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Gli attacchi terroristici in Tunisia nel 2015

Per inquadrare l’assalto al Museo del Bardo, è opportuno rileggere i principali fatti verificatisi nel Paese dall’inizio dell'anno: ecco la timeline

2 gennaio 2015 - Un agente della sicurezza è stato ritrovato sgozzato nei pressi della sua abitazione (a El Fahs, 60km a sud-ovest di Tunisi) dove è stato pugnalato nella notte mentre faceva rientro a casa. Mohamed Ali Charaabi indossava la propria uniforme quando è stato ucciso, elemento che potrebbe essere la causa del suo omicidio.

 

8 gennaio – La branca libica dello Stato Islamico ha annunciato l’esecuzione dei due giornalisti tunisini, Sofiène Chourabi e Nadhir Ktari, accusati di lavorare per una tv tunisina che contrasta la religione, scomparsi in Libia lo scorso settembre. Sit-in di solidarietà sono stati organizzati in diverse città del Paese. Stando a un rapporto del Centro tunisino per la libertà di stampa (CTLP) sulle aggressioni ai danni dei giornalisti, sarebbero almeno 450 i giornalisti rimasti vittime di aggressioni tra il 2013 e il 2014 (perpetrate per lo più dalle forze dell’ordine).

 

20 gennaio – Di fronte all’aumento delle aggressioni individuali e spontanee da parte di uomini barbuti e armati di coltello o altre armi di fortuna contro agenti di polizia (di recente tre episodi separati hanno toccato Laounia, Bardo e Mornaguia), è stato predisposto il rafforzamento degli apparati di sicurezza con oltre 10mila nuove assunzioni annunciate dal Ministero della Finanza nei settori dell’Interno e dell’Esercito.

 

30 gennaio – Le unità militari e di sicurezza di Medenine e Aouina hanno smantellato una cellula terroristica che tentava di introdurre in territorio tunisino armi provenienti dalla Libia e che aveva pianificato attacchi nel sud della Tunisia. In un’altra operazione militare degli stessi giorni nelle località di Mahdia e Zaghouan sono stati fermati una dozzina di uomini armati e sequestrate armi e munizioni oltre a diversi piani di attacco contro forze di sicurezza interna.

 

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5 febbraio – Il Ministro dell’Interno Lofti Ben Jeddou ha reso noto che le unità della Guardia Nazionale sono riuscite a scovare una pericolosa organizzazione terroristica che mirava a colpire la capitale. Non sono stati dati ulteriori dettagli in merito se non che sono attualmente in corso altre campagne anti-terroristiche in tutto il Paese. Tensione nelle ultime due settimane nella località di Ben Guerdane, verso il confine con la Libia, per la richiesta degli abitanti locali di regolare in via definitiva le entrate e le uscite al valico di frontiera di Res Jedir con la Libia. La richiesta, dettata da motivi di sicurezza, mira anche a ottenere un incontro con le autorità libiche per accordarsi sul passaggio delle merci, dal momento che l’economia locale è strozzata.

 

6 febbraio – Si sono registrati scontri tra giovani e forze dell’ordine nella località di Metouia (tra le città di Gafsa a Gabes) in seguito alle violenze esplose in occasione di una partita di calcio che ha portato all’arresto di numerosi giovani del posto. Le proteste dei giorni scorsi (durante le quali i manifestanti hanno colpito e danneggiato la sede locale della polizia) sono volte a ottenere il rimpiazzo del comandante della sede e il rilascio dei giovani arrestati.

 

11 febbraio – Il ministero dell’Interno annuncia che sono stati arrestati una ventina di membri della pericolosa cellula terroristica “Katibat Abou Mariem”, operativa a Hammamet e Nabeul. Inoltre, un pericoloso terrorista, Saber M’tiri, leader di un gruppo militante basato a El Kef, è stato fermato dalla Guardia Nazionale a Bargou (provincia di Siliana).

 

17 febbraio – Nella notte, quattro agenti della Guardia nazionale sono stati uccisi in un attentato nella città di Boulaaba, provincia di Kasserine, a est del monte Chaambi. Il gruppo jihadista tunisino Okba Ibn Nafaa, che ha base proprio nell’area montuosa di Kasserine, ha rivendicato l’attacco. Si tratta dell’ennesimo attentato in questa regione al confine con l’Algeria, che vede il terrorismo jihadista in espansione. La milizia islamista Okba Ibn Nafaa aveva prestato il suo giuramento di fedeltà al Califfo Al Baghdadi dello Stato Islamico già lo scorso settembre, dopo la decapitazione in Algeria dell’ostaggio francese Hervé Gourdel. In seguito all’attentato, il governo ha rafforzato le misure di sicurezza nella regione di Kasserine e nell’area di Jebel Selloum (a sud della città di Kasserine e a ovest di Sidi Bouzid).

