Il sessismo senza senso
EPA/Richard D. Salyer
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Il sessismo senza senso

A volte l'esagerazione trasforma la femminilità in causa di minorità, togliendo modo alle donne di porsi sullo stesso livello degli uomini

Quando si ricorre ad una parola come ad un'etichetta buona per tutte le stagioni, vuol dire che quella parola ha perso ogni senso. In questo caso al centro dell’attenzione c’è il lemma 'sessismo'. L'enciclopedia Treccani spiega che il termine coniato nell'ambito dei movimenti femministi degli anni Settanta indica 'l'atteggiamento di chi, uomo o donna, tende a giustificare, promuovere o difendere l'idea dell'inferiorità del sesso femminile rispetto a quello maschile e la conseguente discriminazione operata nei confronti delle donne in campo sociopolitico, culturale, professionale, o semplicemente interpersonale'. Insomma, se discrimini la donna a parole o nei fatti, sei un becero sessista. 

Negli ultimi tempi alcune donne rivestite di ruoli pubblici hanno issato la bandiera anti-sessista in diverse occasioni. Basta ricordare il bailamme attorno ai funerali di Nelson Mandela e al volo di stato che conduce la presidente della Camera Laura Boldrini in Sudafrica. Su quell'aereo la terza carica dello stato porta con sé il compagno. La accusano di aver agito violando il criterio di opportunità, quello tante volte agitato contro gli avversari politici. Lei a stretto giro risponde su facebook sottolineando il coté sessista dell'accusa: ‘Nessuno si sogna di contestare la presenza di una moglie o di una compagna al fianco dei vertici istituzionali di genere maschile’. Insomma, ve la prendete con me perché sono donna.

Nel gennaio 2013 l’allora ministro dell’Agricoltura Nunzia de Girolamo è travolta da una pioggia di critiche in seguito alla pubbliche di alcune intercettazioni abusive che lasciano trapelare un quadro di presunti favoritismi nel sottobosco del potere beneventano. ‘Vendetta sessista da parte di una classe dirigente locale che non ha mai accettato che una donna giovane potesse fare carriera’, è il commento dell’attuale esponente Ncd. Il patriarcato prima ti premia e poi ti distrugge.

La questione torna d’attualità in questi giorni.

Un professore di Forlì di nome Piergiorgio Righetti, 73 anni, pubblica una ricerca su ‘Harry Belafonte e il proteoma segreto del latte di cocco’, e sceglie di corredare il testo con una foto allegra e seducente, una donna bionda con due noci di cocco sul seno. Una trovata originale e irrituale, non c’è che dire, che nulla toglie alla validità scientifica dello studio che ha permesso di scoprire più di 300 proteine contenute nel latte del frutto esotico. Ma la ‘coconut girl’ fa andare su tutte le furie uno stuolo di benpensanti che accusano l’anziano professore, plurinsignito, di ‘sessismo’. Lui cerca di schermirsi, è un abile comunicatore e la foto incriminata ‘attira la curiosità della gente più dei titoli noiosi di tanti colleghi soloni e bacchettoni’. C’è persino il precedente, per uno studio sulle proteine del miele lo stesso professore ha scelto l’immagine di due ragazze con giubbino di pelle e chitarra in mano. Insomma, Righetti è un burlone recidivo.

Se avesse applicato l’immagine di un animale o di un corpo maschile, probabilmente del suo studio nessuno di noi avrebbe sentito parlare. Invece l’uso del corpo femminile dà il la ad un mare di polemiche perché, secondo il dogma sessista, se ritrai la pelle nuda di una donna le manchi di rispetto, la trasformi in un oggetto e la ‘deumanizzi’. Puoi farlo con chiunque altro, ma non con una donna.

L’essere donna diventa così una proprietà specifica che necessita di un trattamento differenziato. Le donne come gli anziani e i disabili. La femminilità come causa di minorità. E’ una linea di difesa ad oltranza che preclude alle donne la possibilità di porsi su un piano di parità effettiva con gli uomini. Rivestendo i panni delle vittime per forza, ci poniamo automaticamente in un ruolo di subalternità rispetto al maschio. Semmai un giorno un esemplare maschile sul punto di criticare una donna dovesse astenersi di colpo con un ‘Ah, mi scusi, non mi ero accorto che lei è una femmina’, saremmo ufficialmente delle minorate. Alcune, le piagnucolose a prescindere, canterebbero vittoria. Io prego sin d’ora, semmai l’occasione dovesse avverarsi, di trovarmi in un posto lontano e senza ritorno.

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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