Firenze: dopo i No Tav, i No Tram
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Firenze: dopo i No Tav, i No Tram

Il progetto di metropolitana leggera spacca la città del premier

 

E ora arrivano i «No tram». Essì, perché la prima grana del neo primo cittadino Dario Nardella (e non poteva essere altrimenti) è un’eredità della sindacatura di Matteo Renzi: la «linea 3», una sorta di metropolitana leggera che dovrebbe attraversare Firenze. Tutti d’accordo? Macchè. Sul progetto e sui cantieri la città si è spaccata, almeno nei quartieri che verranno attraversati dalle rotaie.

Il coordinamento dei Comitati anti-tram è durissimo. Parlano di «una situazione gravissima sotto tutti i punti di vista», dall’impatto ambientale alle inchieste giudiziarie. Ma a contestare il sindaco non sono soltanto comitati e movimentisti vari. C’è anche il leader gigliato di Forza Italia, Mario Razzanelli, il classico  moderato che come tale si comporta. Ciononostante, la sua posizione è nettissima.

Dice Razzanelli a Panorama.it: «Il progetto squasserebbe il cuore di Firenze, città patrimonio dell’Unesco». Non a caso, ancora oggi, «l’amministrazione  non ha mai presentato un serio studio di impatto ambientale che tenga conto dei flussi di traffico, del taglio di centinaia di alberi e delle migliaia di posti auto eliminati». Poi c’è la questione dei costi: «I nodi critici sono troppi, mi aspetto varianti al progetto che faranno lievitare i costi. Già la “Linea 1” triplicò la spesa da 100 a 300 milioni di euro, con 65 varianti in corso d’opera. Non credo che andrebbe diversamente con i nuovi progetti». Infine Razzanelli richiama anche una «questione morale. L’appalto è stato affidato a Grandi lavori Fincosit il cui presidente, Alessandro Mazzi, è finito in carcere con l’accusa di aver pagato tangenti per l’appalto del Mose a Venezia».

Scusi Razzanelli, però le elezioni le ha vinte Nardella e cavalcando in campagna elettorale la costruzione della nuova linea. «Sì, ma le amministrative non sono state un referendum sulla tramvia. Anche l’ex primo cittadino Leonardo Domenici sosteneva che i fiorentini avendolo eletto Sindaco gli avevano dato mandato di far passare il tram in Piazza Duomo. Ma si sbagliava. Nel 2008, 130 mila fiorentini bocciarono con un referendum la linea 2 e il suo passaggio in  piazza Duomo». Sta dicendo che chiederete un altro referendum? «Nardella  sta commettendo lo stesso errore di superbia di Domenici. Se poi ritiene che i fiorentini abbiano cambiato idea lo verifichi lui stesso: lanci lui la consultazione senza aspettare la nostra raccolta firme. Ne occorrono 5 mila, contiamo di consegnarle entro la fine di luglio». Rischiate di perdere. «No, sono convinto che la risposta sarà uguale a quella del 2008 e il sindaco dovrà prenderne atto».

Sindaco che, in fondo, già si sta preparando al voto. Agli attacchi risponde convocando continui «incontri di ascolto» con i cittadini, quartiere per quartiere. E rilancia, persino, immaginando un nuovo tram che conduca da Porta Romana all’Oltrarno: «Ho intenzione di chiedere un finanziamento per aggiungere una linea alla tramvia», spiega il sindaco «ci tengo molto a raggiungere questo obiettivo». Salvo referendum.

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