Meglio fuorilegge ma vive, che in regola ma morte?
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Meglio fuorilegge ma vive, che in regola ma morte?

I consigli di Adriana Marchetti, presidente dell'Associazione Sos Femminicidi

“Care donne procuratevi un'arma. Meglio fuorilegge ma vive, che in regola ma morte”. E’ il suggerimento che Francesca G. lascia tra i commenti all’articolo “Femminicidio: cinque consigli per le donne” pubblicato da Panorama.it, un brevissimo vademecum per ricordare alle donne che cosa si deve fare per cercare di difendersi da una violenza senza giustificazioni e sempre più dilagante.

Senza nascondersi dietro ipocrisie e mezze frasi, il consiglio lanciato sul web da Francesca alle donne vittime di maltrattamenti e violenze, è quello del “occhio per occhio, dente per dente”.

Dottoressa Marchetti, se una donna suggerisce ad un'altra donna di armarsi vuol dire che il sistema attuale non funziona, non tutela..  
Certo, queste parole sono il chiaro esempio di un’esasperazione, di una situazione che per questa donna e forse per molte altre ancora, non ha altro rimedio se non l’uso delle armi. È una dichiarazione forte ma i recenti fatti di cronaca, tra cui l’omicidio di Rosy Bonanno a Palermo, in effetti, ci mostrano come spesso le donne ricorrano alle istituzioni ma quest’ultime non siano in grado di garantire loro sicurezza e la tutela della persona fisica.

Lei consiglierebbe alle donne vittime di maltrattamenti di armarsi?
Occorre valutare ogni singolo caso e ogni singola circostanza. E’ difficilissimo poter dare un consiglio perché ogni vicenda è una storia a sé. Spesso le donne sono vittime fisiche di violenze ma anche vittime psicologiche  dell’aguzzino e quindi non sono in grado in alcun modo di reagire. Certo è che la donna deve potersi difendere  e se non basta il rivolgersi all’istituzioni deve poter mettere in atto tutte quelle situazioni che possano garantirle la legittima difesa. Purtroppo però occorre anche sottolineare come in Italia, il concetto di legittima difesa sia molto labile..

“Meglio fuorilegge ma vive che in regola ma morte”, chiosa Francesca. Pensando a tutti i volti e le storie delle donne che sono morte dopo aver fatto decine di denunce, questa frase fa riflettere tantissimo..
Moralmente non posso condividere questo concetto, ma come donna lo comprendo perché mi rendo conto che una donna vuol fare di tutto per resistere e per rimanere viva

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Nadia Francalacci