In Italia 22 milioni di smartphone "tarocchi"
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In Italia 22 milioni di smartphone "tarocchi"

E' raddoppiata la contraffazione dei prodotti hi-tech e dei giocattoli. Solo in Italia la Finanza ha sequestrato 105 milioni di oggetti fasulli.

In Italia, nel 2012 sono stati sequestrati 22 milioni di smartphone, tablet, pc, Iphone contraffatti. Il mercato del falso non conosce crisi e in vetta agli oggetti più “taroccati” dello scorso anno ci sono quelli hi-tech e i giocattoli la cui produzione rispetto all’anno precedente, è più che raddoppiata.

La Guardia di Finanza in dodici mesi ha sequestrato oltre 105 milioni di prodotti contraffatti e pericolosi per la salute pubblica. Al fianco degli ormai classici della contraffazione ovvero abbigliamento e moda, con oltre 23 milioni di pezzi sequestrati e ai 38 milioni di beni di consumo come articoli per la casa e per la scuola, cosmetici, farmaci, pezzi di ricambio, ci sono i prodotti tecnologici. Che ovviamente vengono commercializzati sempre più frequentemente sul web.

“La vendita di prodotti tecnologici contraffatti avviene sempre più spesso attraverso piattaforme web che utilizzano marchi molto conosciuti  e reclamizzati – spiega a Panorama.it, il colonnello Fabrizio Martinelli, Capoufficio Tutela Uscite e Mercati  III° Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza - in questo modo i truffatori riescono ad attirare con più facilità l’attenzione ma soprattutto a carpire la fiducia dell’acquirente che non esita ad acquistare un prodotto a basso costo che in quel momento diventa “un affare”.”

Ma non è solo un prezzo basso a nascondere un oggetto non originale.

“Le nostre indagini ci hanno permesso di scoprire che il prodotto di marca contraffatto non lo si trova esclusivamente come “offerta”, con un prezzo molto più basso rispetto a quello originale- prosegue il colonnello della Finanza- ma molto spesso anche allo stesso prezzo di quello autentico. E questo può avvenire sia sul web che nel negozio sotto casa”.  

Nel 2012 la  Finanza ha sequestrato e bloccato l’accesso a 45 piattaforme web illecite, utilizzate per il commercio di prodotti hi-tech, di farmaci o per consentire agli utenti il download illegale di software, giochi e prodotti multimediali.

“In Internet è veramente molto semplice vendere un oggetto presentandosi come un rivenditore ufficiale ed esclusivo, insomma, presentandosi per cosa non si è- prosegue Martinelli- e questa truffa si protrae fino a quando non riusciamo ad individuare i truffatori oppure fino a quando non vengono intercettati dal rivenditore autentico, il proprietario reale del marchio”.

“Comunque non è giusto generalizzare indicando il web come un luogo non sicuro, dove non si deve fare acquisti – conclude Martinelli- ma è utile sapere che esistono siti-truffa che addirittura costituisco una catena. In sostanza, fanno capo alla stessa persona o alla stessa organizzazione ma diversificano il bene, il nome, il marchio e la sede. Navigando in internet si ha la sensazione di dialogare con mondi differenti in realtà ci stiamo relazionando con la stessa persona o organizzazione truffaldina”

Poi Martinelli conclude: “Non ci sono frontiere per le truffe online. Ma una volta accertata la truffa o individuato il sito “pericoloso” possiamo oscurarlo ma solamente sul territorio italiano attraverso gli operatori italiani ovvero gli internet service provider “.

Ma quali sono i Paesi europei che “ospitano” piattaforme web illecite? Germania, Olanda e Est Europa, Romania in testa

Nello scorso anno i rapporti di cooperazione transnazionale sono stati 250 e per l’attività degli esperti della Guardia di Finanza dislocati all’estero è stata fondamentale la collaborazione con l’Interpol, Europol, Ufficio Europeo per la lotta antifrode ed l’Organizzazione Mondiale delle Dogane.

Ma nessun prodotto è immune dal rischio di contraffazione: dai biglietti ferroviari alle figurine dei calciatori, dai cellulari di ultima generazione alle lampade per la cosmesi. Inoltre tra i sequestri effettuati dai finanzieri, il 37% del materiale è risultato non conforme agli standard di sicurezza comunitari.

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Nadia Francalacci