Forza Italia riparte da Berlusconi. Fitto sarà il delfino?
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Forza Italia riparte da Berlusconi. Fitto sarà il delfino?

Il Cav, a differenza di Alfano, ammette la sconfitta ma ribadisce: "Noi il perno del centrodestra da unire per battere la sinistra". Mercoledì l'ufficio di presidenza dove l'ex governatore pugliese rivendicherà il fatto che il risultato elettorale ha premiato la politica del territorio e del consenso elettorale

Nella notte elettorale oltre a una valanga di sms in cui anche forzisti del Centro-Nord gli hanno scritto: «Grazie», Raffaele Fitto, il recordman di preferenze assieme a Matteo Salvini di queste elezioni europee, ha ricevuto anche la telefonata di Silvio Berlusconi. Complimenti e ringraziamenti dal Cav per quel risultato al Sud, in media del 20 per cento, ma anche superiore, decisivo per far restare Forza Italia in ogni caso sempre «il perno insostituibile del centrodestra», come dice Berlusconi in una nota. Lo stesso Giovanni Toti, consigliere politico dell’ex premier, dice: «Ci vorrebbero mille Fitto». Nel day after della prova elettorale più difficile per Berlusconi, non condotta «da uomo libero», come lui stesso rimarca, inevitabili i gossip di Transtlantico che indicano già l’ex governatore pugliese ed ex ministro agli Affari regionali, come il probabile futuro delfino del Cav. Ma lo stesso Fitto in sintomia con l’ex premier a scanso di equivoci premette il giorno dopo la notte che ha visto crollare FI al suo minimo storico che «intanto ripartiamo da Berlusconi».

Nonostante la parola «unità», interna ed esterma con tutti i soggetti del centrodestra indispensabili per sfidare la dilagante balena rosa di Matteo Renzi, sia la più gettonata in queste ore dentro Forza Italia, è inevitabile che mercoledì quando dovrebbe tenersi l’ufficio di presidenza due linee saranno a confronto. Fitto, forte del suo risultato, dice che il futuro di Fi «non può che essere di legittimazione e di consenso». Mentre dirigenti come Maria Stella Gelmini, coordinatrice lombarda, già tornano a rilanciare la soluzione dinastica, con la discesa in campo di Marina Berlusconi. In ogni caso avverte Fitto che bisognerà parlare anche «degli errori fatti». Poche parole in sostanza per ribadire che è la politica del territorio quella vincente. Quella politica che era stata di fatto rimessa in discussione nei mesi in cui le cronache erano piene di racconti e gossip su presunti cerchi magici attorno al Cav con la volontà di rottamare la vecchia guardia del partito, rappresentata in primis da Denis Verdini. Il riusltato delle europee però fa uscire a suo modo come vincitore anche lo stesso Verdini. Il quale raccontano sia molto soddisfatto anche del fatto che l’asse sulle riforme con Matteo Renzi tiene, un asse in cui Verdini ha giocato un ruolo decisivo. Comunque sia, sarà sempre Berlusconi a trovare la quadra per la ripartenza.

Il Cav, a differenza del suo ex delfino Angelino Alfano che si arrampica sugli specchi per giustificare il magro risultato di Ncd, da vero e incontrastato leader quale era e resta, la sconfitta l’ammette, eccome. Confessa: «Forza Italia ha avuto un risultato inferiore alle mie attese, ma si conferma il perno insostituibile del centrodestra, l’asse attorno al quale ricostruire una coalizione in grado di contenere con successo alla sinistra la vittoria alle elezioni politiche. La mia stella polare resta l’unità delle forze moderate alternative alla sinistra». E sulle riforme: «Noi non cambiamo il nostro atteggiamento, siamo opposizione, ma responsabile». Infine l’annuncio che lui non solo resta, ma che riparte da qui, da quella che è la sua mission da quando è sceso in campo. Con quale Forza Italia però si dovrà vedere. Un partito che , intanto, «ha visto premiare la politica del territorio, con una grande affermazione di Fitto che insieme a tutti noi ha fatto sì che al Sud Fi si attestasse sempre su una percentuale intorno o sopra al 20 per cento, così come è stato in Abruzzo, all’Aquila il 21 , a Sulmona il 19», dice a Panorama.it la senatrice abruzzese Paola Pelino, vicecapogruppo degli azzurri a Palazzo Madama e dell’ufficio di presidenza di FI. Si riparte da Berlusconi. Ma stavolta dal più azzurro Sud.   

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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