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La politica delle querele

Assistiamo, giorno dopo giorno, alla “balcanizzazione” del confronto parlamentare che assomiglia sempre di piu’ alle assise di certe repubbliche nate dal dissolvimento del blocco dell’est dove i rappresentanti del popolo, tipicamente ex militari, tagliagole di professione o sodali di passati …Leggi tutto

Assistiamo, giorno dopo giorno, alla “balcanizzazione” del confronto parlamentare che assomiglia sempre di piu’ alle assise di certe repubbliche nate dal dissolvimento del blocco dell’est dove i rappresentanti del popolo, tipicamente ex militari, tagliagole di professione o sodali di passati regimi, trovano normale regolare le loro divergenti opinioni ricorrendo a risse e, in taluni casi, anche all’uso delle armi.
In questo quadro che si assomma a qualche decennio dove l’amministrazione della polis ha avuto luogo tra malcostumi crescenti e irrisolutezze tanto nocive quanto evidenti, sembra che, una volta ancora, a dirimere le questioni ed a surrogare le funzioni, sara’ chiamata la magistratura.
Infatti abbandonati i percorsi della dialettica, anche accesa o suggestiva, i parlamentari pare abbiano deciso di ricorrere vicendevolmente ai giudici per ottenere soddisfazione delle proprie istanze.
Ecco allora che Lupo querela Dambruoso il quale a sua volta querela Sarti che difende il vilipendiatore Sorial “querelato” d’ufficio a tutela di Napolitano diversamente dal collega De Rosa, querelato dalle Santa Maria Goretti del PD e che, invece di scusarsi con un mazzo “de rose” a sua volta annuncia querela. A corollario di tutto cio’ la madre di tutte le “querele”presentata da Gianni Grillo e Pinotto Casaleggio sotto forma di richiesta di impeachment per il presidente.
Una querelomania trasversale che avra’ l’unico effetto di lasciare sub iudice le ragioni degli uni e degli altri ed imbarbarire, se ce ne fosse bisogno, l’esercizio della rappresentanza elettiva.
Aristotele affermava che “l’uomo, per natura, e’ un animale politico”.
Forse un fine esegeta del suo pensiero potrebbe illuminarci ma resta il dubbio che non volesse riferirsi alla parte piu’ aggressiva e violenta dell’istinto animale.
In un celebre articolo su quanto accaduto durante una seduta dell’Assemblea Generale dell’ONU il 12 ottobre 1960, Murrey Marder del Washington Post racconta che Krusciov, segretario centrale del partito comunista sovietico, apostrofò il delegato filippino Sumulong chiamandolo “kohlui” (creatura servile) e lacchè dell’imperialismo prima di togliersi il mocassino e sbatterlo ripetutamente sul banco. La storia non dà conto di querele tra Lorenzo Sumulong e il Krusciov furibondo. Ma quanto rimpiango quelle immagini in bianco e nero di Nikita e la sua scarpa. Vera o falsa che fosse.

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