benjamin netanyahu, israele
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Israele: per Netanyahu governo fragile (e di destra)

Il nuovo governo si regge su un solo voto, è formato da cinque partiti diversi ed è pesantemente condizionato da istanze contrarie al processo di pace

- Il nuovo governo israeliano di Benjamin Netanyahu ha ottenuto ieri la fiducia dalla Knesset.
- Maggioranza risicata: 61 voti a favore su 120 seggi in Parlamento.
- Il Governo è formato dal Likud, il partito del premier, e da altri quattro partiti, fra loro piuttosto disomogenei, e fa prevedere un futuro di instabilità per l'esecutivo.
- Inoltre, si tratta di un governo pesantemente condizionato da compagini politiche di destra e religiose.

Per ottenere il sostegno dei vari partiti della coalizione, Netanyahu ha assegnato posti importanti nel governo a esponenti di questi partiti, creando un diffuso malcontento fra alcuni settori del Likud.

Assicureremo la sicurezza e lavoreremo per la pace, ha detto il premier, scatenando proteste e un certo sarcasmo fra le opposizioni. Alcuni deputati arabi sono anche stati allontanati dall'aula per le intemperanze.

È a tutti evidente, comunque, oltre alla matrice di destra radicale di questo governo, che preoccupa non poco chi pensa a Israele come una società inclusiva delle differenze, che Netanyahu ha ottenuto davvero poco in queste settimane di trattative, seguite alle elezioni del 17 marzo.

Trattative difficili
Il suo Likud aveva ottenuto 30 seggi, sei più dell'Unione sionista guidata da Isaac Herzog. Il risultato venne giudicato da Netanyahu, un trionfo. E così venne celebrato anche da molta stampa, anche fuori da Israele. Nei fatti però questo "trionfo" ha fruttato una coalizione smilza, incapace di numeri sufficienti per governare con sicurezza.

Tanto è vero che il primo ministro non ha abbandonato l'idea di un governo di grande coalizione con Herzog. Il fatto che sia sia tenuto per sé il ministero degli esteri, viene interpretato come un tentativo di conservarsi in tasca una proposta da fare nei prossimi mesi per invitare Herzog nel governo.

Nel dibattito, comunque, Herzog ha riservato parole dure al nuovo esecutivo: non hai creato un governo, ha detto il leader dell'Unione sionista, hai creato un circo.

Insomma, Israele sembra essere tornata alla situazione di inizio dicembre 2014, quando Netanyahu aveva indetto nuove elezioni proprio per uscire dalle difficoltà di un governo di coalizione riottoso.

Il programma
Nelle linee programmatiche dichiarate dal primo ministro ci sono interventi di politica economica, soprattutto la riduzione del costo della vita e la risoluzione dell'annoso problema della casa, e l'avanzamento del processo di pace.

Vista la composizione del governo e la sua guida, quest'ultima sembra una dichiarazione quasi irridente per chi lavora per un accordo con i palestinesi e la creazione di uno stato palestinese, nel quadro della cosiddetta soluzione dei due stati..

Quanto alle politiche economiche, la crescita dell'ingiustizia sociale e le difficoltà dei ceti più poveri sono stati fra le principali forze di trascinamento dell'opposizione al Likud da parte della coalizione di Herzog. Questione che Netanyahu nella campagna elettorale ha cercato di sviare centrando la sua narrativa tutta sulla questione sicurezza e le paure per la sopravvivenza dello stato di Israele. Ma l'economia preme.

La lista dei ministri:
Si basa su cinque partiti: Likud; Kulanu (centro-destra laico); Ebraismo della Torah e Shas (ortodossi); e Focolare ebraico (estrema destra, nazional-religiosi vicini al movimento dei coloni).
Ministri Likud:
- Benyamin Netanyahu: premier e ministro esteri; sanita';
cooperazione regionale.
- Moshe Yaalon: difesa.
- Silvan Shalom: vicepremier e ministro degli interni.
- Yuval Steinitz: ministro delle infrastrtture nazionali;
energia; addetto alla commissione per l'energia atomica.
- Miri Regev: ministra della cultura e dello sport.
- Israel Katz: ministro dei trasporti e dell'intelligence.
- Haim Katz: ministro per l'assistenza sociale.
- Dani Danon: ministro per scienza, tecnologia e spazio.
- Yariv Levin: ministro del turismo e della sicurezza interna
- Ghila Gamliel: ministra degli anziani e della eguaglianza fra i settori sociali
- Zeev Elkin: ministro dell'immigrazione e delle questioni
strategiche
- Ophir Akunis e Benyamin Begin: ministri senza portafoglio.
Ministri Kulanu:
- Moshe Kahlon: ministro delle finanze.
- Yoav Galant: ministro dell'edilizia.
- Avi Gabbay: ministro per la protezione dell'ambiente.
Ministri Focolare ebraico:
- Naftali Bennett: ministro dell'istruzione, Gerusalemme e Diaspora
- Uri Ariel: ministro dell'agricultura
- Ayelet Shaqed: ministra della giustizia
Ministri Shas:
- Aryeh Makhluf Deri: ministro dell'economia; Neghev e Galilea.
- David Azulay: ministro per le questioni religiose.
Fra i viceministri spiccano: Tzipi Hotoveli (Likud) agli esteri; il rabbino Ely Ben Dahan (Focolare ebraico) alla difesa; e l'esponente druso Ayub Kara (Likud) allo sviluppo regionale.
Il partito Ebraismo della Torah e' rappresentato da due viceministri: Yaakov Litzman (sanita') e Meir Porush
(istruzione).

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Luigi Gavazzi