Italicum, capolavoro di Renzi o di Berlusconi?
Il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, a 'Porta a Porta', il 21 gennaio 2014 a Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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Italicum, capolavoro di Renzi o di Berlusconi?

In un'intervista, il politologo Roberto D'Alimonte, svela l'Italicum e i compromessi tra Berlusconi e Renzi

La netta ostilità, l’accordo, insomma Berlusconi “non voleva il doppio turno”, Berlusconi non voleva le preferenze, perché Berlusconi “spera di vincere al primo turno”.

E sembra infatti un successo del leader di Forza Italia questo “Italicum” svelato da Roberto D’Alimonte, scienziato di sistemi elettorali, consulente di Matteo Renzi, il costruttore del “capolavoro”, forse l’autore del superamento del “Porcellum”. Intervistato da Repubblica infatti l’Italicum di D’Alimonte, sembra davvero un accordo di responsabilità e Berlusconi non è solo spettatore ma protagonista, la riforma elettorale, semmai è doppia firma. Così per D’Alimonte non è un pastrocchium, come lo definisce Giovanni Sartori, ma una Canossa realista, l’unico accordo possibile: “Anch’io, avrei preferito un sistema basato sui collegi uninominali e sul doppio turno. Ma ci siamo trovati di fronte alla netta ostilità di Berlusconi».

Il doppio turno eventuale è il nodo sciolto: «Lui (Berlusconi) è convinto che al secondo turno molti dei suoi elettori non vadano a votare, per pigrizia. Io ho detto a Verdini che questo forse è vero nei Comuni, ma se si tratterà di andare a votare per Marina Berlusconi gli elettori del centrodestra ci andranno, al ballottaggio, eccome. Non so se questa è stata poi la ragione per cui alla fine Berlusconi ha accettato la richiesta di Renzi del doppio turno eventuale…”. Anche la soglia (il 35% per accedere al premio di maggioranza, senza passare dal secondo turno) è compromesso: “Non siamo riusciti ad alzarla. Evidentemente Berlusconi spera di vincere al primo turno, evitando il ballottaggio al quale continua a guardare con un po’ di diffidenza ». E stessa cosa accadere sulle preferenze che hanno fatto irritare Cuperlo e sulla quale l’ultima parola sembra ancora quella di Berlusconi: “Berlusconi non vuol saperne. Perché vuole controllare lui chi verrà eletto, mentre con i collegi proporzionali non potrebbe farlo, perché i risultati sarebbero difficilmente prevedibili».Saranno ammesse le candidature multiple, per esempio quelle dei leader?.«No. E Forza Italia è nettamente contraria. Senza le candidature multiple, per i leader dei piccoli partiti sarebbe una roulette russa: Alfano, Casini, Mauro potrebbero non essere eletti. E questo mi fa pensare che forse rispunteranno”.
 Un capolavoro l’Italicum? A quattro mani…

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