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Perché nessuno parla di Francesca Peirotti, la Carola Rackete italiana?

Se per la Capitana si sono scomodati parlamentari (Pd), giornalisti, associazioni varie per l'italiana, fermata con dei clandestini in Francia, solo silenzio

Mentre Carola Rackete è pronta per ottenere dopo la status di Capitana, di nuova eroina della sinistra italiana (anzi, mondiale), di Premio Nobel per la Pace e forse anche la beatificazione c'è un'altra Rackete di cui però in pochi, se non nessuno, parla.

Lei si chiama Francesca Peirotti ed è stata fermata in Francia mentre guidava un furgone su cui viaggiavano 8 migranti, tra cui un bambino piccolo, tra Ventimiglia e Mentone. Francesca trasportava migranti, proprio come Carola.

Certo, non era una nave ma un auto, ma la situazione di necessità di partenza è la stessa: migranti che cerano una nuova vita. Fin qui le uguaglianze.

Ci sono poi le differenze. La prima è che Carola è ancora in attesa di un processo ma dalla sua ha un Gip che nel revocarle il fermo ha stabilito che "ha agito correttamente". Francesca invece è stata condannata a 6 mesi di carcere (pena sospesa) per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Fatto, questo, che ci porta alla seconda grande differenza, quella tra Italia e Francia. Macron e i suoi chiudono le frontiere e rimandano indietro chi li passa, salvo poi dare consigli al nosro Governo sull'accoglienza. Salvini ci prova ma poi deve abdicare davanti ad una nave Ong.

La terza differenza riguarda le reazioni politice e sociali: la Francia ci rimanda gli immigrati ed arresta e condanna un'italiana? Silenzio. Nessuna protesta, raccolta fondi etc etc etc. Va tutto bene. Se invece Salvini ferma un barcone entra in azione la compagnia del #restiamoumani.

Insomma, il problema è lo stesso (il migrante clandestino) ma la storia e le reazioni differenti. Qualcuno ci spieghi il perché

Guarda l'opinione di Giorgio Gandola su La Verità

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Redazione