L'Amleto del Globe Theatre a Calais
Dan Kitwood/Getty Images
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Un muro contro i migranti a Calais

L'opera, finanziata da Londra, dovrebbe fermare il flusso verso la Gran Bretagna. Ma i dubbi, anche pratici, sono molti

Un muro lungo un chilometro e seicento metri e alto 4 metri lungo entrambi i lati dell'autostrada che conduce al porto della città francese di Calais  dove sorge il più grande campo profughi d'Europa  dove vivono circa 8 mila migranti che attendono solo di varcare il confine per l'Inghilterra. 

Obiettivo del muro: fermare il flusso di persone che - per superare la frontiera tra Francia e Inghilterra posta proprio a Calais, in territorio francese -  saltano a bordo dei camion che si dirigono al porto o alla stazione del tunnel della Manica. Si calcola, secondo un rapporto della camera dei Comuni inglese,  che solo in luglio ogni sei minuti un immigrato è stato scoperto mentre cercava di salire su un camion. Il ministro britannico per l'Immigrazione, Robert Goodwill, ha spiegato ai deputati di Sua Maestà che la costruzione comincerà questo mese e che dovrebbe essere completata entro la fine dell'anno.  Dovrebbe costare circa 2 milioni di sterline (circa 2 milioni e mezzo di euro).


Il muro, secondo Londra, rientra in un pacchetto di misure di sicurezza da 17 milioni di sterline su cui Regno Unito e Francia si erano già accordati a marzo, ma è anche un simbolo di un 'Europa sempre più spaccata dopo il voto sulla Brexit. Non sono mancate naturalmente le voci critiche a questo progetto che, secondo i detrattori, si risolverebbe soltanto in un immenso spreco di denaro pubblico britannico. Kate Gibbs, direttrice della Road Haulage Association, la lobby degli autotrasportatori inglese, è stata netta. Il problema con il muro, verrebbe semplicemente spostato un po' più a sud. Non azzerato, né ridotto.


«La chiamano già la 'Grande Muraglia di Calais' ma a che cosa servirà? Sarà un minuscolo ostacolo nei pressi del porto, ma i clandestini potranno continuare a nascondersi sui camion un po' prima del muro»



ASSALTO AI TIR VERSO LA MANICA

C'è poi il fatto che il modo più frequente con cui le persone vengono portate oltre il confine è con le automobili private,  sottoposte a controlli meno accurati rispetto ai tir che trasportano merci, guidate molto spesso da cittadini dell’Europa dell’est reclutati da organizzazioni criminali  oppure semplicemente desiderosi di fare qualche soldo. In questo contesto i rapporti tra Francia e Inghilterra sono segnati da sempre nuove tensioni. Il voto a favore della Brexit nel referendum del giugno scorso ha indispettato Parigi che  ha più volte minacciato di spostare la frontiera dall'altra parte della Manica, in territorio britannico, come sarebbe più logico. Semplici schermaglie, comunque sufficienti affinché il governo di Londra offra assistenza di ogni tipo alla Francia quando a Calais la situazione - nella città dormitorio che ospita il più grande campo profughi del mondo - si fa ingovernabile.

Immagini dal campo profughi di Calais

L'Amleto del Globe Theatre a Calais
Dan Kitwood/Getty Images
Calais, Francia, 3 febbraio 2016.

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