Turchia: la protesta unisce gli ultras
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Turchia: la protesta unisce gli ultras

In piazza Taksim come negli altri luoghi della rivolta sta accadendo qualcosa di impensabile sino a poco fa: tifosi da sempre nemici si stanno "gemellando" per sfidare il Governo

Gruppi di ultras che appartengono a squadre rivali si scambiano le maglie e le sciarpe per simboleggiare che il popolo turco è unito, così come lo sono i tifosi. Ci sono centinaia di foto come quella qui sopra che sono state scattate nelle piazze per raccontare la protesta. Fino a pochi giorni fa sarebbe stato impossibile vedere queste immagini, anche perché gli scontri tra gruppi calcistici hanno causato in Turchia molti feriti e diversi morti negli scorsi anni, ma ora qualcosa sta cambiando.

A causa della rivolta, infatti, molti turchi stanno mettendo da parte ciò che li divide e in piazza ci sono ormai gruppi politicamente molto diversi, come i nazionalisti, i liberali, i kemalisti e i socialisti. Anche le tifoserie hanno accantonato le antipatie reciproche per scoprire una "solidarietà ultras" del tutto nuova in Turchia, a eccezione di alcuni episodi limitati alle proteste del 1° maggio. Come spiega Can, un tifoso del Galatasaray appartenente agli Ultras Aslan, "molti miei amici mi raccontano di avere iniziato a provare simpatia per i membri di altri gruppi di tifosi, al punto che ormai tra ultras ci si chiama fratelli".

La rivolta ha spinto quasi tutte le tifoserie a schierarsi a favore delle manifestazioni. Una situazione inedita in questo Paese, dove il tifo è sempre stato un fenomeno interclassista che unisce anche chi ha idee politiche molto differenti. Negli ultimi giorni i gruppi ultras hanno chiesto più volte ai turchi di scendere in piazza, spingendo migliaia di persone che seguono il calcio su Facebook o Twitter a partecipare alle proteste: cosa possibile anche perché alcune associazioni di tifosi sono molto popolari in Turchia e hanno un numero di membri superiore a qualsiasi partito politico.

La maggior parte degli ultras chiede di non usare la violenza e di mantenere la calma, ma ci sono anche gruppi che hanno diversi conti in sospeso con la polizia. "Molti di noi si trovano a dover fronteggiare la violenza delle forze dell'ordine e i gas lacrimogeni almeno una volta al mese", spiega Eren, un supporter del Beşiktaş. "Diversi manifestanti invece protestano per la prima volta e devono affrontare una situazione che non conoscono".

Tra i gruppi più attivi ci sono gli Ultras Çarşı, un'associazione di tifosi del Beşiktas. La loro storia inizia nell'omonimo quartiere popolare, una delle roccaforti progressiste di Istanbul, ed è caratterizzata da un forte impegno politico da parte dei suoi membri, spesso vicini all’estrema sinistra. Il loro slogan "Çarşı herşeye karşı" ("Çarşı contro ogni cosa") riassume la loro visione anarchica del mondo, che li porta a esprimere la propria opinione sui temi politici più controversi. Ad esempio, dopo gli insulti contro Samuel Eto'o durante la partita Cagliari-Inter, alcuni di loro hanno esposto uno striscione per criticare i tifosi della squadra sarda che hanno scandito dei cori razzisti contro il camerunense. E anche nelle sfide internazionali si sono fatti conoscere per le loro proteste: durante una partita di Europa League tra Beşiktaş e Atletico Madrid, alcuni di loro hanno organizzato una coreografia per chiedere la fine delle corride.

Esistono anche altre associazioni ultras che si interessano di politica, ma spesso contano poche migliaia di aderenti. Tra questi ci sono i Sol Açik  (sinistra-esterna), un gruppo che sostiene il Fenerbahçe, e i Sozyalist (socialisti) dell'Adana Demirspor, gemellati con una parte della tifoseria livornese. L'unione tra i gruppi ultras turchi è ormai celebrata sui social media come una delle grandi novità di questa settimana di rivolta. Su Facebook circolano diverse immagini relative al primo giorno delle manifestazioni di protesta, che mostrano gli ultras marciare insieme sotto le insegne di squadre rivali. Lo scorso 31 maggio, qualcuno ha addirittura celebrato la nascita dell'Istanbul United, il primo club di supporters che unisce tutti gli ultras della città turca più importante.

Come detto, la solidarietà tra i tifosi è un fatto simbolico che esprime un sentimento nuovo, qualcosa che si riflette anche in politica. L'intransigenza di Erdoğan ha avuto come risultato quello di unire gruppi e persone molto diverse tra loro e convincere i cittadini turchi a marciare insieme contro quello che viene percepito come un nemico comune. La sua politica di rifiuto delle istanze espresse dalla piazza ha unito anche i tifosi al resto dei manifestanti, creando un fronte comune di opposizione al Governo del tutto inedito in questo Paese.

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Matteo Colombo

Vive tra Ankara e Il Cairo per studiare arabo e turco. Collabora con  diversi siti di politica internazionale. Le sue grandi passioni sono  l’Egitto, la Siria e la Turchia

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