Grazie al Fatto Quotidiano e al suo presentabilissimo Gomez
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Grazie al Fatto Quotidiano e al suo presentabilissimo Gomez

Speravamo di averlo chiuso il capitolo degli impresentabili, e invece ci risiamo. Non perché il nuovo Parlamento non potesse accogliere ancora persone indagate, sotto processo o persino con qualche condanna (ovviamente compatibilmente con la legge già in vigore sull’incandidabilità). …Leggi tutto

Speravamo di averlo chiuso il capitolo degli impresentabili, e invece ci risiamo. Non perché il nuovo Parlamento non potesse accogliere ancora persone indagate, sotto processo o persino con qualche condanna (ovviamente compatibilmente con la legge già in vigore sull’incandidabilità). Speravamo di non dover leggere ancora certa stampa procuraiola che con la stessa nonchalance con cui ci si soffia il naso è capace di elencare, nero su bianco, una sfilza di nomi – nomi dietro cui si celano persone, vite, famiglie – per timbrare sopra ognuno di essi, una volta per tutte, il marchio indelebile della impresentabilità.

Invece non si è ancora insediato il nuovo Parlamento a massiccia iniezione di grillini, giovani e femmine, che già compare l’articoletto del Fatto Quotidiano intitolato “Elezioni 2013, il ritorno bipartisan degli impresentabili”.  A rilanciarlo sui social network è il direttore della testata online Peter Gomez. Il quale, dobbiamo presumere, assegni a se stesso un elevato tasso di presentabilità. Del resto, deve sentirsi proprio presentabile lui per elargire con tale sicumera patenti di presentabilità a destra e a manca. Dall’alto, per l’appunto, della sua presentabilità.

E allora noi comuni mortali, che non viviamo di certezze e disdegniamo il moralismo amorale; noi che non soffriamo di complessi di inferiorità né, parimenti, di superiorità morale sulla base di una carta giudiziaria; noi, che viviamo di una sempre precaria presentabilità e cionondimeno ci sentiamo esposti all’insindacabile giudizio dei giornalisti del Fatto Quotidiano, a loro ci affidiamo. Perché in fin dei conti hanno ragione loro, gli ottimati sono loro.

Se un magistrato ti ha messo sotto indagine, diventi impresentabile e devi startene chiuso in casa, la società si vergogna di te. Se poi  sei stato addirittura rinviato a giudizio e quindi vai a processo, sei ugualmente impresentabile. Non importa quali siano le accuse, se le accuse reggano, non importa se sarai assolto, a loro non importa. Se poi sei addirittura-persino-nientemeno che condannato, rimani senza scampo. L’opzione obbligata a è emigrare .

Vogliamo dire allora GRAZIE – ma è un grazie sentito, non retorico – al Fatto Quotidiano e ai suoi valenti giornalisti, tutti presentabilissimi, da Peter Gomez in giù. Grazie perché ci insegnate come si sta al mondo sputtanando gli altri senza combinar mai niente. Così non c’è pericolo di finire indagati.

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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