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John Moore/Getty Images - 18 giugno 2018
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Usa, immigrazione: perché i bambini vengono separati dai genitori

Mano pesante voluta da Donald Trump alla frontiera col Messico: ecco come vengono divise le famiglie. Coinvolti soprattutto cittadini di El Savador, Guatemala e Honduras

Quella ferma alla frontiera tra Stati Uniti e Messico è una vera e propria marea umana, ma a preoccupare l'opinione pubblica e le istituzioni internazionali è la condizione delle centinaia di bambini, che vengono separati dai genitori. Si calcola che siano stati 2.000 in poche settimane. Un dato fermo alla fine di maggio e cresciuto ulteriormente a inizio giugno.

I figli minori di migranti entranti illegalmente in territorio americano vengono infatti allontanati da madri e padri, portati in luoghi appositi in attesa che le autorità si pronuncino sulla possibilità o meno che la famiglia possa restare negli Usa. Una situazione contro la quale si schierano i democratici statunitensi, ma anche parte dei rappresentanti repubblicani e nella quale è intervenuta persino la First Lady, Melania Trump.

Cosa sta succedendo

Il questione messicana è stata al centro della campagna elettorale di Donald Trump che, una volta insediatosi alla Casa Bianca, ha mantenuto la promessa: massimo sforzo per proteggere i confini e tolleranza zero nei confronti degli irregolari che raggiungono la frontiera sud nel tentativo di entrare in territorio americano. Nelle ultime settimane, però, la situazione è diventata esplosiva, in particolare da quando il ministro della Giustizia, Jeff Sessions, ha dato mandato alla polizia di frontiera di adottare la linea dura.

Secondo i media Usa che citano fonti del dipartimento per la Sicurezza interna, dal 19 al 31 maggio circa 2.000 minori sono stati allontanati dai genitori. Mentre questi sono accusati di un reato (immigrazione clandestina) nei confronti dei bambini non vi è alcuna accusa, per questo non possono essere arrestati. Vengono dunque collocati in strutture governative (molti in vere tendopoli allestite al confine) in attesa che i tribunali si pronuncino sui singoli casi di padre e madre.

Si tratta di procedure a volte lunghe anche diverse settimane, durante le quali i bambini - anche piccoli - rimangono lontani dalle famiglie d'origine.

Le accuse della comunità internazionale

L'Onu ha chiesto di fermare "immediatamente" questa pratica, definendola "contraria alle norme e ai principi dei diritti umani" e aggiungendo che "l'interesse del bambino deve sempre prevalere". Per l'Alto commissario per i diritti umani, Zeid Ràad Al Hussein, bisogna porre fine alla tolleranza zero nei confronti dei bambini, perché "Il pensiero che qualsiasi Stati cerchi di scoraggiare i genitori infliggendo questi abusi sui bambini è inammissibile".

Una risposta alle parole del responsabile dell'attorney General, Sessions, che aveva citato la Bibbia e affermato che "Se non vogliono essere separati dai loro figli, non dovrebbero portarli".

Contro la politica della Casa Bianca si sono schierati i democratici e parte degli stessi esponenti repubblicani, ai quali Trump ha risposto con un tweet.

La difesa di Trump

"Separate le famiglie al confine è colpa della cattiva legislazione approvata dai democratici - ha scritto su Twitter Donald Trump - Le leggi sulla sicurezza al confine devono essere cambiate, ma i Dem non riescono ad assumersi le proprie responsabilità" ha concluso il presidente americano, facendo riferimento alle due proposte di modifica di legge che la prossima settimana saranno in discussione al Congresso.

La difesa di Trump via Twitter, dunque, respinge in qualche modo le responsabilità dirette.

Come si è arrivato alla "tolleranza zero"

Come ricorda il New York Times, però, Trump non ha mai nascosto di voler imporre una svolta, irrigidendo i controlli alla frontiera sud. Già a marzo del 2017 John F. Kelly, poi nominato segretario alla Sicurezza interna (e successivamente sostituito), aveva spiegato che i bambini sarebbero stati separati dai genitori "come deterrente a ulteriori movimenti" lungo quello che chiamava "una rete terribilmente pericolosa", facendo riferimento alla criminalità organizzata che si muove dietro l'immigrazione clandestina.

Da decenni le autorità statunitensi studiano normative per disincentivare queste pratiche, ma ancora fino alla presidenza di George W. Bush e di Barack Obama l'idea di togliere ai migranti illegali i propri figli era considerata "inumana", oltre che politicamente pericolosa.

Nel 2008 una norma, approvata all'unanimità dal Congresso, ha inasprito le regole, prevedendo però che i bambini fossero affidati a famiglie o strutture governative in attesa delle sentenze dei giudici sulla condizione dei genitori.

Con l'insediamento di Trump è tornata a imporsi l'idea del "pugno di ferro" contro gli illegali, sostenuto soprattutto da Stephen Miller, consigliere del Presidente. Secondo un reporter del britannico Guardian, i bambini separati dai parenti possono trascorrere giorni o settimane anche in "gabbie", con il solo "conforto di acqua, coperte e patatine".

"Abbiamo in programma le più alte norme di detenzione al mondo per i bambini" hanno risposto i ministeri della Sicurezza interna e della Giustizia, respingendo le accuse.  

Chi sono i migranti

Si tratta soprattutto di cittadini che provengono da El Savador, Guatemala e Honduras. Secondo dati ufficiali del governo americano, sono state fermate circa 50.000 persone per il terzo mese consecutivo, segnando un aumento rispetto allo scorso anno (+160%). Questo, nonostante Trump abbia varato la linea dura proprio per scoraggiare i migranti illegali.

Tra coloro che cercano di varcare il confine, non viene fatta alcuna distinzione tra chi fugge da guerre e fame, e i narcotrafficanti, contro i quali sarebbe diretta la politica del capo della Casa Bianca.  

La presa di posizione (anti Trump) di Melania

A pronunciarsi sul caso è stata anche la First Lady, Melania Trump, che ha rotto un lungo silenzio. Dopo aver presentato quella che è la sua campagna da moglie del Presidente, a sostegno dei bambini contro le violenze e il bullismo, Melania ha usato toni duri. La sua portavoce, Stephanie Grisham, ha spiegato che la First Lady "odia vedere bambini separati dalle loro famiglie e spera che entrambi gli schieramenti possano alla fine unirsi per ottenere una riforma migratoria di successo".

La Grisham ha riferito alla Cnn anche dell'auspicio di Melania perché gli Usa siano "un Paese che segue tutte le leggi, ma anche un Paese che governi col cuore".

Una posizione condivisa anche da un'altra ex First Lady, Laura Bush, che dalle pagine del Washington Post si è unita al coro di disapprovazione per la "tolleranza zero" e perché si giunga a una legge migliore.

La nuova legge al Congresso

Le attenzioni sono infatti puntate anche alla nuova legislazione in materia di immigrazione che la prossima settimana sarà al voto alla Camera e al Senato. E' qui che si giocherà la partita vera, perché lo scarto di voti tra democratici e repubblicani è minimo: uno solo. Trump, nel suo tweet, ha in qualche modo tentato di mettere alle strette i dem, affinché sostengano una norma che porti a un accordo bipartisan.

Due i disegni di legge al vaglio: uno più rigido, che trova il consenso dei "falchi", l'altro che invece potrebbe ottenere i voti dei democratici. Il Presidente Usa sarebbe disposto, come già dichiarato in passato, a cedere su qualche punto, in cambio però del via libera da parte dei dem allo stanziamento di 25 miliardi di dollari per costruire il muro al confine col Messico.

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Eleonora Lorusso