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Immigrazione in Italia: numeri e cose da sapere

Migranti economici, richiedenti asilo, rifugiati, clandestini: quanti sono, da dove arrivano, come vivono, che cosa dicono le leggi italiane e internazionali

I flussi migratori degli ultimi anni verso l'Europa hanno notevolmente incrementato l'immigrazione in Italia. Come la Grecia, il nostro paese attraverso le coste del Mediterraneo, è diventato una delle principali porte d'accesso al continente per tutti coloro che arrivano dall'Africa e dall'Asia.

Nonostante gli accordi con la Turchia e la Libia per impedire le partenze di rifugiati dalle coste, il flusso sia pur in maniera ridotta, continua inarrestabile.

Immigrati economici in Italia: quanti sono

La maggioranza degli stranieri in Italia sono immigrati soprattutto per motivi economici, cercano un'occupazione per poter conquistare un tenore di vita migliore per se stessi e per le proprie famiglie. L'Italia stabilisce di anno in anno le quote di lavoratori che possono entrare nel paese oppure, se già presenti, possono essere regolarizzati. Le cifre sono indicate nel cosiddetto "decreto flussi" che viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale; nel 2017 la cifra è di 30mila lavoratori stranieri da regolarizzare in Italia.

Secondo i dati Istat, al 1º gennaio 2016 risultavano regolarmente residenti in Italia (ossia in possesso di un regolare permesso di soggiorno) 5.026.153 cittadini stranieri, pari all'8,3% della popolazione residente totale (60.665.551 persone).

Richiedenti asilo: chi sono

Un caso diverso è quello dei richiedenti asilo: cittadini stranieri perseguitati nel loro paese per motivi politici o religiosi, o cittadini che provengono da zone di guerra, o in pericolo per qualsiasi tipo di discriminazione. Questi presentano richiesta di asilo, in base alle convenzioni internazionali, (Convenzione di Ginevra sui rifugiati, del 1951) e arrivano in maniera irregolare. Le leggi europee infatti non prevedono vie di ingresso regolari per i richiedenti asilo.

Richiedenti asilo: quanti sono

Secondo i dati Istat, in Italia tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2016, sono stati rilasciati a migranti maggiorenni 64.162 nuovi permessi per asilo e altre forme di protezione. All’inizio del 2016 erano presenti nel nostro Paese 155.177 persone con un permesso per motivi ricollegabili all’asilo politico o alla protezione umanitaria, con un'incidenza del 4% sul totale dei permessi di soggiorno.

In molti casi la loro presenza in Italia è solo temporanea, molti cercano di raggiungere altri paesi europei per ricongiungersi alle famiglie.

Se è dimostrato che il richiedente asilo rischia la vita o la persecuzione nel paese di origine non può essere respinto ai confini. Se la richiesta di asilo viene accolta, ricevono lo status di rifugiato o altre forme di protezione (protezione umanitaria) e non può essere rimpatriato.

Clandestini e rimpatri

Tutti quelli a cui viene rifiutato il diritto d'asilo, in teoria, possono essere forzatamente riportati nel paese di origine, anche se le procedure sono molto complicate. Secondo la Fondazione Ismu gli stranieri irregolari presenti in Italia a gennaio 2014 erano 300 mila  (il 6% della popolazione straniera regolare).

Decreto Minniti e nuove regole

Per snellire le pratiche delle richieste di asilo e regolamentarle il governo ha varato un decreto legge, firmato dai ministri Marco Minniti e Andrea Orlando, con diverse novità sull'accoglienza ai rifugiati in Italia. 

Eccole, in sintesi:

  • RIMPATRI - Al posto dei vecchi Cie (Centri di identificazione e espulsione) saranno creati in ogni regione i Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), 1.600 posti in tutto, preferibilmente fuori dai centri urbani e vicino ad infrastrutture di trasporto. Queste strutture ospiteranno i migranti da rimandare in patria.
  • STANZIAMENTI - Per garantire l'esecuzione delle procedure di espulsione vengono stanziati 19 milioni di euro
  • SPECIALISTI NEI TRIBUNALI - Ci sarà l'assunzione straordinaria di 250 specialisti per rafforzare le commissioni di esame delle richieste di asilo. Vengono istituite 26 sezioni specializzate in materia di immigrazione ed asilo presso i tribunali.
  • NIENTE UDIENZA - Vengono ridotti i casi in cui è prevista l'udienza davanti al giudice e si riduce da 6 a 4 mesi il termine entro il quale si riconosce o meno lo status di rifugiato.
  • ELIMINATO L'APPELLO - Viene eliminato l'appello, il decreto è ricorribile esclusivamente in Cassazione, entro 30 giorni

Soprattutto la mancanza dell'udienza davanti al magistrato e del diritto a ricorrere in appello ha suscitato l'indignazione di molte associazioni e un dissenso all'interno della maggioranza di governo, da parte dei deputati di Mdp.

Cosa fa l'Europa

Di fronte alla crescente emergenza, l'Europa ha stabilito un piano per ripartire tra tutti gli Stati gli ingressi dei migranti, ma non tutti hanno adempiuto ai loro obblighi. Ci sono paesi, come ad esempio l'Austria, che rifiutano di accogliere i migranti sul proprio territorio.



Naufragi nel Mediterraneo

Sono stati almeno 5mila, solo nel 2016, i migranti morti nel tentativo di arrivare in Europa dal Mare. Una strage causata da trafficanti di uomini senza scrupoli, che riempioni di migranti barche piccole e insicure, e li abbandonano alla deriva nelle acque del Mediterraneo.

L’allarme per la situazione che riguarda le partenze dei migranti dal Nord Africa arriva anche dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). Ci sono giornate in cui si salvano anche un migliaio di persone nelle acque del Mediterraneo.

Dall'inizio del 2017 a oggi, 21.903 persone hanno attraversato il Mar Mediterraneo dalla Libia diretti in Italia.

I naufragi nel Mediterraneo

Naufragio migranti nel Mediterraneo
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4 ottobre 2016. Una donna ha perso i sensi durante i soccorsi portati dai volontari della ONG "Proactiva Open Arms", a circa 20 miglia nautiche a nord della costa della Libia.

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