"I dipendenti comunali li pago io, non Monti"
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"I dipendenti comunali li pago io, non Monti"

Il sindaco di San Gimignano, uno dei comuni più virtuosi d'Italia, minaccia le dimissioni contro la spending review del governo. Che prevede una riduzione del personale da 89 a 54 dipendenti per il suo piccolo paese: "Abbiamo un bilancio in attivo: mai metterò una famiglia in difficoltà"

"Una vicenda paradossale, incredibile, oserei dire italiana. Solo un mese fa il mio comune è stato inserito nella lista dei 143 più virtuosi d'Italia piazzandosi tra i primi 5 posti e adesso il governo mi obbliga, a fronte di un bilancio assolutamente sano e sostenibile, a ridurre i miei dipendenti in base a un mero rapporto tra abitanti e impiegati pubblici". E per questo lei si dimetterà con tutta la sua giunta? "Certo, come no! Qui siamo di fronte alla concreta possibilità di dover mandare a casa 35 persone su 89 e io giuro che non firmerà mai un atto che faccia perdere il lavoro a uno solo dei miei dipendenti. E se mi dimetto io automaticamente si dimette anche la giunta e tutto il consiglio comunale. E molti dipendenti hanno detto: ci dimettiamo anche noi".

A Panorama.it parla Giacomo Bassi, il sindaco di San Gimignano (Si) che giorni fa annunciò una clamorosa protesta contro la cosiddetta spending review, l'azione di revisione della spesa pubblica contenuta nel decreto del governo all'esame del Senato, che lo obbligherebbe a licenziare 35 dipendenti del comune da lui amministrato.

Un comune senza debiti né mutui, tanto virtuoso da essere stato esentato per il 2012 dal patto di stabilità ma non dalla scure pronta a calare sulla spesa pubblica e che costringerà le amministrazioni locali a tagliare sui servizi essenziali, la sanità, i trasporti, le società in house. Politici, sindacati, associazioni sono in rivolta. Martedì a Roma scenderanno in piazza i primi cittadini.

Sindaco Bassi, ci sarà anche lei davanti a Palazzo Madama?
Sicuramente, sarò in prima linea a protestare.

Che ne è stato della proposta di emendamento del decreto all'esame del senato da lei inviata a diversi senatori (Pd, Pdl, Lega Nord) facenti parte della Commissione Bilancio?
Quell'emendamento è stato condiviso da molti senatori alcuni dei quali lo hanno fatto proprio e depositato. Io ripongo infatti molta fiducia nel fatto che possa essere accolto anche perché è a costo zero. Mi dica lei, infatti, con che coscienza io dovrei mandare a casa 35 persone quando con il bilancio che ho ne potrei assumere altri 20 se non ci fosse il blocco delle assunzioni! Io dico al governo continuate a essere severi con chi non è in regola, ma perché io devo fare 35 disoccupati quando gli stipendi di queste persone li pago io e non Monti?

Che fine farebbero poi queste persone?
Chi può andare in prepensionamento ci va, ma io non ho nessuno in questa condizione; in seconda battuta scatta la mobilità all'80% di stipendio, ma visto che non esiste alcun altro ente che potrà assorbirli saranno fuori. Ma io non lo faccio, mai metterei una famiglia di San Gimignano in difficoltà. Piuttosto vado a casa io. Vengano Monti, Bersani, Alfano a licenziare i miei dipendenti che pago io con il mio bilancio. Poi però ci spieghino che vantaggio ne ha avuto lo Stato.

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Claudia Daconto