Primarie USA Democratici, Hillary Clinton
Justin Sullivan/Getty Images
News

I problemi dei Clinton, le prossime mosse di Trump

Il sostegno del marito Bill potrebbe addirittura nuocere a Hillary, mentre Trump è a un passo dal traguardo

Per Lookout news

Martedì 17 maggio i due candidati democratici in corsa per la nomination alle elezioni presidenziali di novembre, Hillary Clinton e Bernie Sanders, si sono affrontati, senza esclusione di colpi, nelle primarie in Oregon e Kentucky. Nel primo dei due stati Bernie Sanders ha vinto a man bassa, conquistando il 53,5% dei voti contro il 46,5% della Clinton. Mentre in Kentucky, a spoglio delle schede quasi concluso, la Clinton conduce la gara con un margine molto piccolo: 46,8% dei voti contro il 46,3 del suo avversario.

 La vittoria risicata in Kentucky, se confermata, dimostra come per la Clinton la strada verso la Casa Bianca è ancora lunga e accidentata. Il Kentucky è infatti lo stato in cui tradizionalmente i Clinton hanno sempre “giocato in casa”. Qui Hillary ha battuto con una stragrande maggioranza di consensi l’attuale presidente Barack Obama nelle primarie del 2008, ripercorrendo le orme e i successi del marito Bill che nelle primarie degli anni Novanta aveva sempre conquistato la stragrande maggioranza dei consensi democratici.

 Proprio contando sulla passata popolarità del marito, Hillary ha schierato l’ex presidente al suo fianco durante gli ultimi giorni della campagna elettorale, promettendo agli elettori del Kentucky, uno stato la cui economia si fonda sull’estrazione del carbone, un ritorno alla prosperità economica dell'“era Clinton”. “Voglio riportare in auge quel tipo di economia che ha funzionato per tutti negli anni Novanta” ha dichiarato Hillary in un comizio a Paducah lo scorso 13 maggio. “L’ho già detto a mio marito: se sarò così fortunata da diventare presidente e lui sarà il first gentleman mi aspetto che lui lavori al mio fianco e faccia aumentare i salari”.

 

Schermata 2016-05-18 alle 11.29.58

 (Clicca per ingrandire, fonte politico.com)

 

Un’affermazione audace che tuttavia non ha convinto la stragrande maggioranza degli elettori-minatori, anche perché nelle recenti primarie in West Virginia la candidata democratica aveva pubblicamente affermato che il suo programma economico avrebbe previsto esplicitamente di “mettere fuori dal mercato molte aziende produttrici di carbone e molti minatori”.

 Queste contraddizioni non hanno ovviamente aiutato la Clinton, che in Kentucky non ha raccolto i consensi del passato e che continua a essere rappresentata dal suo avversario democratico, il socialista Bernie Sanders, come un’emissaria di Wall Street che non riporterà alla prosperità la classe media americana impoverita dalla crisi economica provocata nel 2008 proprio da quei banchieri che oggi sostengono finanziariamente la campagna elettorale dell’ex segretario di Stato.

La promessa di Trump
Anche la mossa di schierare al suo fianco il marito Bill promettendo di “riportarlo al lavoro” nella sua amministrazione in caso di conquista della Casa Bianca, può rivelarsi a lungo termine controproducente. Le numerose scappatelle sessuali di Bill Clinton con molte donne, fino a quella con la stagista Monica Lewinsky che portò quasi al suo impeachment nel 1998, sono tutti scheletri nell’armadio dei Clinton che lo sfidante repubblicano Donald Trump, ormai certo della nomination, ha già dichiarato di voler usare nel rush finale contro Hillary.

 In una recente intervista televisiva, Trump ha ammesso che forse le elettrici americane non gradiranno che un candidato donna venga insultato. Il miliardario porrà comunque al centro del dibattito il problema della capacità di giudizio della Clinton e le sue reazioni ai tradimenti del marito visto che, ha affermato, “secondo persone vicine alla coppia la signora Clinton si è molto adoperata per rovinare la vita delle amanti del marito”. Inoltre, ha aggiunto, “essere sgarbato con Hillary non funzionerà. Ma io costringerò la gente a scrutare bene dentro il suo carattere e a interrogarsi sulla sua sincerità, visto che Hillary è stata veramente spietata nel cercare di distruggere le amanti di Bill e voglio dimostrare che lei tenta di compiacere l’elettorato femminile, mentre è interessata solo alla conquista del potere”.

 

Cosa aspettarsi dallo scontro finale per la Casa Bianca
Mark Penn, consigliere politico della Clinton durante la campagna elettorale del 2008, ha sostenuto sul New York Times che secondo recenti sondaggi gli attacchi contro la candidata sul tema del suo comportamento di fronte all’infedeltà del marito, sul problema dell’uso del suo computer personale per trattare documenti segreti e sui suoi errori nella “crisi di Bengasi” del 2012 durante la quale perse la vita in un attentato l’ambasciatore americano Chris Stevens, sono tutti fattori che in campagna elettorale non potranno che indebolire la candidata democratica.

Donal Trump, dal canto suo, ha già dichiarato che se la Clinton sarà la sua avversaria nelle elezioni di novembre, userà proprio questi argomenti nel duello televisivo finale. Insomma i due probabili candidati alla Casa Bianca hanno entrambi problemi caratteriali e strategie politiche poco chiare e non rassicuranti, sia sul piano della politica interna che su quello delle relazioni internazionali. Ma comunque, se alla fine sarà una contesa Trump-Clinton, di una cosa potremo essere sicuri: saremo spettatori di una campagna elettorale al fulmicotone.

I più letti

avatar-icon

Alfredo Mantici