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Trump vs Messico: nuovo round?

Secondo i media Usa il presidente Usa avrebbe minacciato l'invio di truppe contro i "bad hombres", ma il governo messicano smentisce. E con l'Australia...

Il governo messicano smentisce le indiscrezioni di stampa sul fatto che il presidente Donald Trump avrbbe minacciato l'invio di truppe al confine per combattere i "bad hombres", gli uomini cattivi, presumibilmente riferendosi ai cartelli della droga.

L'avvertimento sarebbe stato al centro di un telefonata tra Trump e il presidente messicano, Enrique Pena Nieto, che ha invece descritto come "costruttivo" il colloquio. "Avete un sacco di uomini cattivi laggiù. Non state facendo abbastanza per fermarli. Penso che i vostri militari siano spaventati. I nostri non lo sono e quindi potrei inviarli per occuparsene", avrebbe detto Trump a Pena Nieto, secondo quanto riportano i media Usa.

"E' "un'assoluta falsita'" fatta "con un'evidente cattiva intenzione" è stata la replica via Twitter del ministero degli Esteri di Città del Messico. Il Messico ha catturato diversi signori della droga, anche estradandoli negli Stati Uniti, come il noto narcotrafficante Joaquin "El Chapo" Guzman che in America rischia la pena di morte.

Contro l'Australia sui rifugiati
Scintille al telefono tra il presidente Donald Trump e il primo ministro australiano, Malcom Turnbull, sui rifugiati. Stando a quanto riporta il Washington Post, Trump ha accusato il leader alleato di voler esportare negli Usa "il prossimo attentatore di Boston", e ha definito la telefonata "la peggiore fino a questo momento", tagliando corto in 25 minuti quando era stata organizzata una conversazione di un'ora.

Turnbull, che ha preferito non commentare l'indiscrezione indicando l'importanza di un colloquio "privato", oltre che "candido e franco", avrebbe detto di aspettarsi dagli Usa il rispetto dell'accorso siglato con l'amministrazione di Barack Obama sull'accoglienza in America di 1.250 rifugiati al momento detenuti nelle carceri australiane. "E' la peggiore intesa di sempre", avrebbe attaccato Trump.

L'accordo riguarderebbe anche rifugiati provenienti dai sette Paesi a maggioranza islamica oggetto del bando deciso da Trump. Fonti diplomatiche riferiscono che a dispetto dell'ostile colloquio, l'accordo con il governo australiano per il momento resta in piedi.

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Redazione