 

25 febbraio – Arrestati diversi elementi della cellula terroristica Okba Ibn Nafaa, responsabile dell’attaccodi Boulaaba, tra cui anche il ricercato terrorista Khaled Hamadi Chaieb, meglio noto come Lokmane Abou Sakhr, leader fino allo scorso settembre di un gruppo armato jihadista con sede a Ben Guerdane.

 

26 febbraio – Una marcia è stata organizzata a Sidi Bouzid da agenti di polizia e organizzazioni della società civile per accelerare l’adozione di una legge anti-terrorismo ad hoc per far fronte all’attuale emergenza. Il ministero dell’interno ha reso noto che un piano speciale per il pattugliamento nei pressi di edifici scolastici è stato predisposto dopo un tentativo di incendiare un liceo di Tunisi. Mentre il portavoce del ministero della Difesa, Belhassen Oueslati, ha rassicurato che la Tunisia ha “tutte le capacità di difendersi da qualsiasi attacco aereo o terrestre proveniente dalla Libia”.

 

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6 marzo – Le autorità tunisine hanno scovato due depositi di armi nell’area di Ben Guerdane, al confine con la Libia. La Guardia nazionale ha individuato il primo deposito, contenente kalashnikov, lanciarazzi e munizioni, nei pressi di Wadi Rebaye. Il secondo è stato rinvenuto nei pressi di Moussarref (15 km da Ben Guerdane e 45 km dal confine con la Libia). All’interno sono stati trovati razzi e lanciagranate, mine anti-carro, cartucce, munizioni e materiale esplosivo. Secondo valutazioni del ministero dell’Interno tunisino, si ritiene che i due depositi fossero sfruttati dai terroristi sul Monte Chaambi, ma non è esclusa la pista di un collegamento con la Libia.

 

7 marzo – Ennesima operazione di rastrellamento delle forze di sicurezza sul monte Sidi Bouhlel nell’area di Degache (provincia di Tozeur), dopo i movimenti sospetti di elementi terroristici. In tema di sicurezza, durante la 28esima sessione sui diritti umani a Ginevra, il Ministro degli Esteri Tayeb Baccouche, ha sottolineato la necessità di operare congiuntamente agli Stati e alle Organizzazioni Internazionali nella lotta al terrorismo, perseguendo un approccio transfrontaliero.

 

11 marzo – Durante la 32esima sessione del Consiglio dei ministri arabi dell’Interno tenutasi ad Algeri, è stata sollevata la necessità di rafforzare i meccanismi di coordinamento tra i Paesi della regione del nord Africa per far fronte alla minaccia jihadista in maniera compatta.

 

14 marzo – All’alba, le autorità della sicurezza di Tataouine hanno arrestato un militante armato risultato essere un libico infiltrato a Dhehiba.

 

15 marzo – Durante un blitz notturno la guardia nazionale di Sidi Bouzid ha arrestato sette individui sospettati di finanziare il terrorismo nelle aree di Bir El Hfay e Sidi Ali Ben Aoun.

 

16 marzo – È stato reso noto il che il terrorista tunisino Ahmed Rouissi, implicato negli omicidi politici di Chokri Belaïd e Mohamed Brahmi, sarebbe stato ucciso durante combattimenti in Libia in un’area a 70 km da Sirte.

 

17 marzo - Presentato al Consiglio dei Ministri un progetto di legge contro il terrorismo che tiene conto delle principali convenzioni internazionali e risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU in materia. L’intento è colmare i vuoti normativi della legge antiterrorismo risalente al 2003.

 

18 marzo - Un commando di cinque terroristi travestiti da ha tentato un assalto al Parlamento tunisino, prima di fare irruzione al Museo del Bardo, prendendo in ostaggio 200 turisti. Il blitz delle teste di cuoio ha liberato i turisti e ucciso due attentatori. Più di 20 le vittime, 3 sono italiani. L’assalto è stato rivendicato dallo Stato Islamico (ISIS o Daesh).

Tunisia sotto attacco

Ansa
Uomini delle forze speciali tunisine fuori dal Museo Bardo, vicino al Parlamento tunisino

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