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"Vi racconto il mio europarlamento"

Il giorno dopo la prima seduta della legislatura un neo europedupato racconta (sotto anonimato) cos'è davvero Strasburgo, tra sprechi, labirinti e traduttori

“Una sede enorme, centinaia di persone impiegate nella sicurezza. Solo all'ingresso sono decine i tornelli e gli scanner sotto i quali passare per i controlli. Se poi uno volesse fare una foto all'ingresso dell'Europarlamento deve stare attento a non inquadrare nessuna delle body guard che sono pronte a sequestrare smartphone. Una fobia esagerata”. Questo è il primo impatto di un novello eurodeputato a Bruxelles (che vuole restare anonimo) dove la macchina parlamentare si moltiplica per 28 stati membri con un lievitare di costi enorme.

Ma una volta entrati non va meglio, racconta il neoeletto “per muoversi dentro al palazzo di Plaze du Luxembourg ci vorrebbe una bussola, i corridoi sono dei labirinti e per ogni colonna ci sono otto ascensori che ti portano su e giù. Guai a scendere o salire dal lato sbagliato perchè perdersi è questione di un attimo. Davanti ad ogni ufficio ci sono dei bauli perchè la vita dell'europarlamentare non è solo nella capitale belga. Ogni mese, per la seduta plenaria, i lavori si trasferiscono a Strasburgo e con essi tutti i fascicoli, i documenti, la cancelleria che vengono caricati su dei grossi camion per percorrere andata e ritorno circa 900 chilometri”.

Al Parlamento calcolano che questo trasferimento costa all'Unione Europea circa 89 milioni di euro l'anno, ma per adesso per quanto se ne sia discusso, di abolire la sede francese non se ne parla proprio. Perchè? Per eliminare una delle sedi del Parlamento Ue è necessario modificare il Trattato di Lisbona, che si cambia solo con decisione unanime del Consiglio europeo. Peccato che dello stesso faccia parte la Francia che di rinunciare alla sua sede non ci pensa proprio. Vedremo ancora a lungo questo esercito di circa cinquemila persone (compresi amministrativi, portaborse e assistenti) fare avanti e indietro. Senza contare che la parte amministrativa dell'Unione Europea è a Lussemburgo, dove c'è la terza sede.

Per chi conosce il Palazzo del Parlamento sa che è dotato di tutti i comfort, compresa una palestra di circa 2mila metri quadri con piscina, acquagym e aerobica, saune, estetiste, solarium, salette di "stretching", spa dove un abbonamento annuale costa circa 600 euro, non rimborsabili.

Proprio lì accanto alla palestra c'è la mensa. “E' un trionfo di menu e pietanze. Ce n'è per tutti i gusti. Con 7-8 euro si riesce a mangiare un pranzo completo e di qualità. Anche se dicono che si mangi meglio alla Commissione Europea dove ci sono dei menu attenti alle tradizioni culinarie degli stati membri. Qui in Parlamento c'è addirittura un menu per vegetariani e pietanze per celiaci. Tutti fanno la fila con il vassoio in mano, senza distinzione tra i deputati e altro personale, si mangia tutti insieme. Il clima è molto informale. Forse in questo sono un po' più avanti che da noi, dove ci si guarda bene dal tener separati eletti, impiegati e portaborse. Chissà perchè poi”. Continua un altro che prima di arrivare qua ha avuto un'esperienza tra gli scranni nostrani.

“In aula durante le sedute passano i camerieri in livrea a versare thé o caffè. Ogni seduta ha la sua tazza da caffè in porcellana con la bandierina della Ue stampata. Anche le ultime fila riservate alla stampa e agli esponenti delle lobby ricevono lo stesso trattamento di favore. E poi fa impressione, ci sono sospesi in aria tutto intorno all'emiciclo le postazioni per gli interpreti, sono almeno tre per ogni gabbiotto che si alternano nelle traduzioni. Linguisticamente l'Europa non è unita neppure qui dentro. Il lavoro degli interpreti è fondamentale in questa babele. Da quanto ho capito poi, nel caso di Estoni o Lettoni, che sono lingue poco conosciute dagli interpreti, molti si basano sulla traduzione inglese per poi fare un passaggio ulteriore. Quindi abbiamo traduzioni di terza mano”- scherza uno dei tanti italiani che senza il traduttore non saprebbe come raccapezzarsi in questa babele politica che è l'Unione Europea. Un quotidiano tedesco, qualche tempo fa, aveva calcolato che per tradurre le sedute si spendono circa tredici milioni l'anno solo al Parlamento, senza contare le altre istituzioni. Una bella cifra per un'Unione Europea che sta predicando l'austerità ai paesi membri.

“Ho appena visto il mio ufficio, c'è una piccola anticamera per i segretari, con uno sgabuzzino e poi un'ampia stanza per me. Al centro c'è un tavolo con il pianale in vetro, un comodo divanetto e la scrivania. - e si nota subito l'immancabile baule - Non so se questo arredamento sia fisso per tutti oppure ognuno può adattarlo ai propri gusti. Ce lo diranno nei prossimi giorni”.

E poi al Parlamento Europeo ogni giorno c'è un evento, una degustazione, una piccola mostra, centinaia di gadget in regalo. Non c'è visitatore che esca senza la sua borsetta piena di cianfrusaglie inutili con la bandiera Ue. E si mormora che gli eventi più attesi e partecipati nei corridoi del Parlamento siano proprio quelli degli italiani. Ogni parlamentare per poter tenere un filo diretto con i propri elettori ha la sola possibilità di organizzare delle visite all'interno del Palazzo, oppure dei piccoli eventi per mettere in mostra dei prodotti della propria terra, che in Italia non mancano certo e si distinguono per la qualità. Così su un volo per Bruxelles troverete sempre qualcuno che è diretto al Parlamento con un invito speciale.

“L'idea che l'unione dei popoli europei sia nata da un'intuizione italiana rende affascinante questo posto, dove tutto è talmente grande che anche l'europarlamentare assume un ruolo relativo. Abbiamo a disposizione una macchina e un posto enorme per un numero di deputati poco superiore a quello italiano. 751 contro 630. Abbiamo sicuramente da tagliare dei costi inutili anche qui, ma il problema è mettere d'accordo 28 stati che neppure parlano la stessa lingua”.

Intanto, qualche fermata di metro più in là, proprio davanti alla sede della Commissione Europea è in costruzione la nuova sede del Consiglio Europeo per un costo stimato di circa 240 milioni di euro.

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Sara Dellabella