senato
ANSA/GIORGIO ONORATI
News

L'emergenza democratica

Prima la sinistra, oggi la destra. Tutti ad attaccare il nemico parlando di "emergenza democratica"

Sentire Silvio Berlusconi invocare "un'emergenza democratica" per l'Italia, fa tornare alla mente vent'anni della sua impresa politica quando tale definizione era assurta a mantra per il composito fronte dell'antiberlusconismo militante. Più che di pena potremmo parlare di accusa del contrappasso ora che le truppe del già cavaliere vedono il loro destino elettorale seriamente a rischio di mono cifra percentuale. In verità portare all'ordine del giorno del dibattito pubblico rischi di democrazia per il nostro paese è' fedele indicatore dell'insipienza politico-programmatica e della poca creatività di chiunque se ne faccia portavoce, ora come allora. Se le architravi del nostro sistema democratico fossero così a rischio e se "l'uomo forte" fosse dotato di cotanti poteri sovraordinati, viene da chiedersi come faccia una moltitudine di abusanti delle larghe maglie della democrazia e perpetuare il proprio esistere quotidiano. Come farebbero a proliferare consorterie alla Buzzi-Carminati o mafie di ogni ceppo antropologico se il potere costituito fosse così radicalmente rigido, pervasivo e determinato? Come potrebbero clandestini, balordi, questuanti e sfaccendati di ogni tipo riempire le nostre strade senza timor di pena? Quale puntualità avrebbe il calendario delle grandi opere di sviluppo infrastrutturale se la sindrome nimby e plotoni localistici non ne fermassero la lancetta delle ore a ciclo continuo? In quale altro paese un capo comico pregiudicato potrebbe entrare al Quirinale a discutere con il capo dello Stato le sue bizzarre teorie economiche vagheggiando la "decrescita felice"? In quale Stato di diritto una magistratura politicamente organizzata si potrebbe permettere di invadere i campi legislativo ed esecutivo con tanta sfrontata arroganza ed autoassolversi da ogni responsabilità mentre parti di essa, sotto le insegne dell'antimafia professionale, organizzavano a Palermo un sistema clientelare e corrotto per gestire i beni sottratti ai mafiosi? In quale regime totalitario i mezzi di informazione potrebbero entrare, via intercettazione telefonica, fin sotto le lenzuola di un capo di governo o di un politico qualunque per poi pubblicarne anche l'indice di prestazione sessuale ragionato? Ecco, mentre, alla luce di tutto quanto sopra, riascoltiamo timori di "emergenza democratica" ci sono diversi milioni di potenziali "vittime" dell'uomo forte, bianco o nero che sia, che la fuori stanno trovando un nuovo modo per fottere. E fotterci. Perché, per dirla con un poliedrico alla Majewsky, "il più grande è geniale truffatore di tutti i tempi è' stato l'inventore della democrazia". E qui pare lo abbiano capito in molti.

I più letti

avatar-icon

Infiltrato Speciale