Gop che più di altre sembra incarnare meglio lo spirito dell'America di oggi è Rand Paul, giovane senatore del Kentucky, anche lui figlio d'arte.

Con le sue uscite a favore di un politica estera americana basata sulla sicurezza ma non sull'interventismo, con le sue dichiarazioni favorevoli ai matrimoni omosessuali e alla vendita legale di marijuana, Paul sembra essere più in sintonia con la società americana di quanto lo siano molti altri candidati repubblicani. Potrebbe essere lui il rivale più pericoloso per Jeb Bush, figlio e fratello di presidente (degli Stati Uniti)

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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