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L’ultima anomalia del caso Cucchi

La famiglia chiede che un giudice si astenga dal processo sui presunti depistaggi perché “troppo vicino ai carabinieri”: avrebbe partecipato a convegni con ufficiali dell’Arma

Tra le mille stranezze e anomalie del caso di Stefano Cucchi, il giovane tossicodipendente morto nell’ottobre 2009 mentre era in custodia cautelare (da anni le cause della sua morte e le responsabilità sono oggetto di procedimenti giudiziari che coinvolgono alcuni militari dell’Arma dei Carabinieri e i medici dell'ospedale Pertini), ora c’è anche la decisione dei suoi familiari di chiedere l’astensione dal giudizio di Federico Bona Galvagno, magistrato del Tribunale di Terni.
Galvagno dovrebbe giudicare nel processo appena avviato su presunti depistaggi legati al caso, un procedimento che vede fra gli imputati alcuni alti ufficiali dei carabinieri, ma secondo i familiari di Stefano Cucchi lo stesso Galvagno tra il 2016 e il 2018 avrebbe partecipato a una serie di convegni, inaugurazioni e conferenze cui ha preso parte fra gli altri anche l’ex comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette. Per Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Cucchi, questo motivo basterebbe a fare del giudice Galvagno un magistrato “troppo vicino ai carabinieri”.
In realtà, se passasse il principio che non debba partecipare a un qualsiasi giudizio che coinvolge aderenti alle forze dell’ordine un giudice che abbia partecipato a iniziative o manifestazioni pubbliche organizzate dalle stesse, probabilmente nessun processo di quel tipo potrebbe aver luogo.
A essersene accorto è il solo Carlo Giovanardi, ex ministro, oggi rappresentante di Idea Popolo e Libertà: “A me pare un principio impossibile” dice.
Giovanardi ricorda anche che la richiesta della famiglia Cucchi “avrà comunque un suo effetto sul prossimo processo, sia che il giudice Galvagno si astenga, sia che invece decida di confermare il suo impegno, ipotizzando ombre sul suo svolgimento, avendo lo stesso avvocato Anselmo precisato che questa scelta è stata fatta con l’obiettivo di sgomberare qualsiasi ombra da questo processo”.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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