Fatemi ripartire in Letizia
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Fatemi ripartire in Letizia

Letizia Moratti, sindaco di Milano, prenota la ricandidatura nel 2011. Perché, giura, è "una che non ha mai mollato"

Sottovoce, con garbo da signora ma temperamento da sindaco, dice: "Non ho mai mollato in vita mia". E in effetti non l’ha fatto nella gara con cui ha vinto l’assegnazione di Expo 2015, né nella lunga battaglia per ottenere dal governo i finanziamenti per l’esposizione.

A Panorama assicura che non lo farà nemmeno da qui al 2011, data delle prossime elezioni amministrative, anche se oggi c’è chi è pronto a scommettere che non sarà lei la candidata del Pdl.

Letizia Brichetto Moratti, sindaco di Milano dal 2006, ha appena presentato in consiglio comunale il bilancio di quel che ha fatto nei primi tre anni di governo. Ora racconta che cosa vuole fare nei prossimi anni. E già a partire da domani.

Si è detto che quel bilancio sia stato una mossa contro le voci che vorrebbero traballante la sua poltrona: è così?
Ricapitolare è sempre utile. E lo scambio con i cittadini è costruttivo: dopo quel discorso sono già arrivate 22 mila lettere con proposte e richieste.

C’è anche chi ha letto nel discorso una autocandidatura preventiva per le amministrative del 2011: si ripresenterà?
A me piace portare a termine tutti i progetti che inizio. Ho sempre cercato di lavorare così in vita mia: lascio soltanto quando ho finito.

Dunque lei vuole essere sindaco fino all’Expo 2015. Ma oggi, dal suo osservatorio, come le pare lo stato di Milano?
La città è sulla buona strada dell’internazionalizzazione. È la seconda al mondo dopo New York per numero di consolati. E la migliore in Europa nel rapporto qualità/prezzo per il business congressuale. È sede del 40 per cento delle multinazionali in Italia. Insomma, la base c’è: va valorizzata con alcune leve. La leva più importante, oggi, è l’Expo. Eppure, quasi due anni dopo la vittoria di Milano su Smirne, sembra aver generato più polemiche che fatti. È fisiologico che nel percorso di organizzazione vi siano pause di riflessione, di revisione degli assetti. E discussioni. L’importante è non mollare.

Proprio con questo motto, a metà novembre, avete ottenuto dal governo i finanziamenti per metropolitana e infrastrutture. Soddisfatta?
Sono 930 milioni di euro per la seconda tranche delle metropolitane M4 e M5, oltre all’approvazione dell’intero piano Expo per le infrastrutture che comprende Tangenziale esterna e Pedemontana. Sapevo che dovevamo vigilare, ma non ho mai dubitato che saremmo riusciti a ottenerli.

Quindi Roma mostra di prendere finalmente sul serio l’Expo milanese?
Veramente il ministro Giulio Tremonti ha già stanziato in agosto tutti i finanziamenti necessari da qui al 2015: 1 miliardo e 486 milioni di euro.

Qualche mese fa, proprio lei lamentò che il ministero dell’Economia stesse sottovalutando l’evento...
Non ricordo. È comunque sostanziale il supporto del governo a Milano: lo mostra la recente disponibilità del ministro Franco Frattini, e ovviamente del presidente Silvio Berlusconi, a rinegoziare gli accordi per l’aeroporto di Malpensa.

Il suo linguaggio sembra sempre più politico: è vero che il "sindaco tecnico" Moratti vuole prendere la tessera del Pdl prima delle prossime elezioni amministrative?
Si tratta di scelte personali, e profonde. Cambiano le situazioni e cambia anche il modo in cui si pensa di poter dare di più al proprio Paese o alla propria città. Il sindaco, comunque, rimane al servizio di tutti.

Negli ultimi tempi la si è vista di più tra la gente. Dai tram alla metropolitana: un modo per rispondere a chi l’accusava di essere "distante"?
Voglio essere più vicina a tutti i milanesi: spendermi in prima persona.

E quali sono i veri problemi di Milano?
Bisogna migliorare la viabilità, accorciare i tempi di percorrenza del trasporto pubblico: la gente vuole vivere meglio in questa città.

Per questo ha appena sostituito con Paolo Massari l’ex assessore alla Mobilità Edoardo Croci, "colpevole" di aver mosso critiche al premier?
Il lavoro di Croci è stato egregio. Promuovere Massari significa puntare sul valore aggiunto che può portare un consigliere già al terzo mandato.

