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Renzi, basta parole, servono i fatti

Per fortuna sabato e’ alle porte, la lista dei ministri verra’ impartita urbi et orbi e le sicure nuove polemiche che ne seguiranno faranno calare il sipario su uno dei momenti piu’ bassi della politica di questo millennio: la consultazione …Leggi tutto

Per fortuna sabato e’ alle porte, la lista dei ministri verra’ impartita urbi et orbi e le sicure nuove polemiche che ne seguiranno faranno calare il sipario su uno dei momenti piu’ bassi della politica di questo millennio: la consultazione Renzi-Grillo di ieri.
Sul comico genovese autotrasmutatosi in capo popolo c’e’ poco da aggiungere: per sua stessa ammissione la democrazia non gli e’ propria e tentare un’elettrolisi concettuale per converitire la propaganda in pensiero e’ impresa impossibile oltre che inutile.
Ha recitato la sua parte secondo copione forte del mandato dello 0,043 % degli italiani (i 26mila che hanno votato sul blog) dei quali almeno una parte forse intendeva farsi rappresentare in un dialogo serio e non in una piece cabarettistica che resta l’unico terreno di confronto agito dal guru pentastellato e dal suo riccioluto ministro della cultura popolare.
Renzi, che pure ha tenuto botta arrivando a praticare l’esorcismo come estremo tentativo di aprire il tavolo, ha comunque perso un’ occasione.
L’occasione era quella di dismettere la camicia a maniche arrotolate e la bicicletta per vestire i panni da primo ministro che poi e’ quello che il paese si aspetta da lui. Ha ceduto alla tentazione dello streaming che negli ultimi anni ha alimentato un malsano voyeurismo facendo credere ad ogni nerd di poter avere parte attiva in discussioni che, fondamentalmente, devono riguardare pochi. Non mi interessa cio’ che vi dite ma piuttosto cio’ che fate.
La politica e’ confronto, mediazione, a volte raffinata scienza del compromesso e non puo’, o meglio, non dovrebbe trasformarsi in pubblico spettacolo dietro la finta e pelosa promessa della partecipazione attiva. Grillo, in fondo, e’ l’esempio di un neo centralismo democratico tanto caro agli avi di Renzi, parlate e sfogatevi pure poi decido io e solo io.
In questa gara a chi piu’ scende dal piedistallo e piu’ e’ piacione chi ci perde e’ il paese che comincia a rimpiangere i gessati da prima repubblica. E allora caro Renzi, lasci le comiche ai comici, salga pure sulla Mercedes e si faccia anche scortare. Ma porti il paese fuori dalle secche. Per questo sara’ giudicato e, forse, ricordato. Perche’ il risultato e non la forma sara’ il vero elemento di rottura con il passato…

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