La violenza grillina non fa paura
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La violenza grillina non fa paura

Le proteste a Montecitorio, gli attacchi alla Boldrini. Tutto sbagliato. Ma il male del paese è altrove

Oh sì, davvero inqualificabile il comportamento dei parlamentari grillini. Si sono addirittura lanciati col bavaglio contro i banchi del governo, e qualcuno sotto lo scranno più alto della Camera ha insultato la presidente Laura Boldrini. Come se a Montecitorio non ci fossero mai stati insulti, risse, lanci di oggetti.

Mio nonno era deputato dc, degasperiano, anni ’50-60. Conservo una sua foto mentre tiene alta sulla testa una sedia (oggi sarebbe impossibile, è tutto inchiavardato come sulle navi in tempesta), pronto a scagliarla contro il comunista Giancarlo Pajetta che scavalcava gli scranni verso lo scontro fisico.

Francamente, prima delle intemperanze degli ultimi giorni in aula e sul web, mi hanno scandalizzato l’intervento della parlamentare grillina che chiedeva di commemorare il kamikaze di Nassiriya, e la bandiera italiana e i fantocci dei nostri soldati bruciati nelle manifestazioni dell’estrema sinistra. Ma anche, in modo diverso, le bugie sulle tasse nelle conferenze stampa a Palazzo Chigi.

Non mi piace, ma non mi scandalizza, la prova muscolare del Movimento 5 Stelle a Montecitorio, se è vero che nel paese c’è ben altra angoscia, ben altra violenza che cova. Guardiamoci intorno, ogni giorno vedremo questa violenza strisciante, e l’ingiuria volante e la maleducazione imperante, per strada, sui luoghi di lavoro, in tv, sul web. 

È la volgarità di un paese che vive di livore. Che non riesce a guardare avanti con serenità. Ma la colpa è dei grillini? Loro esprimono il furore di cittadini mal governati che scivolano ogni giorno di più nella povertà. Il teatrino della politica è esasperante. La perdita di tempo nelle Camere è un insulto peggiore dei video rimossi dal blog di Grillo. Il sabotaggio delle riforme, del cambiamento, è smaccato in quella fascia di popolazione che è arroccata in privilegi non più difendibili mentre i giovani, le partite IVA, i pensionati al minimo, gli imprenditori sono costretti a scappare all’estero, chiudere i battenti, scendere a patti con le raccomandazioni. Sì, questo è scandaloso. Come l’incapacità di guardare la realtà di un ceto medio che soffoca e s’immiserisce, da parte di chi continua a introitare cifre fuori dal mondo per pensioni, indennità e stipendi d’oro garantiti (che, quelli sì, sono un insulto).

Mi scandalizza che l’Italia non abbia ancora un governo politico rappresentativo, pienamente legittimato dalle elezioni, e che dopo un esecutivo tecnico che tecnicamente è stato il più gran fallimento degli ultimi decenni (il governo Monti), ci ritroviamo con un governicchio che aspetta solo d’essere sbalzato via dalla sella di Montecitorio. L’ingiuria è che i tre leader che guidano le tre principali forze politiche del paese siano tutti e tre fuori del Parlamento. L’insulto è che mentre Spagna, Portogallo, Irlanda e perfino Grecia stanno riuscendo nell’impresa di emergere dalla crisi e agganciare la ripresa a costo di sacrifici e riforme, noi stiamo ancora a dimenarci in una politica-spettacolo inconcludente che conosce solo la ricetta delle tasse per far cassa e tirare a campare. Che neppure è capace di fare una vera austerità, accompagnata da vere riforme. 

Personalmente, trovo promettente il patto Berlusconi-Renzi sulla legge elettorale e l’abolizione del Senato elettivo (a proposito, avete notato che di questa seconda parte dell’accordo non si sente più parlare?). È l’ultima spiaggia. Non a caso, la reazione grillina a Montecitorio ha riguardato non la legge elettorale ma il decreto Bankitalia-IMU. Mi aspetterei dal M5S collaborazione, sul fronte delle riforme, per evitare di apparire (di essere?) un’altra grossa resistenza al cambiamento. Ma per favore, non diciamo che ora la minaccia per la democrazia in Italia si chiama Grillo o Casaleggio o Fico o Messora o la Taverna. O quel bravo ragazzo di Di Maio.     

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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