Il mistero dell'Italiano ucciso in Kenya
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Il mistero dell'Italiano ucciso in Kenya

Andrea Maffi lavorava da diversi anni a Watamu, e non dava più notizie da un po'. Il cadavere è stato ritrovato due giorni fa

Andrea Maffi, un operatore turistico originario di Villongo (Bergamo) è stato trovato morto a Watamu, località tra Malindi e Mombasa, in Kenya. L'uomo, 40 anni è stato assassinato, forse a coltellate. Sulla dinamica è ancora buio fitto ma la famiglia ha confermato la notizia dell'uccisione. Maffi, che viveva nella località turistica da una quindicina d'anni, già da qualche giorno non rispondeva al telefono né ai messaggi. Poi, due giorni fa, il ritrovamento del cadavere.

In un primo momento, in assenza di dettagli e conferme, si era pensato a un malore in casa.  Maffi invece è stato assassinato: forse a coltellate. Poi, in tarda serata, una zia dell'uomo lo ha confermato. "Quello che stanno dicendo è anche quello che noi sappiamo", ha detto. Oggi il padre e un fratello di Andrea Maffi partiranno per Mombasa anche se le pratiche per il rientro della salma, viste le circostanze, si prospettano a questo punto molto lunghe. La Farnesina, che è in contatto con la famiglia attraverso l'ambasciata d'Italia a Nairobi e il corrispondente consolare a Malindi Roberto Macrì, si è limitata a confermare il decesso e sta fornendo tutta l'assistenza necessaria ai parenti di Andrea Maffi.

La salma è stata affidata alla polizia scientifica di Mombasa, che sta cercando di ricostruire le circostanze esatte della morte. Maffi aveva cominciato a lavorare nel Paese africano come animatore turistico muovendosi sempre nella zona tra Mombasa e Malindi. Poi a Watamu era diventato responsabile di tour organizzati e in particolare dei safari soprattutto per i gruppi di italiani. Da quando si è diffusa la notizia della morte, sulla pagina Facebook dell'operatore turistico sono stati postati messaggi di amici che lo ricordano e di cordoglio. "Amico mio t'amo come si ama un tramonto, un alba... un istante di vita... fa che ci rincontreremo" si legge in un post. E in un altro, accompagnato da una foto: "Vorrei ricordarti con questa foto scattata durante una delle nostre serate Malindine, dove ci ritagliavamo qualche ora di spensieratezza... perché i sorrisi facevano parte del quotidiano...". (ANSA).

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