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CLAUDIO ONORATI/ANSA/TO
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Europee 2019, ecco perché l'Italia rischia di contare poco

Sul voto, anzi, sul prossimo Parlamento Europeo c'è un delicato gioco di alleanze che potrebbe penalizzarci

Nel confronto tra europeisti e sovranisti l’Italia si gioca il suo peso in Europa nei prossimi anni. A guardare i sondaggi delle Elezioni Europee 2019 di Eurobarometro del 18 febbraio per il voto alle Europee di maggio lo scenario per il nostro Paese appare contradditorio. Con più di un paradosso e partiti, o Paesi, meno rappresentati che potrebbero contare di più.

Cosa succede se vincono gli europeisti

Stando ai numeri, la prossima maggioranza nell'emiciclo di Strasburgo è tutt'altro che scontata e tutta da costruire tra alleanze che già traballano. Un dato, però, appare certo: la decisa frenata dei Socialisti e democratici (Pse, in Italia leggi Partito Democratico). E’ facile da prevedere sia per l'addio dei deputati britannici che annovera le sue fila, sia perché pagherà inevitabilmente il conto italiano.

L'ultima tornata europea ha visto il massimo consenso per il Pd di Matteo Renzi che fu primo partito in Europa e portò ben 31 eurodeputati, destinati secondo i sondaggi a ridursi a 15. In tutto il Pse avrebbe 135 seggi invece dei 186 di cinque anni fa.

A fianco ai Socialisti anche i Popolari perdono pezzi. Il Ppe dovrebbe restare il gruppo più numeroso a Strasburgo, ma notevolmente ridimensionato, passando da 217 seggi a 183. Di questi otto italiani di Forza Italia.

Dunque, il conto è presto fatto: quelli che alle ultime elezioni erano i due principali rivali (vedi il duello Juncker-Shultz) per fermare l'avanzata dei sovranisti saranno costretti ad allearsi. Insieme arriverebbero a 318 eurodeputati. Comunque meno del 50%, del parlamento a 705 poltrone.


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Liberali ago della bilancia

L'alleato naturale è il tanto evocato Alde, il gruppo dei liberali di Verhofstadt, che sarebbe invece in crescita passando da 68 a 75 eletti e diventerebbe il vero ago della bilancia. A maggior ragione visto che qui dovrebbe confluire un partito ingombrante, En Marche di Emmanuel Macron, che porterebbe in dote 20 seggi se si votasse ora. E alla compagnia non è escluso si aggreghino i Verdi con altri 45 seggi.

E’ questa sulla carta ad oggi l’unica maggioranza possibile. Avremmo un europarlamento in cui gli italiani contano poco o nulla. Poco nel gruppo dei socialisti con un Pd in crisi. Poco o nulla nel gruppo popolare con Forza Italia. Nulla, soprattutto, nello schieramento liberale, dove oggi non siedono italiani. In tutto 22 europarlamentari italiani nella maggioranza in Europa.

Col paradosso, per altro, che dovrebbe arrivare dalle fila della Lega, stimato dai sondaggi primo partito in Italia ma anche in Europa, il Commissario espressione del governo che prenderebbe il posto di Federica Mogherini.

Cosa succede se vincono i sovranisti

L’altro scenario possibile, se pur più frammentario, è la tanto evocata vittoria dei sovranisti. Dai dati è meno visibile ad una prima occhiata perché oggi sono spezzattati in più gruppi con alleanze ancora fluide. Ma qui i giochi non sono ancora fatti.

Il gruppo guidato da Marie Le Pen e Matteo Salvini arriverebbe a 59 seggi dagli attuali 37 ma, raccogliendo europarlamentari da vari schieramenti del Vecchio Continente, potrebbe toccare anche i 120 seggi, arrivando non distante dai numeri del Pse.

A questo punto potrebbero essere i sovranisti  e non i socialisti ad allearsi ai popolari europei. Uno scenario meno probabile ma non del tutto irreale. Nel gruppo dei popolari – ad oggi – siedono per l’Italia Forza Italia e per la Germania il partito di Angela Merkel, ma anche gli uomini di Orban e Kurz, i premier ungherese e austriaco vicini a Matteo Salvini soprattutto sul tema dei migranti, che potrebbero fare da ponte. E a quel punto tutto sarebbe possibile.

Fuori dai giochi, oggi, i 5Stelle. Hanno annunciato alleati da quattro paesi (comunque sotto la soglia dei sette per poter formare un gruppo parlamentare) ma tre di questi stando ai sondaggi non porterebbero nessun parlamentare. Per il partito di Di Maio la scelta sarebbe dunque tra il non contare nulla e chiedere proprio all’alleato leghista di entrare nello stesso gruppo in Europa.

Per l’Italia in questo caso le poltrone sarebbero numerose:  27 della Lega, 22 dei pentastellati e 8 Forza Italia per un totale di ben 57 europarlamentari italiani nella maggioranza parlamentare. E dello stesso schieramento sarebbe anche il Commissario espresso dal governo di Roma.


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Anna Migliorati