Fin dove può spingersi la Russia
Hannah Peters
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Fin dove può spingersi la Russia

Perché il leader del Cremlino non può rinunciare all'Ucraina orientale ed è disposto a tutto

Quella che per tutto il mondo è l'Ucrainaorientale per Putin è la Nuova Russia. E cioé: l'ipotesi di un'Ucraina ostile inquadrata nella Nato ai propri confini è per il capo del Cremlino ma anche per tutti i russi una provocazione insostenibile. Appoggiato dalla stragrande maggioranza dei suoi concittadini Putin sa molto bene che sulla questione ucraina si gioca la sopravvivenza politica in patria. La popolarità. Non può retrocedere. A chiederglielo non sono le industrie delle armi, che vogliono armare i ribelli del Donnbass, sono i suoi stessi sudditi. La voglia di revanche che c'è in Russia, dopo vent'anni di umiliazioni nazionali seguite alla dissoluzione dell'Impero sovietico, è un fatto di cui è bene che le diplomazie tengano conto. 



SCHERMAGLIEDIPLOMATICHE E GUERRA
Nel giorno del vertice di Minsk, all'indomani del fitto lancio di missili filorussi contro Kramatorsk, la città del Donbass che ospita lo stato maggiore dell'esercito ucraino impegnato a combattere i ribelli, la diplomazia annoda soluzioni e sottili fili di dialogo, con Barack Obama  che chiede a Putin di accettare l'ipotesi di tregua franco-tedesca, Merkel che non accetta la messa in discussione surretizia dell'integrità territoriale ucraina, Hollande che sembrerebbe disposto a concere un'autonomia formale più larga ai territori orientali in mano ai filorussi.

PUNTO DI NON RITORNO
Quello che però è il vero punto interrogativo, mentre per la prima volta s'è tornata a parlare dell'ipotesi di una guerra nucleare in Europa, è qual è il punto di non ritorno da non oltrepassare. Quando, per dire, l'arma della diplomazie fallisce e inizia la diplomazia delle armi. Per Putin (che dispone della straordinaria arma di pressione che è il gas russo) è tutto chiaro: non ci sarà mai un'Ucraina nella Nato ai propri confini. Per gli americani, come per il blocco franco-tedesco, meno. Quanto è disposta  a rischiare Angela Merkel per difendere, come ha detto, l'integrità territoriale ucraina? E Barack Obama? È davvero conveniente lanciarsi in una avventura militare ai confini dell'Europa? A chi gioverebbe l'incubo di una nuova Somalia ai confini del vecchio continente?

MINACCIA OCCIDENTALE
È vero che prima verrebbe l'inasprimento delle sanzioni contro l'economia russa, ma nella partita diplomatica Putin ha subito fatto capire a tutti fin dove può spingersi. È il suo punto di forza, il punto di forza della Russia. L'Ucraina orientale è la linea del piave dei russi. L'ultimo lembo di terra russofono a ovest, a far da cuscinetto dai nemici che vengono da occidente, da cui storicamente - non è un fatto secondario nella psicologia storica dei russi - son sempre venute le più grandi minacce per la sopravvivenza del loro Paese. Venticinque anni fa c'erano ancora i soldati russi a far la guardia alla porta di Brandeburgo, oggi sono ridotti a combattere,  sotto copertura per Donesk e Lugansk, una piccola area ai confini dell'ex malconcio impero. Non tenerne conto sarebbe per europei e americani l'errore più grave. Risvegliare l'orgoglio nazionale (e anche imperiale) della Russia è sempre un azzardo. Sottovalutarlo, un rischio molto alto.  

EPA/IVAN BOBERSKYY
Volontari del battaglione Azov durante le esercitazioni militari vicino Mariupol nell'area di Donetsk in Ukraina - 6 Febbraio 2015

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Paolo Papi