La rivolta per la democrazia di Hong Kong
EPA/ALEX HOFFORD
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La rivolta per la democrazia di Hong Kong

I manifestanti di Occupy Central aggrediti dalla polizia. E da Pechino le minacce si fanno pressanti

Alta tensione dopo un'altra giornata di proteste contro la Cina e di braccio di ferro con le forze dell'ordine, che hanno cercato con tutti i mezzi di sgomberare alcune parti della città.

Mentre Pechino ha sinistramente avvertito che il governo cinese "è fermamente contrario ai movimenti illegali", ribadendo "pieno sostegno al governo del territorio".

Elezioni libere nel 2017
Le migliaia di manifestanti, in piazza per ottenere elezioni libere nel 2017 senza nessuna imposizione da parte di Pechino, hanno continuato tutta la notte a rioccupare le strade appena sgomberate, allargando la protesta anche ad altre zone. Dalla penisola di Kowloon al quartiere commerciale di Causeway Bay, l'intera Hong Kong è teatro di sit-in, cariche della polizia e manifestazioni di studenti e dei loro sostenitori.


I giovani questa volta hanno dimostrato di essere consapevoli della situazione e di volere combattere per i loro diritti

"Occupy Central ha raggiunto l'obiettivo di educare la gente a combattere per i loro diritti - ha spiegato Willy Lam, esperto di élite politiche cinesi e docente di Scienze Politiche presso la Chinese University di Hong Kong, punto di ritrovo degli studenti in protesta nei giorni scorsi - una delle cose più importanti è che la maggior parte dei manifestanti è costituita da studenti universitari. Generalmente i giovani non sono interessati alla politica, ma questa volta hanno dimostrato di essere consapevoli della situazione e di volere combattere per i loro diritti".

La protesta dei manifestanti si era intanto estesa alle vie di Harcourt Road e di Gloucester Road, vicine al centro della rivolta, la zona di Admiralty e Tamar, dove ha sede il governo dell'isola. La polizia aveva chiuso l'accesso alle aree calde e aveva avvertito della possibilità di arresti a chiunque avesse tentato di fare irruzione nell'area delle proteste.

La risposta durissima delle autorità infatti - che pare abbiano provato anche a bloccare internet, come denunciato su twitter - invece di dissuadere la gente non ha fatto altro che aumentare la loro presenza nelle piazze.

E a nulla è valso il rilascio del leader degli studenti Joshua Wong, 17 anni, dopo due giorni trascorsi in prigione. Wong è una delle 78 persone fermate nei giorni scorsi.


Gas lacrimogeni in faccia
Fra i manifestanti, il veterano della lotta per la democrazia Martin Lee, 76 anni, colpito in pieno viso dai gas lacrimogeni, ha definito "pazzesco" il modo in cui il governo di Hong Kong, a suo dire sotto gli ordini diretti di Pechino, sta reagendo. Davanti all'uso della forza, i manifestanti si sono presentati con in mano ombrelli e cellophane con i quali proteggersi dagli spray urticanti e dai lacrimogeni, dando anche mostra di una grande capacità organizzativa e disciplina: dietro ai dimostranti, infatti, gruppi di volontari raccolgono la spazzatura, dividendola per il riciclaggio.

All'1.30 di notte ora locale, il capo dell'esecutivo di Hong Kong, CY Leung, del quale non si avevano notizie da quasi tre giorni, si è appellato alla popolazione in un messaggio registrato trasmesso dal sito web del governo, chiedendo di "sgomberare le strade" e negando le voci circolate in queste ore secondo le quali l'Esercito Popolare di Liberazione sarebbe pronto ad intervenire per "riportare l'ordine".

Per ora non si teme una nuova Tiananmen
Cercando così di scacciare lo spettro di una nuova Tiananmen che in queste ore aleggia sull'ex colonia britannica.Leung ha invocato il "rispetto della legge", chiedendo che non fossero più occupate le strade per consentire "a lavoratori e studenti di andare in ufficio e nelle scuole", senza però fare alcun accenno alla crisi politica in atto.

Il chief executive ha dimostrato tutta la sua impopolarità. Ciononostante non credo che Pechino lo sostituirà

Nel frattempo, il sindacato degli insegnanti di Hong Kong ha indetto uno sciopero generale a partire da domani per unirsi alle proteste di "Occupy Central", e gli studenti hanno annunciato di voler continuare le proteste anche nei prossimi giorni.

Insomma, malgrado la determinazione del governo locale di riportare tutto all'ordine in tempo per celebrare la festa nazionale del primo ottobre, i manifestanti non danno segno di voler rientrare nelle case, accesi da una rabbia crescente man mano che i gas lacrimogeni vengono sparati contro di loro.

La linea dura di Pechino
Secondo Willy Lam, professore all'Unversità Cinese di Hong Kong, con gli sviluppi odierni la situazione è gravemente peggiorata: "Il governo di Hong Kong ha usato la forza contro persone pacifiche, che manifestavano democraticamente. Il chief executive ha dimostrato tutta la sua impopolarità. Ciononostante non credo che Pechino lo sostituirà, almeno per ora, perché in fondo non sta facendo altro che portare avanti la loro linea dura, la stessa che usano nello Xinjiang e nel Tibet".

La protesta senza precedenti nell'ex colonia britannica è stata innescata dalla decisione di Pechino di porre forti limiti alle prime elezioni a suffragio universale del capo del governo locale che si svolgeranno nel 2017. Pechino ha limitato a due o tre il numero dei candidati alla carica di "chief executive".

Inoltre, il governo centrale ha stabilito che i candidati devono essere approvati da un'apposita commissione elettorale di 1.400 persone, i cui membri vengono nominati da Pechino. Per il movimento 'Occupy Central' questo rappresenta una chiara marcia indietro rispetto alla promessa della Cina di instaurare una piena democrazia politica. Impegno contenuto nella Basic Law, la Costituzione di Hong Kong che dal 1997 è una Speciale Regione Amministrativa della Cina. (Ansa)

Schiacciate Occupy!

EPA/ALEX HOFFORD
Hong Kong, 28 settembre 2014

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