Massimo Giuseppe Bossetti
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Yara: il perverso intreccio della famiglia Bossetti

Ester Arzufi è il cuore del mosaico familiare che ha consentito di individuare il presunto assassino. Perché finora ha taciuto? E perché ha chiamato i due figli come Guerinoni e sua moglie?  Tutta la verità sull'inchiesta di Yara  - I due investigatori che hanno risolto il giallo - Foto

 

L’uomo fermato con l’accusa di essere l’assassino di Yara Gambirasio, difficilmente ammetterà le sue colpe. Quando i carabinieri del Ros lo hanno prelevato da un cantiere di Seriate, Giuseppe Bossetti è rimasto impassibile, e poco più tardi, davanti al pubblico ministero Letizia Ruggeri si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il fatto che sia rimasto tre anni e mezzo in silenzio senza farsi vincere dai morsi della coscienza, la dice lunga sulla sua personalità.

Ma anche se si chiudesse definitivamente a riccio, contro di lui ci sono prove inconfutabili: il suo dna trovato sui leggins della ragazza, il suo telefono agganciato alla cella di Brembate la sera del 26 novembre 2010, un’ora prima della sparizione della ginnasta.

Quanto basta, insomma, per inchiodarlo alle sue pesanti responsabilità. Di fatto, a questo punto delle indagini si produce una sorta di inversione dell’onere della prova: non sono più gli inquirenti che devono dimostrare la sua colpevolezza, ma Bossetti dovrebbe tirar fuori delle circostanze certe e straordinarie che lo scagionino. Come, per assurdo, un uccellino che ha intinto il becco nel suo sangue per poi volare e andare a posarsi sul corpo della povera Yara abbandonato in mezzo alle sterpaglie. Impresa impossibile, per rendere l’idea.

Certo, il suo silenzio lascerebbe senza risposta la domanda più importante che tutti noi ci facciamo da tre anni e mezzo: perché? Perché Yara? Cosa lo ha spinto a sequestrare e lasciare morire di freddo una ragazza di tredici anni? Stiamo parlando del movente, per intenderci. Un’altra questione che ci si pone il giorno dopo il suo fermo è se Bossetti conoscesse Yara e aveva rapporti con lei, se l’ha costretta a seguirla, se l’ha ingannata o convinta con qualche scusa.

A questo riguardo, gli investigatori stanno cercando di districare l’album di famiglia dell’assassino. Lui si chiama Massimo Giuseppe, porta il secondo nome del suo padre biologico, Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno, di cui probabilmente ignorava perfino l’esistenza. Bossetti ha una sorella gemella: Laura Letizia. Strana coincidenza: Laura è il nome della moglie di Giuseppe Guerinoni. La mamma dell’assassino e della sua gemella invece si chiama Ester Arzufi, ha 67 anni. Perchè ha dato questi nomi ai suoi due figli? Si tratta di un intreccio perverso? In tutto questo, un ultimo elemento familiare che suscita perplessità: la zia dell’assassino,  moglie del fratello di Guerinoni, ha prestato servizio in casa Gambirasio come domestica. Potrebbe essere un caso, ma come insegna Henry Boch, il famoso detective creato dalla penna di Michael Connelly, nell’indagine penale le coincidenze non esistono.

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