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Pensieri di Natale

Natale se n’e’ andato e con lui tutto quel buonismo che ci coglie una volta l’anno e ci induce, me per primo, a fare estemporanei esercizi di prossimita’ alle altrui angustie. Il volto di tale lavatrice della coscienza quest’ anno …Leggi tutto

Natale se n’e’ andato e con lui tutto quel buonismo che ci coglie una volta l’anno e ci induce, me per primo, a fare estemporanei esercizi di prossimita’ alle altrui angustie. Il volto di tale lavatrice della coscienza quest’ anno ha assunto, di volta in volta, le sembianze di Cecile Kyenge, intenta a distribuire pasti alla mensa di una delle tante categorie di diseredati in servizio permanente o di Annamaria Cancellieri che dal palco di Ligresti e’ scesa al braccio di San Vittore per la prima della Scala. O ancora delle pattuglie di parlamentari in quota comunita’ di Sant Egidio, anch’essi autoreclusisi per un panettone con detenuto piuttosto che del piddino Chaouki in missione per conto di Allah tra Il CIe di Lampedusa e quello di ponte Galeria dove, forse, la proposta di un menu halal avra’ avuto piu’ successo rispetto alla bouvette di Montecitorio. E capita, pure, che sopraffatta dall’ansia da prestazione, Kyenge si dimentichi di togliere dal polso l’orologio da 23mila euro che pendant con la mise da cinderella della domenica proprio non fa. Chissa’ perche’ mi capita sempre piu’ spesso di rimpiangere lo stile del politico prima Repubblica. Confondere i ruoli serve a poco. E’ un utopismo e “la città utopica è il sogno di un solo utopista e l’inferno di tanti piccoli e incolori uomini”. Non per niente la storia delle utopie è una storia senza nomi propri. Scrive Popper che la libertà, e’ più importante dell’uguaglianza in quanto il tentativo di attuare l’uguaglianza è di pregiudizio alla libertà; e se va perduta la libertà, tra non liberi non c’è nemmeno uguaglianza. Ecco esprimersi con atti concreti del proprio ruolo istituzionale sarebbe per questi novelli francescani il modo migliore di supportare le buone cause che, di converso, appaiono sposate piu’ ad uso e consumo del circo mediatico. E, a proposito di Francesco, ho pensato come spiegare a mio figlio la differenza tra fiaba e vangelo. Poi, guardandolo scartare il suo regalo ho preferito lasciarlo ai suoi sogni. E spero che a nessun Francesco venga mai in mente di turbarli. Buona fine e buon principio.

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