Questa staffetta è il quinto cambio in giunta. In tre anni se ne sono andati Carla De Albertis, Vittorio Sgarbi, Tiziana Maiolo e Ombretta Colli. Tanti, no?
Certe scelte vengono fatte al solo scopo di lavorare con maggiore efficienza.

Il trasporto pubblico comunque è sotto accusa: come interverrete?
Dobbiamo migliorare. Ma molto è stato fatto: tra 2008 e 2011 abbiamo investito nell’azienda dei trasporti 943 milioni, contro i 427 del triennio precedente. Abbiamo già aumentato il numero di corse, ottenuto la copertura per i cellulari in metropolitana, dotandola di aria condizionata, e sono stati sostituiti 250 veicoli con mezzi ecologici.

"Milano è sporca": la critica è arrivata persino dal presidente del Consiglio. Nel mirino è l’Amsa, accusata di pensare più agli utili che alle pulizie.
La pulizia deve venire prima: per questo sto per presentare il nuovo piano di servizio dell’Amsa che, comunque, ha raggiunto anche risultati positivi.

Quali risultati?
Lo spazzamento globale delle strade (quello che consente ai cittadini di non spostare la propria auto, ndr), avviato nel 2007, è già attivo su 1.400 vie delle 3 mila coperte dal servizio. Più dura è la battaglia contro i writer... Meglio chiamarli imbrattatori di muri. Il comune non ha leve legali per intervenire, solo l’onere di ripulire i palazzi. Finora abbiamo speso 24 milioni per 24 mila edifici danneggiati, ma c’è troppa tolleranza verso questi vandali.

L’inquinamento resta un problema centrale: si discute molto sull’efficacia dell’Ecopass. Che cosa intende fare?
L’Ecopass ha ribaltato il rapporto tra auto inquinanti ed ecologiche in città: quelle "verdi" oggi sono il 60 per cento. Ma stiamo raccogliendo le segnalazioni dei cittadini anche su questo. Valuteremo come muoverci.

All’insegna del verde e della vivibilità, avete presentato il Piano per il governo del territorio. Obiettivi?
Il Pgt è un progetto che dà regole certe: i diritti dei costruttori andranno armonizzati con il contesto. Al comune la regia: la città si svilupperà secondo un progetto globale e coerente.

Che cosa prevede questo nuovo Pgt?
Il raddoppio del verde, stazioni di metropolitana e servizi lontani non più di 500 metri da ogni casa. Nasce il principio della perequazione: se non si può costruire in una certa zona, si spostano i diritti dell’operatore su un’altra.

L’idea non è piaciuta a uno dei costruttori più importanti a Milano. Salvatore Ligresti, pur di avere il via libera a tre dei suoi cantieri, ha chiesto l’intervento della provincia. Che cosa accadrà?
In realtà ha già ritirato la richiesta. Ha accettato in anticipo quelle che saranno le regole. Però non ho vinto io, ma le nuove norme, l’estetica e il buon senso: alla fine l’operatore sposterà soltanto di tre strade il suo cantiere.

Il Pgt è legato al progetto per il sito dell’Expo, che però non è ancora stato presentato. Perché questo ritardo?
Chiariamolo una volta per tutte: le regole prevedono che il progetto sia presentato cinque anni prima dell’evento. Non è corretto parlare di ritardi e di "perdite".

I conti della Expo spa sono in rosso?
Non vedo lo scandalo: è normale che una società prima spenda e poi incassi.

Lei è anche moglie, madre, nonna. Fare il sindaco è un sacrificio?
Ho un marito straordinario che mi ha sempre supportato, anche nell’educazione dei figli.

Però togliere tempo alla famiglia è il più grande dei sacrifici. Che cosa la ripaga?
Le persone che mi fermano per strada. Sento la responsabilità di essere vicino a ognuno di loro e anche per questo non mollo. Ma lo ripeto: a mollare, in vita mia, non ho nemmeno mai pensato. 

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Lucia Scajola

Nata e cresciuta a Imperia, formata tra Milano, Parigi e Londra, lavoro a Panorama dal 2004, dove ho scritto di cronaca, politica e costume, prima di passare al desk. Oggi sono caposervizio della sezione Link del settimanale. Secchiona, curiosa e riservata, sono sempre stata attratta dai retroscena: amo togliere le maschere alle persone e alle cose.

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