Hezbollah attacca Israele
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Hezbollah attacca Israele

Uccisi quattro soldati in un’offensiva dei miliziani sciiti nelle Fattorie di Shebaa: Tel Aviv risponde con scariche di missili tra Libano e Golan

Lungo l’asse Tokyo-Amman si susseguono continui aggiornamenti sul possibile scambio di prigionieri tra la Giordania e lo Stato Islamico. Secondo le ultime notizie l’ISIS avrebbe proposto al governo giordano un doppio scambio: la liberazione del pilota giordano Muadh Kassasbe e del free lance giapponese Kenji Goto in cambio del rilascio dei terroristi Sajida al-Rishawi (moglie di uno dei tre kamikaze che si fecero saltare in aria ad Amman nel 2005 causando 57 morti) e Ziad al-Karbouli (collaboratore di Abu Musab al-Zarqawi catturato nel 2006).

 In queste ore l’altro fronte caldo in Medio Oriente è stato quello lungo i confini tra Israele, Libano e Siria. Nella mattinata di oggi, mercoledì 28 gennaio, quattro soldati israeliani sono stati uccisi in un attacco sferrato dal territorio libanese. L’offensiva, avvenuta nell’area contesa delle Fattorie di Shebaa, nella regione di Har Dov, è stata rivendicata dai vertici di Hezbollah attraverso il proprio canale televisivo Al Manar.

 Successivamente il portavoce dell’esercito israeliano ha informato che colpi di mortaio sono stati sparati dal territorio siriano contro postazioni militari di Tel Aviv stanziate sul monte Hermon, nelle alture del Golan occupate da Israele. Il lungo dell’attacco è stato Ghajar, un paese situato lungo il fiume Hasbani, al confine tra il Libano e le Alture del Golan. Si tratta di un territorio occupato da Israele, considerato dalla comunità internazionale parte della Siria.

 Immediata la reazione dell’esercito israeliano. Una scarica di 35 missili è stata fatta esplodere verso la parte meridionale del Libano, nelle località di confine di Majidiyeh, Abbasiyeh e Kfar Chouba. Negli scontri è stato ucciso un casco blu dell’Onu di nazionalità spagnola. “A quanti cercano di sfidarci al confine nord suggerisco di guardare a Gaza, dove Hamas ha subito questa estate il colpo più duro dalla sua fondazione – ha affermato poco dopo il premier israeliano Benjamin Netanyahu -. Siamo pronti a reagire con forza”.

 I combattimenti di oggi arrivano a una settimana dal raid con cui lo scorso 18 gennaio l’aviazione israeliana ha eliminato un gruppo di combattenti di Hezbollah e di membri delle Guardia Rivoluzionaria iraniana nelle alture del Golan.

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