La chiusura della Rai greca? Un calcolo da folli
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La chiusura della Rai greca? Un calcolo da folli

Dimitri Deliolanes, corrispondente dall'Italia di Ert, la tv di stato elvetica, commenta la decisione del governo: "Che ci avessero licenziati tutti l'ho saputo dalla televisione"

Dimitri Deliolanes è stato per 30 anni corrispondente della radio e televisione pubblica ellenica a Roma. Fino alle cinque del pomeriggio dell'11 giugno 2013. In un minuto ha perso il lavoro. Improvvisamente, gli sono rimasti, oltre alla passione, all'ironia e una discreta dose di indignazione, i libri che ha scritto sull'Italia, i 450 euro di sussidio di disoccupazione al mese per un anno e il trattamento di fine rapporto.

"Vuol sapere come l'ho saputo...?"

 

Certo, immagino sia stato un colpo...
Mi chiamano da Atene i colleghi. Mi dicono: guarda che tra poco Simos Kedikoglou (il portavoce del governo n.d.r) va in diretta per fare un annuncio. Ah, ok, dico io. E mi metto davanti allo schermo. E quello calmo, dice: chiudiamo la televisione di stato, licenziati tutti i dipendenti...tutti, compreso io, qui, a Roma, senza un lavoro da un momento all'altro. Dopo tanti anni

Ma nessuno vi aveva avvertito ?
Nessuno. Non lo sapeva nessuno. Sapevamo che in virtù del piano di tagli dei dipendenti pubblici qualcuno di noi avrebbe potuto essere licenziato. Ma la chiusura dell'intera televisione pubblica...

Quindi non le è arrivata neppure la lettera di licenziamento...
Ma che lettera e lettera. Qui non è arrivato nulla. E non arriverà...

Il governo greco ha detto che era stata l'Europa a chiedere di chiudere la televisione
Un'idiozia. Una falsità. Non è vero. Tanto che queste dichiarazioni sono state subito smentite da Bruxelles. Olli Rehn, il commissario europeo per gli affari economici e finanziari e José Manuel Barroso, il presidente della Commissione, l'hanno detto chiaro e tondo al premier greco Antonis Samaras che la decisione era stata sua, solo sua. L'imposizione dell'Europa è una leggenda fatta girare ad arte. Vuole sapere come è andata...?

Siamo qui per questo...
Io Simonis Kedikoglou, il ministro portavoce del governo lo conosco bene, ho lavorato con lui. Faceva, o meglio tentava, di fare il giornalista, ma gli è andata molto meglio in politica. Cosa penso? Che abbia fatto una scelta dettata da un solo fattore: la pazzia. Settimana scorsa, il governo ha varato un decreto in cui si stabiliva che ogni ministro avrebbe dovuto tagliare nel settore di propria competenza. Era un'operazione chirurgica nell'ambito delle richieste della Troika di diminuire il numero dei dipendenti pubblici: 2.000 entro luglio. E lui che fa? Elimina dalla faccia della terra l'Ert. Con tutti i suoi 2.600 lavoratori. Da solo, dal punto di vista numerico, fa tutto quello che avrebbe dovuto fare l'intero governo. E contemporaneamente distrugge la televisione pubblica. Un genio

E come motiva la decisione?
Ah quello poi...dice che l'Ert è un covo di sprechi e di clientele, di corruttela. Non era così. E poi, chi era il ministro responsabile di quella televisione? Lui!

E il primo ministro Samaras?
Secondo me, quello non sa più come fare, dove tagliare. Così, quando Kedikoglou gli dice chiudiamo la Tv, in realtà lui è contento. E non solo perché gli risolve un problema economico, ma anche politico

Cioè...?
L'Ert non era la Bbc, ma il modello a cui puntava era quello. Certo: c'erano clientele, molti erano storicamente vicini al Pasok, al partito socialista, mentre Nuova Democrazia, il partito di Samaras, aveva meno spazio. Non siamo mai stati all'opposizione del governo, ma neppure siamo stati la sua cassa di risonanza. Avevamo una nostra certa coraggiosa indipendenza. Un esempio? A parte quando eravamo obbligato dalle norme della campagna elettorale, noi non abbiamo mai invitato nelle nostre trasmissioni i leader di Alba Dorata, il partito neo nazista. Antonis Samaras non ci ha mai amato. Così chiuderci, per lui, non è stato un problema. In più, con questa decisione, ha - di fatto - favorito i proprietari dei sette maggiori canali televisivi privati della Grecia, che sono vicini ai partiti di governo. E che ora non hanno più concorrenza di Ert

Ma il governo ha detto che entro breve nascerà una nuova televisione pubblica...
Vediamo se avverrà veramente. Non sono certo che Nerit (Nuova Radio, Televisione e Internet ellenica) vedrà la luce. Dovevano prometterlo e l'hanno promesso. Anche perché si sono accorti che la Costituzione prevede che in Grecia esista una televisione di interesse pubblico. Ma non è detto che la nuova società nasca. E se poi dovesse accadere, io credo che - di fatto - potrebbe nascere sulla scorta di decine d epurazioni

In che senso...
Nel senso che i giornalisti più scomodi di Ert non verranno assunti da Nerit...

Lei farà domanda?
Forse si. Non so. Ho molti dubbi. Ma una certezza: sarò uno degli esclusi

E cosa farà allora...?
Bella domanda...Vedrò...Comunque le proteste dei greci potrebbero aiutarci. La chiusura della nostra televisione ha prodotto una fortissima ondata di indignazione. E'stato proclamato uno sciopero generale. I partiti minori della coalizione si sono infuriati. Alcuni hanno chiesto che la decisione venisse revocata. Potrebbe esserci un voto parlamentare in questo senso. Il governo Samaras rischia la crisi. Si potrebbe arrivare a un compromesso: revoca della chiusura e qualche licenziamento

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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