Presidenziali brasiliane
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In Brasile si sfidano le due sinistre

Il 5 ottobre il Paese vota per eleggere il presidente. Sono in corsa Dilma Rousseff, in cerca del secondo mandato, e Marina Silva, paladina dell'Amazzonia, per i socialisti

1. Pianoforte & caucciù
Dilma Roussef nasce nel 1947 in una famiglia borghese che possiede molti immobili a Belo Horizonte, nel Minas Gerais. Suo padre è avvocato e imprenditore, la madre maestra. Dilma frequenta le migliori scuole, studia francese e pianoforte. Marina, classe 1958, cresce nella miseria e  non va a scuola fino a 16 anni. Tre dei suoi 11 fratelli e sorelle muoiono da piccoli. I genitori, per sopravvivere, estraggono caucciù dagli alberi nell’Acre, ai confini con la Bolivia.

2. Veleni e galere
A 16 anni Dilma entra nella guerriglia contro il regime militare. È catturata e resta in carcere dal 1970 al 1973, dov’è torturata. Marina a 16 anni ha già avuto per cinque volte  la malaria, ma rischia anche di morire per avvelenamento da mercurio, usato dai cercatori d’oro nel fiume presso cui vive. La salva un vescovo cattolico,  mentre le suore Serve di Maria le insegnano a leggere e scrivere.

3. Tra Mendes e Lula
Quando nel 1985 finisce la dittatura in Brasile, Marina fonda un sindacato nell’Acre con Chico Mendes, suo compagno di lotta a favore dell’Amazzonia (ucciso tre anni dopo). E si iscrive al Pt, il partito dei lavoratori. Dilma inizia invece la sua carriera politica democratica nel Pdt, il partito democratico laburista, che lascia soltanto nel 2000 per entrare nel gruppo politico di Lula.

4. Miniere o Amazzonia
Dal 2003 al 2008, durante la presidenza di Inácio Lula da Silva Dilma è ministro delle Miniere e dell’Energia, Marina dell’Ambiente. Nel 2005 esplode un grande scandalo di corruzione che coinvolge i vertici del partito e Rousseff viene promossa braccio destro di Lula. Il Pt trascura la lotta per salvare l’Amazzonia di Marina Silva,  alleandosi con i grandi proprietari terrieri e con l’agrobusiness.

5. Contraddizioni
Marina Silva ne ha soprattutto nel campo dei diritti civili. Pur essendosi formata politicamente a sinistra, ha più volte dichiarato di essere contraria all’aborto e al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Nonostante l’educazione cattolica, ora si professa convintamente evangelica. Lei che deve politicamente quasi tutto al Pt, dopo essersi candidata nel 2000 per i Verdi, oggi corre con i socialisti.

6. E paradossi...
Paradossi della politica: l’avversaria di Dilma oggi invoca il «cambiamento» proprio come Lula e il Pt fecero nel 2002, prima di iniziare l’avventura al potere che dura da 12 anni. La delfina prescelta dall’ex metalmeccanico, invece, punta tutto sulla «continuità». Perché, nonostante la bassa crescita in cui il paese è intrappolato e gli scandali sulla corruzione che lambiscono la presidenza, cambiare costituirebbe «un salto nel vuoto».

7. Agrobusiness e indios
Ambiente, economia e politica estera. Sono i punti su cui le candidate più divergono. Se vincerà Dilma, cambierà poco. Se invece ce la farà Marina, l’Amazzonia sarà una priorità, si punterà sulla «green economy»
e saranno più tutelati gli indios (da anni in polemica con Dilma). Marina potrebbe anche restituirci Cesare Battisti, ex terrorista protetto da Lula.

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Paolo Manzo