Guardi Umberto Ambrosoli e…
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Guardi Umberto Ambrosoli e…

Guardi Umberto Ambrosoli sul palco, lo senti parlare e provi un po di tenerezza. Non ha proprio il “fisico del ruolo” e neppure l’eloquio. Ha piu’ l’aria di un monsieur Travet qualunque piuttosto che del candidato a governare la regione …Leggi tutto

Il candidato alla Regione Lombardia del Pd, Umberto Ambrosoli (Credits: ANSA/MURAD BALTI TOUATI)

Guardi Umberto Ambrosoli sul palco, lo senti parlare e provi un po di tenerezza. Non ha proprio il “fisico del ruolo” e neppure l’eloquio. Ha piu’ l’aria di un monsieur Travet qualunque piuttosto che del candidato a governare la regione piu’ importante d’Italia. E non e’ che questo, di per se, rappresenti un male. Ci sarebbe voglia di “normalita’” nell’aria.

Attorno a lui persone con la tshirt d’ordinanza, niente grisaglie e il leggio che fa anche temere una concionata evangelica tra il serio e il fantastico in stile Saviano. Pero’ e’ un volto nuovo e gia’ questo e’un valore aggiunto. E’ certamente persona perbene e, di questi tempi, potrebbe da solo essere un buon motivo per considerare la possibilita’ di votarlo. Votare la persona insomma, senza pregiudizi. Ma poi dai un’occhiata in platea e lo sconforto riprende il sopravvento.

Schierata al completo la guardia d’onore della meglio gioventu’ con cuore a sinistra e attico a Brera. Assieme al sindaco fan dell’Harry’s bar siedono, tra gli altri, il professor Umberto Eco, avanguardista di quel bel movimento di personcine tolleranti e per niente supponenti dal nome assai evocativo: giustizia(lismo) e liberta’, nonche’ eccellente autore di libri che molti comprano e di cui pochi riescono a decrittare il significato. Gad Lerner, giornalista di rara antipatia, da poco giubilato in favore del giovane soldato Formigli, marchio d’origine lotta continua.

Roberto Vecchioni, il professore a cui, da sempre, speri di poter delegare l’educazione di tuo figlio almeno quanto a Marco Ferrando e al suo partito comunista dei lavoratori. Candidato a profondere la sua cultura chic in quel di Napoli pare non essersi accontantato in cambio di una pizza ai friarielli. Supponiamo anche fiero sponsor di adozioni gay che ha utilmente sperimentato in famiglia.

Lella Costa, la mamma-massaia prestata al palcoscenico la cui presenza in queste occasioni sta a quella di Paolo Rossi nei programmi di Fabio Fazio. Almeno, guardandola negli occhi, lei pare presente a se stessa.

Il banchiere Alessandro Profumo, uno che Vendola manderebbe all’inferno, probabilmente pronto a ridursi lo stipendio da presidente del Monte dei Paschi a cinque volte quello dell’usciere. In tutto cio’ la coalizione nazionale di riferimento, spinta da qualche sondaggio sulla funzione delle frazioni di punto, apre ad Ingroia (che, a dire il vero, con Ambrosoli sembracondividere almeno il lookologo) e riporta il tema dell’immigrazione in cima al programma di governo. Non proprio un favore al suo candidato in Lombardia. Certamente al suo avversario principale.

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